Capitolo 16: Paure, ansie e lenzuola rosse

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Harry gli aveva detto di starne fuori, di evitare di indagare e di fare stupidaggini. Gli aveva detto che era meglio per lui e per la sua salute. Infatti appena era tornato a Hogwarts era andato a dormire. E ora si trovava in biblioteca, visto che casualmente gli era venuta voglia di cercare qualcosa su antichi giuramenti tra esseri magici.
- Niente - disse dopo diverse ore di ricerca.
- Niente neanche qui - ribadì Anne sconsolata.
- Neppure qui - disse Baston, che si era interessato talmente tanto alla vicenda da riuscire a stare cinque ore di fila in biblioteca.
- Io ve l'avevo detto - concluse un annoiato Bartemius, intento a leggere un libro sul Quidditch - non troverete mai nessuna alleanza fatta dai Centauri su libri di Storia della Magia umani. Non hanno fatto tanti patti con gli uomini, l'unico che mi viene in mente è quella con Harry Potter durante la Battaglia di Hogwarts, ma non è stato niente di formale. Sono solo arrivati lì e hanno aiutato l'Ordine della Fenice a vincere.
- Quindi stai dicendo che per forza la persona che ha istigato al suicidio del centauro non è umana? - chiese Eva, spuntando da dietro un grosso libro polveroso.
- Quindi ora che si fa? - chiese Baston.
- A meno che non vuoi andare nella Foresta Proibita e indagare di persona credo che l'unica cosa da fare e quella più sensata sia smettere di cercare - rispose il moretto.
- Bene, quando andiamo?
- Era ironico, Baston - disse Eva ridendo.
- Lo so, io invece no. Quando andiamo?
Eva scoppiò a ridere.
In quel momento Teddy chiuse il libro.
- Niente da fare. Non troveremo nulla, ha ragione Bartemius. Siamo ad un punto morto. Andiamo a pranzo.
Il pranzo fu passato in silenzio dai ragazzi. Baston probabilmente era così perché stava per addormentarsi, visto che per avere tempo libero per le ricerche aveva studiato tutta notte. Dawlish aveva lo stesso tenuto la verifica il lunedì, anche se da un paio di giorni si era ritirato nel suo ufficio e non usciva neanche per i pranzi.
Dopo pranzo Bartemius andò ad aiutare Eva, mentre Baston andò a dormire. Anne e Teddy decisero allora, imbacuccati, di uscire a godersi uno degli ultimi giorni di sole. Mancava ancora un mese e mezzo alla vacanze di Natale e il tempo scozzese stava ormai diventando brutto.
- Sai, non ci credo ancora di essere qui. E' tutto così strano - disse Anne mentre osservavano il Platano Picchiatore che si scrollava via di dosso le poche foglie ancora rimaste.
- Strano bello o strano brutto?
- Non lo so - disse lei scuotendo la testa - il posto è così bello, se stessi parlando con un Babbano direi "magico", ma non credo sia la parola giusta per definire il mio stupore con un mago.
Teddy sorrise.
- Ma non sono felice, Ted. Sono angosciata, ho paura. Non avevo mai visto nessuno morire, non avevo mai visto un centauro. Sono terrorizzata. Sta per succedere qualcosa.
Lei lo guardava triste, come se si aspettasse che lui la consolasse. Tutti nel gruppo lo avevano preso come quello serio, quello che sapeva sempre cosa fare e cosa dire. Ma lui ne era davvero in grado?
Più di cercare di essere quello che lo credcevano non sapeva che fare. Lui non loro era.
- E' un incidente, Anne. Stai tranquilla che non sta per succedere niente. Il Mondo Magico è complicato, ha molte sfumature, ma su una cosa sono certo: questo posto è il più sicuro in cui ci possiamo trovare.
Quella frase era ormai un cliché. La ripetevano tutti come un mantra, eppure durante gli anni di scuola di Harry non era stato un luogo così tanto sicuro. Sembrava una frase fatta per autoconvincersi di essere al sicuro. E in quel momento Teddy la stava usando proprio a quello scopo.
- Ne sei sicuro?
- Beh, non proprio sicurissimo - disse Teddy.
- Cosa vuol dire "non proprio sicurissimo"?
- Ehm... no – disse sorridendole.
Anne lo guardò e scoppiò a ridere. Non era una risata rilassata, tranquilla e liberatoria, ma isterica, stressata e tesa.
- E come facciamo adesso? Siamo dei testimoni di una morte.
Teddy pensò di nuovo al cadavere di Ronan e senti un brivido salirgli lungo la schiena. Era un essere magnifico, ma così disperato. Gli ricordava un lato di sé stesso. Quello nascosto, dove il dolore per la morte dei suoi genitori era ancora presente.
- Chiunque ci sia dietro, non riuscirà mai ad espugnare la scuola. Magari riuscirà ad arrivarci, ma Harry non glielo permetterà mai di fare del male a qualcuno di noi..
- Di questo ne sei davvero sicuro?
- Sì di questo sì.

Ted Lupin e il Figlio dell'Assassino (Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora