Capitolo 13: Misteri

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- In nome della nostra vecchia alleanza dovete concedere il passaggio ai miei uomini, lo sapete. Avete giurato. Non potete ritirarvi così, senza ricadere nelle conseguenze: la morte - disse il Maestro, seduto su un tronco d'albero. Davanti a lui un grosso centauro dai capelli e dal manto corvino lo guardava con astio. Non che al Maestro gli interessasse. Per lui quella bestia poteva morire tranquillamente. Non c'erano più i centauri di una volta.
- Abbiamo preso una scelta. Non ci schieriamo più con i Mangiamorte.
Il Maestro sbuffò - Ronan, smettila con questa sceneggiata. Ora non sono più dei Mangiamorte, sono al mio servizio. E vorrei che non mi paragonassi a Voldemort. Era un mago troppo rozzo per essere veramente utile.
- Tuo figlio lo ha servito.
- Mio figlio ha servito molte persone. Ma sì, con Voldemort ha proprio ricevuto una sbandata.
- E noi perché dovremmo servire te?
- Non so... Hai presente tuo fratello Dorian?
Ronan sbiancò.
- Cosa gli hai fatto, lurido verme?
- Io? - disse il Maestro - Io ancora niente, ma ora come ora è nelle mani dei Lastrange. E a loro ho detto di tenerlo in vita, non di lasciarlo incolume.
- Sei un mostro.
- Me lo dicono in tanti, ma no, non sono un mostro. Sono conscio di quello che voglio e so come ottenerlo.
- Vuoi solo il nostro diritto di passaggio?
- Non è che lo voglio. Siete costretti a darmelo in virtù del giuramento, se non volete rispettarlo morirete. Quello che voglio è che voi rendiate il passaggio dei miei uomini in queste terre una passeggiata. Dovrete scortarli e ovviamente non fare loro del male o permettere che qualcuno degli altri glielo faccia.
- I miei uomini non accetteranno mai, lo sai.
Da sotto il cappuccio, il Maestro sorrise.
- Oh, io invece credo proprio di sì - disse, estraendo una manciata di foto. Su ognuna c'erano una decina di centauri, tutti sanguinanti e incatenati.
- Diciamo che tuo fratello non è l'unico parente che mi sono preso. Non potevo lasciarlo solo.
Ronan sembrava un cadavere.
- N-ne devo parlare con gli altri.
- Oh certo - disse tranquillo il maestro - porta anche le foto. Potrebbero essere d'aiuto.
Ronan si allontanò, lanciando un ultimo sguardo di orrore al Maestro.
Il Maestro sapeva già come sarebbe tornato. Con la coda tra le gambe, sconfitto e con la testa china, pronto a sottomettersi al suo nuovo padrone. Mai sottovalutare gli accordi del passato, soprattutto se stipulati con lui. Prima o poi sarebbe ritornato a riscuotere la sua parte.
- Siamo d'accordo - disse il centauro, quando tornò, tutto mogio.
- Bene, bestia - esclamò il Maestro, rivolgendosi con superiorità al centauro - d'ora in poi mi dovrete chiamare padrone. O i vostri parenti moriranno.
- Questo non era previsto nel patto che ci hai appena proposto.
Il Maestro rise - No, Ronan, tu non hai ancora capito. Questo non è un accordo tra pari, voi siete inferiori a me. Non mi ubbidirete? Morirete tutti, moriranno i vostri cari e io vi sostituirò con un gruppo di centauri a me fedeli. Vi sto dando una possibilità perché oggi mi sono svegliato con il buon umore e non ho particolare voglia di vedervi morti. Se domani decido che il patto non mi va, vi ammazzo tutti.
Ronan piegò la testa. Sembrava sul punto di piangere.
- Sì... padrone.
- Bravo Ronan, ora inginocchiati e baciami l'anello.
E così fece. Il Maestro aveva vinto. Di nuovo.

*


Bartemius non era male. Nel mese a seguire allo scherzo, Teddy e lui avevano stretto un rapporto più stretto. Entrambi avevano voglia d'apprendere, amavano il Quidditch (epiche erano state le litigate con Baston ed Eva, convinti sostenitori del Puddlemere, e loro, fieri tifosi dei Tornados). Teddy aveva scoperto di avere una straordinaria passione per gli incantesimi offensivi e il Serpeverde gli aveva prestato dei libri, che lo avevano aiutato molto. Il programma di Difesa di quell'anno lo aveva già finito, almeno dal punto di vista pratico, mentre era già arrivato alla metà dei libri di Trasfigurazione e Incantesimi. A parte il lunedì che era occupato dalle nove alle diciannove, gli altri giorni staccava circa verso le diciassette, anche se il mercoledì riprendeva alle ventiquattro con la lezione di Astronomia. Certo negli anni successivi non sarebbe stato così, visto che si sarebbero aggiunte delle materie, ma per adesso riusciva agilmente a finire i compiti in tre quarti d'ora e poi a buttarsi avanti con il programma insieme ad Anne. Baston appariva ogni tanto, sempre vestito da portiere, con la scopa in mano, si buttava sulla sedia della biblioteca sporco di fango, appoggiava i piedi sul tavolo e puntualmente diceva: - Siete ancora qui a studiare? Godetevi un po' la vita, con questo sole non si può stare sui libri. Per le mutande di Merlino quanto mi fate pietà.
Dopo quella frase, che di solito avveniva verso le diciannove, dopo un'ora e un quarto di approfondimento e due ore totali di studio, abbandonavano la biblioteca e si dirigevano fuori dal castello solo per scoprire che stava piovendo, senza traccia del sole di cui aveva parlato Baston. L'unico sole che splendeva, in conclusione, era quella della voglia di non studiare del nuovo portiere di Tassorosso.
Bartemius lo si vedeva soltanto quando erano a lezione insieme o alla sera, quando evadevano il coprifuoco con il beneplacito del professor Jordan e si rifugiavano nella Stanza delle Necessità, ma quasi mai prima di cena. A quanto aveva detto, cercava di far studiare Eva, che da quando era entrata a far parte nella squadra di Quidditch (mentre Bartemius non c'era riuscito, visto che il capitano era un Cercatore come lui) aveva iniziato a interessarsi alla scuola più o meno quanto Baston. Anche per questo, Baston le sbavava dietro. Ma quel sabato tutto si poteva fare. Eva era all'allenamento di Quidditch, mentre Baston si era buttato a capofitto sul libro di Difesa contro le Arti Oscure, visto che Dawlish aveva programmato una verifica lunedì su tutto il programma e lui non aveva ancora aperto libro. Bartemius, Anne e Teddy invece erano liberissimi. Così decisero di andare da Hagrid.
- Ma chi? il professore-guardiacaccia? - chiese quando Teddy glielo propose.
- Lui - rispose Anne, che ormai aveva fatto amicizia con il mezzogigante e ora non la preoccupava più di tanto.
- Ma voi avete la minima idea di cosa hanno fatto gli amici di mio papà o forse lui stesso a quell'uomo?
Teddy lo capiva. Aveva notato come guardava in modo diffidente le persone. Anche loro, nelle prime settimane che lo avevano coinvolto nel loro trio era stato molto diffidente. Sembrava che avesse paura di essere vittima di uno scherzo per vendicarsi di suo padre. C'era voluto un po' di tempo per toglierli dalla testa quell'idea.
- Su non fare il noioso, Bartemius. Mio padre pestava Harry Potter - replicò Anne.
- Il mio probabilmente lo ha torturato. Voi andate, io resto qui.
- Bartemius, non farmi arrabbiare.
- Non mi interessa se ti arrabbi, Anne. Nessuno riuscirà a smuovermi da qui.
Dopo cinque minuti erano in cammino verso il capanno di Hagrid, con Bartemius con un orecchio rosso e il polso immobilizzato dalla mano di Anne, come se lei avesse paura che scappasse.
Davanti a tutta questa scena, Teddy osservava divertito i due con un sorriso stampato sulle labbra. Sembrava tutto così normale. Quando aveva lasciato casa aveva pensato che tutto gli sarebbe sembrato strano, che avrebbe messo molto tempo per entrare nell'ottica della scuola, che avrebbe sofferto molto la mancanza di casa. Erano già a novembre e tutte le sue preoccupazioni erano svanite. Si alzava ogni mattina con il sorriso in faccia, anzi no, quello era impossibile, ma comunque era felice dei suoi amici. Oltre alla cerchia ristretta formata da Anne, Bartemius, Baston ed Eva (anche se con lei non aveva ancora il rapporto che aveva con gli altri tre), c'erano anche gli amici di Baston ed Edgar Bones, il loro compagno di stanza. Non era solo e ciò lo rendeva immensamente felice. Anne buttò quasi giù la porta di Hagrid quando bussò alla porta. Il mezzogigante la aprì subito e la ragazza scattò dentro, tirandosi dietro Bartemius.
- Ci hai tutto a posto, Anne? - chiese titubante Hagrid, osservando la ragazza.
- Io, perfettamente - rispose la Tassorosso - è lui che non voleva venire qui perché diceva che suo padre ti aveva procurato troppo dolore.
Bartemius era bordeaux.
- Certo, ha pensato bene. Non voglio avere figli di Mangiamorte in casa mia.
Dal bordeaux di prima, il moretto si fece piccolo piccolo e sbiancò totalmente. Teddy guardò malissimo il guardiacaccia, che scoppiò a ridere.
- Sto scherzando, stacci tranquillo!
Bartemius abbozzò un sorriso, ma più che tranquillizzarsi sembrava un gatto sulla difensiva.
- Qualcuno vuole un po' di the e di biscotti?
- Solo the, grazie! - gridarono all'unisono Teddy e Anne, che avevano già avuto a che fare con i biscotti duri come il cemento di Hagrid.
Bartemius invece no e iniziò a dire - Io li prenderei un po' di biscotti!
Anne e Teddy iniziarono a fargli convulsamente segno di no e allora ritrattò: - Anzi no, non ho ancora digerito il pranzo.
Teddy si tirò una manata in faccia: erano le undici, l'ora di pranzo non era ancora arrivata. Per fortuna Hagrid non sembrò accorgersene.
- Allora, come va la scuola? - chiese dopo essersi seduto.
- Tutto bene - rispose Teddy - niente di nuovo. Va tutto bene, sia a scuola sia a casa.
- Certo, certo. Ci avete sentito lo scherzetto hanno fatto al professor Lumacorno? A me non mi piacesse per niente se sarei uno di quelli che l'hanno fatto, la McGranitt sembra in guerra.
Teddy fece un piccolo sorrisetto. La preside non aveva visto di buon occhio lo scherzo, aveva tolto cento punti a Corvonero e stava cercando giorno e notte il colpevole, annunciando tutto questo davanti a un Lee Jordan che rideva a crepapelle. Zio George si era fatto spedire una lettera da Teddy con il discorso parola per parola della preside e lo aveva appeso nel suo studio. Non contento, aveva inviato anche un mazzo di rose alla McGranitt, definendola "la sua professoressa musona preferita". Tutto questo aveva portato Baston a procurarsi una sua foto e a erigere un altarino nel dormitorio, che difendeva gelosamente. Nei momenti di difficoltà, che nel suo caso erano le tirate di studio da dieci ore visto che non aveva aperto libro da inizio anno, iniziava a dire continuamente la stessa frase: "Che George Weasley sia con noi".
- Perché ridi, Teddy? Non ci è mica niente di divertente! Il professor Lumacorno si è offeso molto con i Corvonero. Pensate che non li invita più alle sue cene.
Teddy e Bartemius scoppiarono a ridere, mentre Anne borbottò - Magari è per questo che l'hanno fatto.
Anche Anne si era trovata a partecipare a quelle cene e alla fine si era scusata con i due, capendo il perché lo avevano fatto. L'unico che si godeva la sua non partecipazione al club era Bartemius, che quando Lumacorno si complimentava con lui per la buona riuscita di una pozione, gli ricordava di chiamarsi Dolohov, in modo che il disprezzo di Lumacorno verso i Mangiamorte fosse più forte delle capacità dello studente.
Hagrid sembrò sul punto di rispondere, quando un fortissimo urlo ruppe la quiete.
Il guardiaccia si alzò di scatto, rovesciando il tavolo. Bartemius riuscì a evitarlo, tirandosi dietro Anne, mentre Teddy era già scattato alla finestra. Una figura umana era accasciata a terra, con di fianco quella di un animale, forse di un cavallo.
- Un centauro a terra - gridò Bartemius ad Hagrid dopo aver dato un occhio fuori dalla finestra.
Il mezzogigante corse fuori dalla casetta, ma fu superato dal Serpeverde a bacchetta sguainata. Teddy lo seguì. La scena che si trovò davanti fu agghiacciante.
Un centauro dai capelli rossi e dal manto castano era a terra, con il viso esangue. La sua mano era stretta su un pugnale dall'impugnatura argentata, il quale era conficcato nel petto. Il sangue sgorgava velocemente fuori dalla ferita, senza niente a fermarlo.
- RONAN! - gridò Hagrid, appena riconobbe il centauro. Si inginocchiò e gli toccò il collo.
- E' morto - sussurrò.
Bartemius alzò la bacchetta e urlò - Periculum!
Una pioggia di scintille rosse si levò dalla sua bacchetta e colorò il cielo.
- Ha una lettera in mano - bisbigliò Anne, che era stata in silenzio fino a quel momento.
Teddy guardò la mano sinistra, quella libera, e vide un pezzo di pergamena. Si avvicinò e lo raccolse. Diceva:

Nella mia vita non ho mai piegato la testa.Credevo che nessuno del mio popolo potesse essere sopraffatto.Ma quasi duecento anni fa facemmo un patto con un uomoe lo stesso uomo ora ci ha piegati con la forza e siamo costretti a obbedire,pena la morte.La morte me la infliggo da solo, perché senza dignità non so cosa mi resta.Non posso dirvi molto altro, ma solo che la scuola e voi umani siete in pericolo,agite di conseguenza.Addio,Ronan


Teddy rilesse il foglio ed ebbe paura, lo lasciò a Bartemius, che se lo trascrisse su un foglietto. Pericolo? Ma non poteva essere tutto un po' più semplice e pacifico quel posto? Era una scuola, non la sede dell'Ufficio Auror!
- Hagrid, stai bene? - chiese al mezzogigante, ancora scosso davanti al cadavere del centauro.
- Sì - balbettò in risposta - voi state tutti bene? Scandalizzati?
Bartemius sussurrò qualcosa che sembrava terribilmente: "E secondo te come diavolo dovremmo stare?", mentre Anne si guardava ancora in giro scioccata.
Dopo poco arrivarono la preside McGranitt e il professor Dawlish.
- Chi è stato a lanciare le scintille? - chiese il professore.
Bartemius alzò timidamente la mano.
- Ottimo lavoro, Dolohov. Cinque punti a Serpeverde - rispose il professore distratto, esaminando la lettera del centauro che la McGranitt gli aveva appena dato.
- Avete visto qualcosa, voi? - chiese la professoressa, il viso anziano che guardava con preoccupazione i ragazzi.
Teddy guardò la professoressa e rispose - Abbiamo solo sentito un urlo, poi niente.
- Siete sicuri?
- Sì, professoressa - dissero i tre all'unisono.
- Professoressa - disse una voce che Teddy ben conosceva. Dean Thomas era arrivato silenziosamente e ora osservava apprensivo Teddy.
- Mi dica, Thomas.
- Per questioni di sicurezza nazionale bisogna nascondere questa notizia alla stampa e isolare questa zona evitando che terzi riescano a vederla. Ho contattato Harry, tutto ciò è molto strano.
- Thomas, dovresti essere abituato. Hai visto molte più stranezze tu che tutti gli studenti di questa scuola messi insieme.  

Angolo dell'autore

In questi ultimi tempi sono abbastanza celere a caricare nuovi capitoli. In questo ho dato una svolta un po' dark per iniziare a entrare nel vivo della storia. E' morto anche un personaggio appartenente alla saga principale, Cassandro, il centauro antipatico apparso in "Harry Potter e la Pietra Filosofale", il quale, visto che la Rowling ha sostenuto che i centauri avevano cambiato atteggiamento verso gli umani, con un ultimo gesto ha avvisato gli umani,per quanto possibile dal giuramento, del pericolo.
Oltre a questo voglio ringraziarvi davvero tanto per il sostegno che ho ricevuto in questi ultimi capitoli, dove le persone che seguono questa storia sono aumentate esponenzialmente. Se all'inizio ero un po' critico verso Wattpad ora mi sono ricreduto.

Alla prossima,

Davide

Ted Lupin e il Figlio dell'Assassino (Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora