Capitolo 17: Un silenzio pesante

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- Quindi non sapete niente di questo accordo? - chiese Harry al centauro che si trovava davanti a lui.
Il funerale di Ronan era appena finito e i centauri stavano tornando alle loro occupazioni. Gli era sembrato strano essere invitato a quell'evento, i centauri non invitavano mai nessuno ai loro eventi. Secondo Hermione era un segnale, una richiesta d'aiuto.
- No, Harry Potter, non conosciamo di cosa stai parlando.
- Quindi non potete dirmi niente.
- No.
- Non potete perché non sapete o perché non potete parlarne?
- No, Hermione Granger.
- Sei stato chiarissimo – rispose allora la strega. Qualcuno aveva un accordo con loro. Ed era pronto a farlo rispettare con il sangue.
- La Foresta è sicura? - domandò Harry.
- Non è mai stato sicuro questo luogo.
- Ci sono dei rischi per la scuola?
- Harry Potter, quella scuola è mai stata sicura?
Per quanto gli fosse sempre stato detto che era al sicuro, sapeva qual era la risposta giusta. I ricordi che lo animavano ogni volta che entrava in quella scuola avevano un gusto amaro. I morti nella Sala Grande, le persone riverse a terra, Voldemort che combatteva con Kingsley, Lumacorno e la professoressa McGranitt, Bellatrix Lestrange, la famiglia Malfoy. Dopo la guerra una commissione si era occupata di restaurare le magie protettive che custodivano la scuola. Avevano fatto un ottimo lavoro, ma non poteva dire con certezza che gli incantesimi erano forti come prima.
- Non è stato un buco nell'acqua, vero? - disse Hermione mentre uscivano dalla Foresta Proibita.
- Non lo so. Sicuramente sappiamo che quello che ha scritto Ronan è vero. Però ne sappiamo tanto quanto prima. Potremmo mandare qualcuno a seguire i centauri.
Hermione fece una smorfia – No, verrebbe ammazzato. Chiunque sia dietro a tutta questa storia è riuscito a mettere nel sacco i centauri, un Auror non dovrebbe essere un problema per lui.
Harry annuì. Hermione aveva ragione. Non avrebbe mandato al macello un suo uomo per niente. Sarebbe andato lui.
- Harry non pensare stupidaggini. Hai tre figli, non te lo puoi permettere.
- Come fai a sapere quello che penso? - chiese l'Auror, stupito.
- Ti conosco da quasi vent'anni, conosco la tua faccia da "mi sacrifico per tutti". Sei più prezioso da vivo che da morto. E se riuscissi a portare avanti la missione da solo e a completarla, ti ammazzerebbe Ginny.
Harry sorrise. Hermione aveva la ragione. La "Sindrome dell'Eroe" era forse la cosa che Ginny più odiava di lui.
- Ragazzi – chiamo allora una voce dietro di loro.
Neville li seguiva a passo spedito, con addosso solo un doppiopetto e una camicia. Harry ebbe freddo per lui.
- Non hai freddo, Neville? - chiese Hermione, mossa dal senso materno che aveva iniziato a nutrire dalla nascita di Rose.
In tutta risposta il professore iniziò a passarsi le mani lungo le braccia, cercando di scaldarsi.
- Un po' sì Hermione, ma mi sono dimenticato la giacca. Dovrei ricordarmi di portare la Ricordella, ma me la dimentico.
I tre scoppiarono a ridere.
- Vi hanno detto qualcosa i centauri?
- No. Ci hanno solo confermato che è un pericolo.
- E cosa pensate di fare?
Harry si passò la mano lungo il mento, riflettendo sul da farsi. E gli venne un'idea.
- Domani sera liberati da qualsiasi impegno, Neville – disse all'amico.
- Perché?
- Domani si riunirà l'Ordine della Fenice.

*


La casa di Grimmauld Place non era così di piena da anni. Harry, dopo la guerra, aveva vissuto per qualche tempo lì, ma dopo un po' si era trasferito in una graziosa villa a Godric's Hollow insieme a Ginny, vicino al cimitero dove si trovavano i suoi genitori. Nella casa di fianco a loro si erano poi trasferiti Hermione e Ron e la vecchia casa di Sirius Black era diventato un ritrovo solo occasionale per quando doveva restare a Londra o di quando aveva bisogno di un po' di tranquillità. Ora invece stava tornando operativo. Lui, Molly e George avevano passato tutto il tempo a mettere a lucido la casa. Molti letti erano stati portati nelle camere per ospitare, in caso di necessità, tutta la famiglia Weasley. E ora erano lì. Il Prescelto stava seduto ad un capo di un lunghissimo tavolo, con molti commensali seduti. Le stoviglie volavano via su ordine della signora Weasley e la tovaglia si era levata a mezz'aria e si stava piegando da sola. All'altra estremità del tavolo la professoressa McGranitt discuteva con Kingsley Sheckbolt, seduto alla sua destra. George e Percy ridevano di gusto, mentre Angelina cercava di rimanere seria. Audrey ed Hermione parlavano tranquillamente di incantesimi, mentre Ron le guardava sconsolato, per poi lanciare uno sguardo ad Harry per cercare appoggio. Hermione era pur sempre Hermione. Neville e Hannah stavano facendo una buffa imitazione della Umbridge e Lee Jordan era letteralmente caduto dalla sedia dal ridere. Arthur e Molly parlavano con Seamus e Dean, Fleur e Bill invece erano presissimi da un racconto Penelope Light, mentre Baston stava chiedendo spiegazioni dell'Accettabile che Ginny gli aveva dato nel pagellino dell'ultima partita.
- Ho fatto quella parata con capovolta che nessuno sa fare! Quello valeva da solo un Oltre Ogni Previsione!
- Sì, Oliver, ma poi ti è sfuggita una palla che neanche mia figlia riuscirebbe a mancare. Avresti meritato un Troll per quella.
- Ma quello è colpa del Cacciatore a cui è sfuggita!
- Infatti quello lì ha beccato un Troll. A te ho dato Accettabile per fare un media tra i due. E sono stata larga.
Baston sbuffò e Harry vide Luna e suo marito che toccavano la pancia di lei, più grossa del solito, mentre Susan Bones, Cho Chang e Abeforth Silente guardavano interessati, anche se quest'ultimo cercava di non farlo vedere.
Quando il pasto fu finito, Harry prese la forchetta e la batté tre volte contro il bicchiere di cristallo. Nella stanza calò in silenzio.
- Buonasera a tutti e benvenuti – disse Harry, dopo essersi alzato – purtroppo devo oggi riconvocare oggi l'Ordine della Fenice per prepararci al peggio.
Fleur storse il naso e nello stesso momento Dennis Canon fece una smorfia. Quel ragazzo da quando era rientrato dalla sua missione ad Azkaban era diventato più deciso e si stava buttando nell'indagine con tutto sé stesso. Harry sospettava che uno degli evasi fosse l'assassino di suo fratello.
- Come immagino tutti voi abbiate letto, sono evase dei Mangiamorte da Azkaban. In particolar modo si parla dei Lestrange, Yaxley, Rookwood e i due Carrow. Non si sa nulla di quello che è successo e di come hanno fatto. L'unica cosa che si sa è che chi li ha liberati ha il potere sui Dissennatori, in quanto li ha usati per aiutarli nell'evasione.
- Infine – continuò Hermione – Ronan, un centauro della Foresta Proibita, si è suicidato sostenendo che non vuole rispettare un patto, il quale ci metterebbe in pericolo. Non possiamo sapere altro perché probabilmente i centauri morirebbero se rivelassero qualcosa.
- Che tipo di giuramento è? - chiese Rolf Scamandro, il marito di Luna, che era un magizoologo di fama mondiale.
- Non ne abbiamo idea – disse Harry – speravamo che lo sapessi tu.
Rolf scosse la testa. - I centauri sono animali complicati e nascosti, non si sa molto di loro. Proverò a indagare, ma non posso garantire niente.
Harry annuì. Per quello che aveva conosciuto i centauri poteva sospettare che neanche i più grandi studiosi del campo avessero notizie precise su di loro.
- Sto cercando qualcosa a riguardo nella Sezione Proibita con il professor Dawlish, ma per adesso non abbiamo trovato niente. Puoi unirti a noi, se vuoi – intervenne la McGranitt. A sentir nominare Dawlish, Penelope, Baston e Dennis si scurirono. Molte persone non avevano accettato che la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure andasse a uno che aveva servito il Signore Oscuro. Harry, d'altro canto, l'aveva visto in modo positivo. Piton aveva avuto una storia simile a Dawlish e ora uno dei figli di Harry aveva il suo nome. Restava il fatto, però, che bisognava anche tenerlo d'occhio. Poteva essere un Piton come poteva essere un Barty Crouch Jr., anche se, avendoci lavorato insieme, credeva che assomigliasse un po' di più al primo.
- Quindi ora dobbiamo tenere tutti gli occhi aperti – disse Ron, serio – Rolf tu ti unirai alla ricerca, gli Auror si occuperanno di fare il loro lavoro e noialtri faremo dei turni per tenere sott'occhio la Foresta.
- Come? - chiese Baston.
- Nel modo più semplice: ci voliamo sopra.
- Ronald, smettila di dire cose intelligenti, tu devi essere quello stupido – scherzò George.
- Beh, George, la parte dello stupido la fai già tu, non ce ne servono altri.
Tutti scoppiarono a ridere, George compreso.
- Hey, Percy ha fatto una battuta! - disse sorridendo il gemello, ma poi si fermò. Una frase del genere era stata già detta. Da Fred.

*


- Mundungus Fletcher – disse Draco quando si trovò davanti il ladruncolo.
Gli occhietti furbi dell'uomo si spalancarono e fece per Smateliarizzarsi, ma non ci riuscì.
- Incantesimi anti-Smaterializzazione, mio caro codardo. Sono qui per chiacchierare, ma se preferisci ti ammazzo.
- M-m-malfoy – disse Mundungus, bianco in volto.
- Grazie, Fletcher, so benissimo come mi chiamo. Ovviamente vorrei sapere qualcosa che non so.
- I-i-io non so niente.
- Tipica risposta di chi sa qualcosa.
- Non so di cosa stai parlando.
Draco tirò fuori la bacchetta e la puntò contro Mundungus – Va bene, ultime parole?
Mundungus sbiancò ancora di più – Cosa vuoi sapere?
- Tutto quello che sai sugli evasi.
Il ladro annuì e si sedette sulla sedia davanti a quella dove era seduto Malfoy. Il monolocale di Mundungus sembrava davvero la tana di un topo: sporca, scarna, pronta a cadere a pezzi. Era fatto di un legno scadente e consisteva in una piccola cucina, un letto sfatto, un tavolino pieghevole e due sedie, quelle dove erano seduti lui e Draco.
- Erano in tanti e parlavano in tante lingue. A capo di questa banda c'erano i Lestrange.
- Non mi sei utile, Fletcher. Senti questo ticchettio? Sono gli ultimi secondi della tua vita che se ne vanno.
- Parlavano tra di loro dicendo che dovevano prendere tutti i centauri.
- Perché?
- Perché gli serviva come "incentivo" per far passare qualcosa per la Foresta Proibita.
- Cosa?
- Non ne ho idea. Dicevano che dovevano prendere qualcuno dalla scuola.
- Chi? Un professore? Un ragazzo? - chiese Draco. Il suo pensiero corse subito a Bartemius. Sperava davvero che non volessero lui.
- Non ne ho idea. So che lo vogliono vivo e immagino sia un uomo. Non so se giovane o vecchio. Ah, un'altra cosa.
- Ovvero?
Mundungus tremò tutto – Hanno detto che ti prenderanno e ti squarteranno nella piazza di Hogsmeade.  

Angolo dell'autore

Salve a tutti sono tornato con un capitolo nuovo d zecca. Ditemi per favore cosa ne pensate!

Alla prossima,

Davide

Ted Lupin e il Figlio dell'Assassino (Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora