Il treno che frenava alla stazione di King's Cross svegliò Teddy. Gli ultimi giorni erano stati molto stancanti. Non per via della scuola, da cui era stato esonerato, ma dalle cure che gli continuavano a somministrare. Intrugli schifosi, densi, che provocavano terribili dolori, per fare in modo che sparissero le cicatrici dal suo braccio. Adesso non c'erano più segni, ma il retrogusto di medicine gli invadeva ancora la bocca. Aveva dormito pochissimo in quei giorni e, per questo, appena si era seduto nello scompartimento scelto dai suoi amici, era crollato.
- Ben svegliato – disse Anne, sorridendogli.
- Buongiorno – le rispose, la voce ancora impastata.
- Siamo arrivati.
- Ho notato. Ho dormito per così tanto?
- Sì. Se ti può consolare non hai russato.
- Oh! Adesso sì che questo viaggio ha senso – disse lui sorridendo. Lei scoppiò a ridere.
- Non sei andato a scuola per una settimana e hai ancora sonno, sei proprio strano tu – intervenne Baston.
- Sono convinto che comunque abbia studiato più di te – rispose Bartemius alzando un sopracciglio.
Tutti scoppiarono a ridere, compreso Baston. Una cosa bella di quella brutta situazione era che il gruppo si era unito. Anche persone come Baston e Bartemius, che fino a poco prima si limitavano a una educata sopportazione (anzi, sopportazione e basta, educata solo da parte di Bartemius, visto che Baston era... Baston), adesso erano amici. Insieme si erano più volte infiltrati al capezzale di Teddy, nascosti su un tavolino a rotelle.
Fuori dal treno la massa dei genitori era molto compatta. Tante persone aspettavano i loro figli sulla banchina. Ma solo una era quella che risaltava di più. George Weasley si ergeva sulla folla con un completo arancione, una cravatta nera e un doppiopetto a quadri scozzesi rossi e verdi. In testa un cilindro nero. Di fianco a lui c'erano Andromeda e Lyall. La prima lo guardava con disappunto, il secondo ridacchiava divertito. Il fratello di Ginny parlava tranquillamente con Oliver Baston e intorno a loro si stavano già accalcando genitori e studenti a caccia di un autografo.
- Ecco il mio nipote preferito! - urlò George appena vide Teddy. Si fece largo e lo abbracciò – Lui sì che mi da delle soddisfazioni.
Andromeda si accigliò – Hai fatto qualcosa che dovrei sapere, Edward?
- No! - risposero in coro il ragazzino e George. Lei li guardò male, ma per fortuna una signora di una certa età si avvicinò a lei e la salutò. Lei si distrasse e iniziò una conversazione.
- Oh mio grande divinità! - urlò Baston, inginocchiandosi davanti a George e alzando le braccia al cielo.
Il gemello restò interdetto e guardò prima lui e poi Teddy.
- Che problemi ha il tuo amico?
- Harry, per la barba di Merlino, alzati e smettila di fare il cretino – intervenne allora Oliver Baston.
- Ah, è il figlio di Baston – disse capendo la situazione – si capiscono tante cose. Oliver, è tuo figlio, ma non potrà mai essere cretino come te. E sua madre stava con Percy quindi mi dispiace, piccolino, lo so che per te dev'essere stato difficile crescere con due persone così.
Baston lo guardò torvo – Per fortuna i tuoi figli hanno Angelina.
- Sarà pure una fortuna per i miei figli, ma per te non lo è tanto. Non oserei mai ricordarti il fatto che l'anno scorso Angelina ti ha fatto in venti minuti dodici gol. E non vorrei mai ricordarti che il giorno dopo Ginny ti ha dato "Desolante" e ti ha soprannominato "Colabrodo". Bravo campione.
- Ero appena rientrato da un infortunio.
- Eri rientrato da due mesi.
- Ero comunque ancora acciaccato.
- No, hai fatto semplicemente schifo.
Una piccola folla si era raggruppata intorno alla scenetta, divisi tra i tifosi del Puddlemere, che guardavano con disapprovazione George, e tutti gli altri, che ridevano di gusto.
- Il Puddlemere fa schifo! - urlò una voce in mezzo alla folla.
Subito dal lato del Puddlemere arrivò la risposta – Tua madre non diceva lo stesso ieri sera!
Tutti scoppiarono a ridere.*
Andromeda e Lyall lo portarono in un posto dove prima non era mai stato. Era una grande casa polverosa, nascosto alla vista di tutti, tranne che dopo un'occhiata attenta. All'interno sembrava una casa nobiliare, ma di quelle cadute in disuso, vecchie e dirottate.
- E' da tanti anni che non entravo qui dentro – disse sua nonna, guardandosi intorno - brutti ricordi.
George annuì. Sembrava che fosse appena stato picchiato. Si guardava intorno con nostalgia, gli occhi lucidi e la bocca serrata in una sottile striscia. L'unico che non sembrava divorato dai ricordi era Lyall, che si guardava intorno con curiosità.
- Ah fantastico, quindi questo è il famoso quartier generale dell'Ordine della Fenice. Lo credevo un po' più grande e maestoso.
- Purtroppo è stata abbandonata per molti anni, sia prima che dopo la Seconda Guerra Magica – disse una voce nuova. In fondo al corridoio, da quella che sembrava essere una sala da pranzo uscì Ron. Aveva una camicia spiegazzata e un grosso maglione marrone con una R bianca sopra.
- Ron, che diavolo ci fai qui? - chiese George all'improvviso.
- Sai fino a Natale stiamo qui e dopo andiamo alla Tana, quindi ci vivo per questo periodo.
- E in negozio chi c'è? Non lo avrai lasciato a quell'imbecille di Owen?
- Sì, a chi avrei dovuto lasciarlo?
George si passò una mano sulla faccia e sbuffò – Perché diavolo hai deciso di smettere di fare l'Auror, almeno lì non facevi danni.
- Dai, George, non farla lunga. Prendo la giacca e vado, tanto ho già mangiato.
- No, vado io. Non voglio lasciarti fare casino per altro tempo.
Detto questo si rimise in testa il cilindro e uscì.
- Cos'ha quel caro ragazzo, Ronald? - chiese Lyall, guardando perplesso la porta da cui George era uscito.
Ron si scurì in volto e si strinse nelle spalle – Immagino che sia per nostro fratello Fred. Qua dentro avevano pensato a come fare il negozio e si erano divertiti parecchio. Qua hanno vissuto il loro ultimo anno di scuola.
- Capito – annuì il nonno di Teddy. Doveva essere molto dura per George. Perdere il gemello e poi affrontare ogni giorno i luoghi dove aveva vissuto con lui. Doveva sentire un vuoto dentro di sé difficilmente colmabile.
- Teddy! – disse una voce femminile. Molly Weasley spuntò da dietro il figlio e corse verso di lui ad abbracciarlo. Come ogni abbraccio della signora Weasley, Teddy si trovò a soffocarsi.
- Com'è andata? Tutto bene? Ti sta piacendo?
Evidentemente Harry non le aveva detto niente sulla megera. A dirla tutta anche Andromeda lo era venuto a sapere soltanto tramite una lettera della scuola, visto che Harry glielo aveva omesso.
- Teeeeeeeeeddyyyy! - disse una nuova voce. Ci fu un lampo biondo e Teddy cadde all'indietro, con qualcuno sopra di lui.
Victoire lo guardava con un sorriso più grande dell'intero castello di Hogwarts.
- Come va? Tutto bene? Ti stai divertendo? Stai studiando? Ti piace? Ti sono mancata? Certo che ti sono mancata, ma quanto? Uno? Dieci? Cento? Mille? Hagrid?
Era decisamente la nipote di Molly. Amava i Weasley. E Victoire gli era mancata tanto.
- Finché non mi sei saltata addosso stavo molto bene. Ora credo di aver la schiena distrutta.
- Stai dicendo che sono grassa? - disse lei, spegnendo il sorriso che prima aveva stampato in faccia.
- Assolutamente no! - replicò Teddy, veloce come un fulmine. Sperò di essersi salvato, una cosa del genere poteva costargli la vita.
- Perfetto. Non ti sei fatto niente a scuola, vero?
- Niente.
Lei lo guardò perplessa – Guarda che lo capisco quando menti. Lo so che mi stai raccontando una bugia.
Molly lo guardò insospettita.
- Mamma, Teddy avrà sicuramente fame. Sono quasi le otto. Hai bisogno di aiuto in cucina? - chiese Ron, capendo la situazione.
- Ah sì, certo! Vieni, Ron, andiamo!
- Molly, vengo anch'io – dissero in coro Lyall e Andromeda.
Andromeda era un'ottima cuoca, ma Teddy pensò che lo facesse solo per cortesia, non amava cucinare ciò che gli altri decidevano. Invece Lyall era un patito di cucina e ogni volta che si trovava in mezzo ai fornelli si apriva in un sorriso grosso come una casa.
Alla fine rimasero solo Teddy e Victoire.
- Cosa devi dirmi? - disse lei, guardandolo dritto negli occhi.
- Che stai benissimo con la nuova acconciatura?
- E' la solita, non riuscirai ad evadere anche questa domanda.
- Ho fatto uno scherzo ad un professore.
- Ti ha beccato?
Teddy sorrise – Certo che no, George mi ha aiutato.
- E cosa gli avete fatto?
Teddy le raccontò per filo e per segno lo scherzo e se ne risero di gusto. Poi lei lo portò nella stanza che avevano scelto per lui.
Entrò e trovò una camera per una sola persona. Trovò strana questa cosa. Erano in tanti, perché lui era da solo?
- Harry ha preferito lasciarti questa camera solo a te e ne ha chiusa un'altra. Non sappiamo bene perché, ma io so soltanto che verrò qua a dormire perché camera mia sembra un pollaio. Siamo io, Dominique, Molly, Lucy e Rose.
- E i maschi sono in una camera tutti insieme anche loro?
- James e Albus sì, mentre Fred e Roxanne dormono a casa loro perché lo zio è triste e qua vuole venire il meno possibile. Più o meno come quando veniva alla Tana una sola volta l'anno, pranzava e tornava a casa, non so se te lo ricordi.
Teddy se lo ricordava bene. Fino a qualche anno prima George si comportava esattamente come aveva descritto Victoire. Nessuno era riuscito a capire il perché prima del matrimonio viveva tranquillamente in quella casa e dopo non era più riuscito ad entrarci. Nei primi anni di vita, Teddy e Victoire riuscivano a vedere lo zio solo a casa di altri parenti o nel suo negozio.
- Hugo e Lily?
- Dormono con i loro genitori.
- Ma quante stanze ci sono qua dentro?
Victoire si strinse nelle spalle – Non lo so, un po'. E poi è infestata di bestie, zio Harry e nonna Molly hanno passato due giorni per renderla presentabile e mi hanno raccontato che ai tempi in cui ci entrò lo zio la prima volta era molto messa peggio.
- Di chi era questa?
- Sirius Black.
Teddy capì dove si trovava. Sirius Black, il cugino di sua nonna. Il padrino di Harry. Gli stemmi di Grifondoro che riempivano la stanza, le foto di moto e la foto con dei giovani indicava proprio quello. Era la camera di colui che aveva dato il secondo nome a James. E uno dei ragazzi nella foto era proprio suo papà.
- Ma è lui? - chiese Victoire, guardando curiosa Remus Lupin.
- Sì.
- Che belli che erano insieme. Sembravano molti amici. Quello è uguale ad Harry!
Teddy annuì – E' suo padre James.
- Sono morti tutti in guerra?
Teddy annuì.
- Chi li ha uccisi?
- James Potter da Voldemort e Sirius Black dalla mia prozia, Bellatrix Lestrange.
- E tuo papà?
Teddy non seppe cosa rispondere.
- Non lo so e onestamente non mi interessa. Non voglio odiare una persona in più.
Victoire sembrò capire, visto che annuì e si sedette sul letto.
- Voi cosa avete fatto in tutto questo tempo che sono stato via?
- Ah guarda, non credevo che Fred e James potessero essere più fastidiosi di come li hai lasciati. Invece non si sono dati pace un attimo. Perfino zio George si è trovato a non saper più che scuse usare per difenderli da Angelina e Ginny. Una volta hanno piazzato sotto il tappeto nel salotto nella Tana delle Caccabombe sottili a pressione.
- Delle che?
- Una cosa che ha appena inventato zio George. Zio Percy è passato sopra il tappeto e sono esplose, inondandolo di Caccambomba liquida.
Teddy scoppiò a ridere.
- Non ridere! Tu non ti sei dovuto subire mio zio che pontificava su quello che dei figli di Eroi di Guerra possono o non possono fare.
- Pontificava?
Victoire sorrise – E' il termine che ha usato lui quando zio George gli ha fatto notare che parlava troppo.
Quel posto era una casa di matti.
- Teddy! - dissero in coro due voci. Davanti alla porta c'erano i due fratelli Potter. James, cinque anni e il solito sguardo da birbante, e Albus, che sembrava sempre un angioletto.
- Ciao ragazzi!
- Tutto bene a scuola? - gli chiese Albus, facendogli un grosso sorriso.
- Certamente – rispose Teddy, scompigliando i capelli del bambino.
- Io non ne sono così sicuro – ribatté James, con il solito sorriso che tirava fuori dopo aver tirato un a Caccabomba.
Victoire si girò di scatto verso il cugino, interessata – Cosa sai?
- Ho spiato papà e mamma un paio di giorni fa. So cose molto interessanti.
- Del tipo?
- Non tradisco il mio comandante.
Teddy scoppiò a ridere e tirò una pacca a James. Il fatto che sapesse qualcosa, però, lo preoccupava.
Victoire guardò male tutti e due e prese in braccio Albus, che sorrideva divertito.
- Hey gente, sono arrivato anch'io! - disse all'improvviso Fred, dopo aver aperto la porta con un calcio.
- Ciao campione! - disse a Teddy, per poi tirare un pugno a James e un cinque ad Albus – ciao cugina, ti sono mancato?
Victoire alzò gli occhi al cielo – Ancora tu! Non ci posso credere.
- E invece credici, cara cugina, perché sennò vengo ad abitare da te.
- Angelina non ti darà mai il permesso.
Fred strizzò gli occhi – Non mi serve il suo permesso, serve che mi cacci di casa. E fidati, ci sono vicino.
- Sei il solito cretino.
- Lo dice sempre anche a me – disse James, con uno sguardo di ammirazione verso Fred.
- Perché noi siamo i migliori, Jamie, e lei è solo gelosa della nostra gloria.
Victoire sbuffò – La cretineria non è gloria.
- Per questo non sei gloriosa.
- Simpatico, Fred.
- Lo so, me lo dicono tutti.
- Fatti due domande.
Fred le strizzò l'occhio – Ciao, Fred, come stai? Qual è la tua squadra di Quidditch preferita? Va bene, così? O devo anche rispondere?
Victoire lo guardò interrogativa.
- Mi sono fatto due domande, come mi avevi detto tu.
- Sei proprio spassoso, Fred – rispose lei, piatta.
- Ha già iniziato a rompere? – disse una nuova voce. Molly Weasley Jr. varcò la porta della camera, con la sua camminata annoiata. A differenza della sorella Lucy, che era composta come il padre, Molly aveva un'insofferenza verso la rigida disciplina insegnatagli dal padre.
- Ciao cugina, tutto bene? - chiese Fred, tentando l'approccio che aveva usato prima con Victoire.
- Fred, stai zitto.
- Anch'io ti voglio bene.
- Fred, chi ti ha ridato la facoltà di parlare?
- E dai cugina non essere così antipatica.
- Fred, muto, dai. Magari sembri anche intelligente se stai zitto.
- Ma...
- Sai cos'è il silenzio, Fred? E' una bella cosa e se lo infrangi ancora ti infilo una padella in parti che non si possono nominare.
Teddy sorrise. Era tornato a casa.Angolo dell'autore
Eccomi qua sono tornato! Il trimestre stava per finire e allora non sono riuscito a scrivere, poi durante le vacanze ho dormito e cazzeggiato, quindi non sono riuscito a caricare nuovi capitoli (però ne ho scritti altri due, ditemi voi: ne carico uno domani e uno dopodomani o uno a settimana?).
Che ne pensate di questo capitolo? Vi va di commentarlo? Non odiatemi troppo!Alla prossima,
Davide
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Ted Lupin e il Figlio dell'Assassino (Wattys2016)
FanfictionEvasione da Azkaban. Harry Potter e la sua squadra iniziano ad indagare, l'Ordine della Fenice torna a riunirsi e Draco Malfoy cerca un modo di tutelare la sua famiglia dagli attacchi dei Mangiamorte evasi. In questa cornice Teddy Lupin inizia la su...