- Irresponsabili! Avreste potuto morire! - urlò Hermione. Lei, Harry, Kingsley, Ron e George si trovavano nell'ufficio del capo degli Auror. I due Weasley erano riusciti a sfuggire alla guardia di Hermione e degli Auror e avevano schiantato Malfoy. Harry non se la sentiva di dire loro qualcosa. Anche lui lo avrebbe fatto al posto loro. In situazioni simili lo aveva sempre fatto.
Ma Hermione no. Era su tutte le furie e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, si era spaventata. Quando Harry aveva raggiunto Ron, lui e il fratello avevano appena schiantato Malfoy. Hermione era arrivata appena dopo. Non aveva la rabbia in faccia, ma una maschera di terrore. Aveva avuto paura per suo marito. Poi era arrivata anche l'arrabbiatura.
- Ma abbiamo catturato il sospettato.
- Ma non eravate allenati, Ronald!
- E' da quando ho diciotto anni che combatto contro i Mangiamorte – disse George.
- E' da quando ne hai venti che non lo fai più, Goerge. Hai due figli, non puoi fare certe stronzate!
Harry e Kingsley si guardarono scandalizzati. Hermione non diceva mai parolacce.
- E tu, Ronald, non hai pensato a me? Non hai pensato a Rose e Hugo?
Ron era rosso di rabbia – Sì, ci ho pensato. Ho fatto questo per voi tre. Per evitare che dobbiate vivere in un mondo con certa gente in libertà.
- Ron, è il mio lavoro – disse Hermione addolcendosi – me ne devo occupare io.
Harry fece un respiro di sollievo. Il litigio sembrava acquietarsi, per fortuna. Si era già preparato a sopportare mesi di musi lunghi e litigate tra i due, ma sembrava che entro fine giornata si sarebbero calmati.
- Evidentemente se devo farlo io il tuo lavoro, non lo sai fare – le rispose Ron. Come non detto. Una cretinata peggiore era difficile da dire.
Hermione si zittì. Prese la sua giacca e si diresse verso la porta.
- Un'ultima cosa, Ron – disse al marito – io tornerò a dormire a casa nostra. Tu resterai alla Tana. Fino a quando Teddy sarà alla Tana ci resteranno anche i ragazzi, poi torneranno a casa con me. Tu non disturbarti.
E uscì sbattendo la porta.
Sull'ufficio cadde un silenzio imbarazzante.
- Tu la pensi come quella là? - chiese Ron all'amico.
"Quella là" è tua moglie pensò Harry.
- No, ma la capisco. Potevi evitarti quel commento sul suo lavoro.
Ron sbuffò ed Harry evitò di andare avanti. Già lui ed Hermione non si sarebbero parlati per un bel pezzo, se poi avesse smesso di parlare pure con Harry il clima sarebbe diventato troppo teso. George, per tutta la durata di quella scena, era rimasto in silenzio. Era strano. Solitamente quando quei due litigavano era il primo che si metteva a intervenire e a incitare la rissa. Invece, in quel momento, stava guardando in modo assente il pavimento.
- George, va tutto bene?
George annuì – Sì, scusa. Ora devo andare al lavoro, deve arrivare un fornitore importante.
- Quale fornitore? - chiese Ron.
Il fratello lo fulminò con lo sguardo – Dobbiamo andare, Ron.
Ron capì e lo seguì fuori dalla porta, lasciando Harry e Kingsley un po' interdetti.
- Come pensi l'abbia presa George? - chiese il Ministro a Harry.
- Penso che se si trovasse davanti Malfoy lo ammazzerebbe seduta stante.
- Quanto ci metterà a tranquillizzarsi?
- Si è riaperta una ferita che non si era mai rimarginata del tutto. Anche solo per dimenticarsi la faccia di Rookwood ci metterà degli anni.*
Il nome di Malfoy non era ancora stato reso pubblico e Harry pensava che fosse la cosa migliore. Kingsley aveva dichiarato che c'era stato un arresto quella mattina legato alle indagini ma non era sceso nei dettagli. La stampa ora sarebbe stata meno cattiva nel dire che il suo Ufficio non sapeva dove sbattere la testa, ma sarebbe diventata ancora più pressante per sapere il nome dell'arrestato.
Draco Malfoy. Quante volte, quando era scuola, aveva sognato di portarlo in manette ad Azkaban?
Tante, eppure ora non voleva farlo. Sperava ancora che non c'entrasse niente. Che fosse stato incastrato. Se lo sentiva che non c'entrava. Mentre lo guardava dallo spioncino capì che non aveva la faccia del colpevole. Aveva uno sguardo spaventato, arrabbiato.
- Harry – disse Dean – abbiamo appena finito di analizzare la bacchetta.
- E?
- E' stato Malfoy. Gli ultimi due incantesimi sono Wingardium Leviosa e Avada Kedavra. Ha ucciso lui la ragazza e ha anche lanciato il Marchio Nero.
Harry annuì.
- Proviamo a vedere cosa ci dice.
I due entrarono nella stanza. Malfoy era seduto stancamente sulla sedia, incatenato.
- Malfoy – disse Harry, sedendosi davanti al biondo.
- Potter – rispose lui. Non aveva un tono sprezzante, ma diffidente. Non si fidava di lui. Strano per un colpevole. Aveva interrogato tanti criminali. Di solito non reagivano così. Trovavano l'interrogatorio come una sfida. Lui sembrava stanco. Sembrava più uno di quei piccoli delinquenti che l'Ufficio per l'Applicazione della Legge Magica fermava ogni giorno.
- Ti devo dire che sei attualmente indagato per attività Mangiamorte, omicidio, resistenza a pubblico ufficiale e concorso in evasione. Come ti dichiari?
- Innocente – rispose Malfoy, lo sguardo stanco ma deciso.
Thomas scoppiò a ridere. Era una risata sprezzante. Era la risata di chi aveva in mano il proprio nemico e stava decidendo se ucciderlo o lasciarlo vivere. A differenza di Harry, Dean aveva un rancore cieco nei confronti dei Mangiamorte, dopo che era stato costretto a fuggire per tutto quel tempo solo perché Nato Babbano.
- Che cosa c'è di divertente, Thomas? - disse Malfoy, con un tono che riportò Harry ai suoi giorni a Hogwarts.
- Sai cos'è questa, Malfoy? – gli chiese Dean, tirando fuori dalla tasca interna della giacca la bacchetta di Draco.
- Ma davvero? La mia bacchetta, è abbastanza ovvio.
- Bene, sai cosa hanno trovato nella tua bacchetta?
- Illuminami Thomas.
- La Maledizione Mortale, compiuta poco prima che un cadavere fosse rinvenuto lì vicino.
Malfoy impallidì, spalancando la bocca.
- Io non c'entro niente.
- Sì, certo, Malfoy. C'è anche l'incantesimo con cui l'hai fatta svolazzare davanti a noi.
- Thomas, io non c'entro nulla! Sono stato incastrato!
- Chi ti ha incastrato? - chiese Harry. Il suo sesto senso gli credeva.
- Dai Harry! Non crederai a questa cretinata? - sbottò Dean. La sua capacità di giudizio era fortemente compromessa, il suo unico obbiettivo era sbattere Malfoy ad Azkaban per tutta la vita.
- Dean, vai fuori.
- Harry non dire stronzate!
Harry si girò e lo guardo dritto negli occhi. Anche se lui era seduto e Dean in piedi, lo fulminò lo stesso.
- Vai. Fuori. Subito.
Il suo vice scattò verso la porta e uscì sbattendola.
Harry e Malfoy restarono da soli.
- Chi ti avrebbe incastrato?
- Rodolphus Lestrange.
- C'era anche lui nella casa?
Malfoy annuì – Eravamo gli unici.
- Testimoni hanno visto chiaramente Rookwood.
- Non lo so, non l'ho visto né sentito.
Harry annuì, i rilievi che avevano fatto prima di irrompere avevano rivelato che c'erano tre persone all'interno. Malfoy, Lestrange, Rookwood. Probabilmente la ragazza era già stata uccisa.
- Raccontami tutto, Malfoy, non sei nella condizione di tenermi nascosto nulla.
Draco sollevò un sopracciglio – Chi mi dice che mi posso fidare di te, Potter?
Harry sbuffò – Le persone che stiamo cercando hanno collaborato a uccidere mia madre e mio padre, hanno ucciso uno dei miei cognati, il mio padrino e i genitori del mio figlioccio. Credo sia un po' difficile che io mi unisca a loro.
Malfoy restò impassibile ma poi parve accettare.
- Come puoi immaginare, dopo che io e la mia famiglia abbiamo testimoniato contro di loro, ci detestano. Appena sono evasi ho fatto delle ricerche in giro e ho saputo del rapimento dei centauri.
- Da chi?
- Da Hepburn.
- Il capo di una delle bande di Notturn Alley?
Malfoy annuì.
- E' lui che ti ha mandato da Mundungus Fletcher?
- Mi controllavate? - chiese Malfoy offeso.
- Non il mio Ufficio, non cambiare argomento. Perché ti ha mandato da Fletcher?
- Diceva che sapeva qualcosa.
- E la sapeva?
- Sì, ha detto che dovevano far passare qualcosa per la Foresta Proibita. Vogliono qualcosa da dentro la scuola.
- Cosa?
- Non so. Sicuramente una persona, non so se uno studente o un professore. Hanno usato i centauri dei Monti Cambrici per ricattare quelli della Foresta Proibita. Sono imparentati.
Harry si accasciò sulla sedia. Ecco cosa avevano i centauri. Era preoccupato. La scuola era sotto attacco. Potevano volere Teddy o Anne perché erano imparentati con lui.
- Perché eri in quella casa?
- Perché dovevo incontrare Goyle, ma a quanto pare era una trappola. Era sotto la Maledizione Imperius.
- Hai prova di tutte le cose che stai dicendo?
- Solo Fletcher.
- Non posso liberarti senza prove. Come possono averti preso la bacchetta?
- Sono stato disarmato da mio zio. Era buio, qualcuno avrebbe potuto prenderla nella penombra e poi rimetterla a posto.
Harry sbuffò – Ti terrò nelle celle dell'Ufficio e metterò una squadra a proteggerti. Non posso fare altro senza prove.
- Lo so – disse Draco – puoi farmi un favore, Potter?
- Dimmi.
- Proteggi la mia famiglia.
Angolo dell'autoreCiao a tutti, sono tornato! Ecco a voi il nuovo capitolo. Nei prossimi si ritornerà a Hogwarts, quindi Teddy e Bartemius riprenderanno la loro parte dominante nel racconto. Ditemi cosa ne pensate di questo e ancora grazie a tutti per il seguito che sto ricevendo per una storia con un protagonista così di nicchia!
Alla prossima,
Davide
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Ted Lupin e il Figlio dell'Assassino (Wattys2016)
FanfictionEvasione da Azkaban. Harry Potter e la sua squadra iniziano ad indagare, l'Ordine della Fenice torna a riunirsi e Draco Malfoy cerca un modo di tutelare la sua famiglia dagli attacchi dei Mangiamorte evasi. In questa cornice Teddy Lupin inizia la su...