Capitolo 14: una strana storia

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- Possibile che ci deve sempre finire in mezzo la tua famiglia, Harry ? - chiese Dean, mentre camminavano per i corridoi dell'Ufficio Auror.
- Fidati Dean, me lo chiedo da quando avevo undici anni, purtroppo non ho ancora ottenuto nessuna risposta.
Dean accennò un sorriso, ma Harry sembrò non farci caso. Era successo un casino e Teddy c'era finito in mezzo. L'unica cosa che non avrebbe mai voluta era che lui finisse anche solo una volta a impicciarsi in affari pericolosi. Non che fino a quel momento avesse fatto cose granché pericolose, ma si sapeva, prima si iniziava con un cane a tre teste e poi si finiva a sconfiggere il più grande Mago Oscuro di tutti i tempi.
Era preoccupato. Ora capiva cosa provava la signora Weasley mentre vedeva il suo bambino ficcarsi in guai più grossi di lui ogni anno. Non pensava di finire prima o poi dall'altra parte della barricata.
- Hai convocato i tutori? - chiese Harry all'amico.
- Sì. Sono tutti arrivati, sono nella sala d'attesa del tuo ufficio.
- Chi è il tutore di quel Bartemius?
- Era chi immaginavi. Malfoy.
- Da quando lo ha in custodia?
- Da dopo la Battaglia di Hogwarts. Hanno tolto la patria potestà a Dolohov e allora l'ha ottenuta lui, che è il suo padrino. Ha anche un altro figlio, chiamato Scorpius Hyperion. Che razza di nome gli ha dato?
- Comunque meglio di quelli che ha dato Dolohov al suo - disse Harry prendendo il fascicolo sulla custodia che gli aveva appena dato Dean - Bartemius Salazar Antonin Augustus Abraxas Rabastan Rodolphus, questo ragazzo è condannato fin dalla nascita.
- Sei sicuro che non c'entri? E' cresciuto con Malfoy.
Harry scosse la testa - Ho conosciuto Ronan, mi sembra molto nel suo stile. Dubito che lui c'entri qualcosa. Che si sa di sua madre?
- E' impazzita dopo la cattura del marito. Ora è al San Mungo. E' la sorella di Pansy Parkinson.
- Povero ragazzo, spero che Malfoy si comporti bene con lui.
- Credo di sì, i controlli imposti dal Wizengamot ogni due anni hanno testimoniato un grandissimo affetto sia nei confronti di Draco che di sua moglie. Ho avuto delle difficoltà a trovarlo, la villa di famiglia era disabitata. Ho dovuto andare da sua moglie al San Mungo per riuscire a contattarlo. Si stanno nascondendo. Pensi che c'entrino con i Mangiamorte?
- E' sospetto, ma spero di no. Come spero che questa storia non c'entri niente con l'evasione.
Dean annuì.
- Vuoi partecipare agli interrogatori, Harry?
- Certo, vai a preparare il tutto. Io parlo con i tutori e arrivo.
Dean voltò a sinistra, mentre Harry andò dritto, verso la sala d'attesa del suo ufficio. Quando arrivò, trovò tre persone ad aspettarlo: Andromeda, Jane e Malfoy.
La moglie di suo cugino, appena lo vide, scattò verso di lui.
- Harry, cosa è successo? Perché state interrogando Anne?
- Tranquilla, Jane, non sta succedendo niente di grave. Hanno soltanto visto un semplice incidente e ora dobbiamo ricostruire le dinamiche. Tutto regolare. Ora se aspettate vicino alla sala interrogatori che i vostri ragazzi escano, potrete parlarci un attimo. Per misure di sicurezza non potete parlare a loro prima, dovrete aspettare in corridoio. Andromeda, conosci la strada?
La nonna di Teddy annuì - Durante la Prima Guerra ero sempre in quella sala. Vieni, cara, andiamo.
Le due donne se ne andarono e Harry fece per seguirle, ma una morsa si strinse sul suo braccio.
- Gli Aurur non si occupano mai di un semplice incidente, Potter. Lo sappiamo bene sia io che te. Ora dimmi: cosa è successo, per davvero?
- Non sono tenuto a giustificare l'operato del mio Ufficio con te, Malfoy.
- Si tratta del mio figlioccio - rispose il biondo, con la voce che buttava fuori disgusto. Era pallido e teso, con due grosse occhiaie, come se non dormisse di notte.
- Anche del mio, Malfoy. Tu, piuttosto, dove vivi adesso? La tua residenza ufficiale è disabitata.
- Ho il diritto di non dirtelo.
Harry lo guardò male. Stava nascondendo qualcosa.
- E io invece ho il dovere di scoprirlo. E se scopro anche solo una tua minima partecipazione alla fuga dei Mangiamorte, giuro su tutto ciò che ho di più caro che ti farò passare ad Azkaban anche tutti gli anni che ti ho risparmiato dieci anni fa.

*


La saletta d'attesa in cui erano stati messi Bartemius, Anne e Teddy era anonima. Bianca, con delle sedie in legno e due porte, anch'esse di legno. Una portava al corridoio dove erano venuti, l'altra al posto dove, come aveva detto il vicedirettore Thomas, "gli avrebbero fatto qualche domanda per comprendere l'accaduto". Hagrid era entrato per primo ed era ancora sotto interrogatorio, gli altri tre invece se ne stavano zitti e in silenzio, senza parlare. Era successo un casino e Bartemius c'era finito in mezzo. Non che avesse fatto niente di male, ma sapeva che un pregiudizio poteva fin da subito chiudere un'indagine. Il vicedirettore Thomas ne era un esempio. Dopo aver scoperto il suo nome lo aveva osservato per tutto il tempo con sospetto. Bartemius aveva paura. Sapeva che non poteva essere incastrato in nessun modo, ma quella diffidenza lo aveva distrutto psicologicamente.
- Andrà tutto bene, Barty - gli disse Teddy, dandogli una pacca sulla spalla - non abbiamo fatto niente di male. Li conosco quelli che lavorano in questo ufficio, sono persone a posto, non si faranno condizionare da chi sei figlio.
Bartemius gli fece un piccolo sorriso. Gli piaceva Teddy. Non era il gentile ragazzo scontato che aveva inquadrato la prima volta, ma era una persona molto riflessiva, come lui, ed era anche spaventosamente empatico. Non sapeva come, ma ogni volta riusciva a capire cosa pensava la gente e riusciva a farsi stare simpatico chiunque e a stare simpatico a chiunque. Era difficile trovargli un difetto, anche piccolo. Sembrava una di quelle persone destinata a fare grandi cose, ma che a loro non interessava e il loro unico obbiettivo era quello di essere felici. Però questo obbiettivo, nel caso di Teddy, non sembrava completamente c'entrato. Alcune volte sembrava triste, come se gli mancasse qualcosa. Doveva essere difficile essere i figli di eroi. Tutti li avevano conosciuti, tutti ne parlavano bene, e ciò ti faceva sentire ancora di più la sua mancanza. Si sentì quasi fortunato a essere il figlio di uno dei cattivi, uno di quelli di cui eri fiero di non averci mai avuto a che fare.
- Ma cosa ci faranno? - chiese Anne, cercando di iniziare una conversazione.
- Ci porteranno dentro e ci faranno qualche domanda.
- Il mio patrigno è anche stato incatenato.
- Il tuo patrigno era un Mangiamorte - disse Teddy, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- E quindi? - chiese Bartemius, mettendosi sulla difensiva.
- Ci sono procedure speciali per loro.
Visto? Era impossibile che dicesse anche solo una cattiveria. Era troppo buono.
- Quindi non ci incateneranno? - chiese Anne, ancora preoccupata.
- Credo proprio di no - disse il vicedirettore Thomas, che era spuntato silenziosamente dalla porta della sala interrogatorio - Bartemius, vieni pure.
In automatico il ragazzo si alzò e seguì l'Auror, che lo condusse dentro un corridoio scuro.
Ora mi torturano per farmi dire qualcosa. pensò il ragazzo. La sua ansia stava diventando ossessiva.
Thomas lo condusse fino ad una stanza in pietra, con un grosso tavolo al centro. Dietro il tavolo stava un uomo, sul quale le torce che illuminavano la stanza stavano facendo alcuni giochi di luce. Solo quando fu più vicino poté capire di trovarsi davanti ad Harry Potter. Lo aveva visto su molti libri di Storia della Magia e anche sulla Gazzetta della Profeta, ma di persona era molto diverso. Nei libri lo aveva sempre visto o con uno sguardo timido o con uno infastidito. Sembrava non amare particolarmente i fotografi. Ora invece sembrava più sereno, come se la vista di Bartemius lo intenerisse. Si sentì un po' meglio.
Thomas si sedette vicino al suo capo, coprendolo un po' dalla luce, cosicché Bartemius riuscì a vederlo un po' meglio, essendosi abituato alla semioscurità. Gli occhi verdi erano esattamente uguali a quelli di Anne, mentre i capelli scuri gli ricordavano un po' i suoi.
- Ciao Bartemius - disse lui. Una leggenda vivente lo chiamava per nome. Non poteva credere di avere davanti quell'uomo. Era la stessa persona che aveva combattuto contro Voldemort, contro i Dissennatori, contro draghi e Inferi. Ma non furono quelli i pensieri che lo colpirono di più. Lui aveva conosciuto i genitori di Teddy. Gli avevano chiesto di fare il padrino a loro figlio. Bartemius non poteva credere che una persona riuscisse ad aver fatto così tante cose. Gli sembrava il personaggio di un romanzo.
- S-salve - balbettò.
- Stai tranquillo, non è successo niente - disse Potter, sorridendogli. Gli fece qualche domanda inerente ai fatti e poi lo salutò, facendolo accompagnare da Thomas nella saletta da dove era venuto. Per tutto il tragitto il vicedirettore se ne restò in silenzio, continuando a guardarlo con la solita aria sospettosa.
Prese con se Anne e disse a Bartemius che per misure di sicurezza doveva uscire. Il ragazzo uscì in corridoio e trovò tre persone. Una era sicuramente la nonna di Teddy, visto che era quasi identica a Bellatrix Lestrange, mentre l'altra era una copia sputata di Anne, anche se aveva gli occhi azzurri. L'ultima persona era Draco. Lo osservava preoccupato, totalmente bianco.
- Stai bene? - disse, dopo essergli corso incontro e averlo abbracciato. Non erano da lui quei gesti di affetto.
- Non ti hanno fatto niente, vero?
- No, niente, il direttore Potter si è comportato benissimo.
Draco annuì - Per fortuna. Hanno fatto domande su dove abitiamo?
- No, ma anche se lo avessero fatto non glielo avrei detto.
- Perché mai?
Bartemius guardò il padrino. Lo conosceva bene.
- Perché ho capito che non vuoi che si sappia.
- Sei sempre stato un ragazzo intelligente. A scuola tutto bene?
Bartemius alzò un sopracciglio - A parte un centauro suicida?
Draco annuì. - Hai ragione, scusa, non è stata una domanda particolarmente intelligente.
Bartemius annuì. A volte Draco era un po' impacciato, ma ce la metteva tutta per essere un bravo genitore per lui.
- Comunque sì, ho degli amici adesso. Tuo cugino, la nipote di Harry Potter, il figlio di Baston e la figlia di Rosier. Magari non ne sarai contento, ma mi hanno accettato e mi trovo bene con loro.
Draco lo guardò. Aveva paura di averlo deluso, ma soprattutto aveva paura che lui non fosse d'accordo con le sue nuove amicizie. E lui, come al solito, sembrava capire le sue paure.
- Barty - disse lui, piegandosi per essere alla sua altezza - Io non giudicherò mai le tue scelte. Certo, non sono mai andato d'accordo con i genitori di nessuno di quelli, ma sono i tuoi amici, se sei felice con loro io sarò sempre al tuo fianco, qualsiasi cosa tu faccia.

Sono tornato. Scusate un po' il ritardo ma sono ammalato e ho scoperto la bellezza di The Sims 4.Questo capitolo è più corto degli altri, perché volevo approfondire la reazione di Bartemius e Draco a questo interrogatorio e poi perché nel prossimo capitolo tornerà anche lui, il mitico Draco Malfoy, per la prima volta scritto dal suo punto di vista. Non ho mai scritto di Draco, ma vediamo come andrà. E ora è arrivata una bellissima notizia: in questo link ( http://www.bestmovie.it/wp-content/uploads/2015/09/Schermata-09-2457268-alle-14.19.07.png) si vede un tweet della Rowling che da due notizie sconvolgenti:

1. James Srius Potter inizia la sua avventura scolastica nel settembre 2015 (in bocca al lupo James!), quindi ha due anni in più di Albus e non uno come si pensava. Verrà mandato a Grifondoro, come tutti si aspettavano.
2. Teddy è Caposcuola all'ultimo anno, è un TASSOROSSO e se l'è presa perché James non l'ha raggiunto. E sbam, scusatemi ragazzi ma pensare che ci ho azzeccato mi rende troppo felice. (Ringrazio molto morwenroth per la fantastica segnalazione)

Alla prossima,

Davide

Ted Lupin e il Figlio dell'Assassino (Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora