Capitolo 19: Quidditch e brutte sorprese

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Baston quel giorno si alzò molto presto. Certo non aveva il sonno pesante come quello di Teddy, ma il sabato era impossibile che si alzasse prima delle dieci. Invece quando Teddy si svegliò non lo trovò già più. Ci mise un attimo per ricordarsi che c'era la partita. Quel giorno era il fantomatico giorno di Tassorosso-Serpeverde. In allenamento, il Cercatore dei Serpeverde si era infortunato e quindi quel giorno avrebbe giocato anche Bartemius. Bartemius ed Eva contro Baston. Nella loro comitiva era visto come un derby. I Serpeverde erano una squadra molto forte, con tutti e tre i Cacciatori di qualità eccelsa, tra cui Eva, e due Battitori con un mira straordinariamente precisa. Invece i Tassorosso erano una squadra molto affiatata, grazie alla tipica capacità Tassorosso di essere molto bravi a collaborare. I Cacciatori giocavano con passaggi corti e veloci, cosa che solitamente metteva in grossa difficoltà la squadra avversaria, mentre i bolidi erano sempre lanciati in coppia, cosa che rendeva molto difficile evitarli. Queste buone attitudini erano ulteriormente sottolineate dalle prestazioni di Baston. Era un fuoriclasse e questo si era già capito fin dalla partita contro Corvonero, dove non aveva subito neanche un gol. Tra parate spettacolari e rilanci perfetti, si era costruito un'ottima reputazione anche tra i ragazzi più vecchi.
Teddy e Anne arrivarono alle dieci e mezza in una Sala Grande ormai coperta di decorazioni natalizie e alberi di Natale. Baston era lì, nella divisa gialla da Quidditch, che parlava con Edgar. Teddy si sedette davanti a lui.
- Buongiorno, dormiglioni! Pronti per vedere il più grande portiere di tutti i tempi in azione?
Teddy gli sorrise, ancora troppo assonnato per rispondergli, mentre Anne gli tirò un'occhiataccia.
- Sì, Gradgrind è un gran bravo portiere, Baston, mi piace molto guardarlo – disse allora una voce maschile dietro di loro.
Bartemius ed Eva stavano in piedi dietro di loro, con le braccia incrociate e un sorriso sornione stampato in faccia.
- Certo – rispose allora Baston, rivolgendo uno sguardo di sfida ai due – purtroppo non si può dire lo stesso della Cacciatrice castana e del Cercatore.
Eva gli fece la linguaccia, mentre Bartemius alzò solamente le sopracciglia.
- Baston, muoviti! Dobbiamo andare al campo – disse un Tassorosso di qualche anno più grande, interrompendo la conversazione.
- Ho dimenticato la sciarpa – urlò Anne appena si trovò da sola con Teddy – già devo andare a vedere quello stupido gioco, se poi devo anche avere freddo preferisco stare qua.
- Baston ti ucciderebbe.
- Meglio che vederlo tutti i giorni.
- Oppure potrebbe starti addosso ancora più del solito e portarti all'esaurimento.
Anne sbuffò e borbottò – Dai, andiamo a prendere questa maledetta sciarpa.
Teddy sorrise. Sapeva che sarebbe riuscito a convincerla.
Andarono insieme nei dormitori di Tassorosso, dove lui aspettò nella Sala Comune. Dopo dieci minuti arrivò con la sciarpa giallo-rossa della sua casa.
- Muoviamoci dai. Sia mai che Sua Maestà Baston non abbia da dire sul fatto che siamo arrivati in ritardo.
Iniziarono ad avviarsi lungo il corridoio quando una risata mostruosa si levò dalle cucine, vicino al loro dormitorio. Teddy e Anne si fermarono immediatamente, rabbrividendo. Non aveva nulla di umano, anzi, sembrava un misto tra risucchio che faceva il lavandino quando si svuotava dall'acqua e lo stridore di un gesso sulla lavagna.
- Cosa diavolo è? - mormorò Anne, estraendo la bacchetta.
- Non lo so – rispose Teddy, attraversato da un brivido di paura – andiamo a vedere.
- Tu sei matto.
- Ci sono degli elfi domestici lì dentro. Non possiamo lasciarli morire!
- Dei che? - chiese Anne, turbata.
Teddy la ignorò e tirò fuori la bacchetta. A passi silenziosi si avvicinò alla porta della cucina. Quello che si trovò davanti lo turbò. Un qualcosa di gobbo, verde e con mani grinzose aveva legato tutti gli elfi domestici e stava intorno ad un calderone, mescolando convulsamente con un remo di legno. Coperto da un mantello nero e con il cappello a punta, il mostro faceva ancora più paura. Ma non era solo l'aspetto a far paura. Teddy sapeva cos'era quella cosa.
Il mostro alzò lo sguardo sui due Tassorosso.
- Bambini – disse aprendosi in un sorriso – tanta fame. Voglio bambini. Voi sarete il mio pasto.
- Ted? - chiese Anne con un brivido nella voce – Cosa dobbiamo fare?
- Corri Anne corri!

Ted Lupin e il Figlio dell'Assassino (Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora