Teddy, Bartemius e Baston camminavano silenziosamente con la bacchetta in mano. Si erano lanciati all'inseguimento dei Mangiamorte insieme alle due ragazze ed erano stati presto raggiunti da Hermione, Ron e George. Proprio quando sembrava mettersi male per i cattivi, Lestrange aveva lanciato un incantesimo contro la porta del Secondo Piano e i tre adulti e le due ragazze erano rimasti fuori. I tre ragazzini invece era riusiti a superare la porta prima che l'incantesimo-barriera bloccasse loro l'ingresso e ora si trovavano da soli in territorio nemico. Perlomeno sembrava che i cinque Mangiamorte sopravvissuti ai serpenti non se ne fossero accorti.
Bartemius parlava Serpentese. Quando lo aveva visto quasi non ci aveva creduto, ma dopo aver visto i rettili attaccare i Mangiamorte aveva capito che aveva assistito davvero a qualcosa di raro.
Molti avrebbero detto "qualcosa di raro e sbagliato" ma Teddy non era di questo pensiero. Forse era un illuso, ma era certo che Bartemius fosse buono. Certo, lo aveva molto spaventato quando aveva fatto uccidere a morsi una una mezza dozzina di Mangiamorte, ma era certo che anche suo papà e sua mamma durante la guerra avessero ucciso qualcuno, così come erano stati uccisi. Non sapeva se pensasse ciò per lo stato di shock adrenalitico in cui si trovava o per chissà quale altra cosa, ma la certezza dell'onestà di Bartemius era per lui un dato di fatto.
Ma non er quello il momento adatto di pensare ad altro. Dovevano evitare d essere scoperti.
- Vuoi ancora usare i serpenti? - disse Baston, parlando talmente a bassavoce da sembrare a malapena udibile.
Bartemius puntò la bacchetta contro il Mangiamorte in fondo al corridoio e sussurrò - Muffliato.
- Non posso usare i serpenti adesso, se ci individuano non avremo Auror a difenderci -disse ad alta voce.
- Ma sei pazzo? - squittì stizzito Teddy - Ti sentiranno!
- Ho lanciato su di loro il Muffliato, fidati che non faranno assolutamente un bel niente.
- Ma perché conosce così tanti incantesimi? - chiese Baston rivolto a nessuno in particolare.
- Qualcuno nel tempo libero gioca a Quidditch, qualcun altro studia come difendersi - ribatté il Serpeverde.
- Ragazzi mi sembra un battibecco inutile - disse Teddy, interrompendo una risposta piccata di Bartemius - siamo da soli noi tre con un gruppo di Mangiamorte, senza sapere bene cosa fare e con un rischio di morire che supera di molto il 50 percento. Dobbiamo trovare un modo per uscire di qui.Vivi. E impedire che Bartemius venga catturato.
- Soprattutto proteggere Bartemius - disse Baston.
- Stai dicendo che sacrificheresti la tua vita per la mia libertà, Baston?
Il Tassorosso si strinse nelle spalle - Non devono averla vinta.
- Mi hai quasi commosso, poi dovrò vedere che cosa hanno messo nel tuo cibo.
Teddy sbuffò. Quei due stavano parlando troppo e non pensavano a come uscirne.
- Bene ragazzi, ora state zitti e pensate a cosa fare?
I due si zittirono.
- Ci buttiamo dalla finestra?
- Troppo in alto, Baston.
- Potremmo usare un Incantesimo di Appello.
- Lo sai fare solo tu, Bartemius, e non credo che riusciremo ad aprire una finestra senza che si accorgano di noi.
Una porta si aprì cigolando e una voce disse - Entrate, vi stavo aspettando.
Teddy si sporse oltre il muro e vide la porta dell'Aula di Difesa contro le Arti Oscure spalancata e Dawlish davanti appoggiato alla parete. I Mangiamorte entrarono tranquillamente, dando pacche sulle spalle al professore.
- Brutto bastardo - sibilò Baston e si lanciò verso la porta spalancata. Teddy restò di sasso. Lo avrebbero ammazzato.
Come se lo avesse chiamato spuntò Plenilunio, che volò sopra Baston e lo rese invisibile.
Bartemius lo guardò stupito - Che facciamo ora?
Teddy sbuffò - Affrontiamo il pericolo nella maniera più stupida, come nostro solito.
Si buttò dietro a Baston, seguito da Bartemius e, protetti dall'invisibilità del corvo, entrarono dentro la classe.
Da vuota l'aula sembrava talmente ampia da essere paragonabile alla Sala Grande, anche se sapeva che non era vero.
Dawlish sembrava perfettamente a suo agio insieme a dei Mangiamorte, come se fosse in mezzo a una compagnia di amici di una vita.
Teddy credeva nel cambiamento, ci aveva sempre creduto. Era stato un illuso però a credere che Dawlish fosse davvero pentito e cambiato. A vederlo lì, capì quanto in era realtà era stato stupido. Non aveva mai voluto cambiare, ma vendicarsi. Vendicarsi di coloro che lo avevano emarginato perché aveva eseguito degli ordini, coloro che lo avevano disprezzato per la sua cieca fedeltà al Ministero. Teddy credeva che non capisse quale fosse la differenza tra ciò che era giusto e ciò che era sbagliato e che quindi assimilava ciò che era giusto per lui in quello che era giusto per il Ministero. Quando poi era stato condannato per aver ubbidito al Ministero si era trovato senza punti di riferimento e aveva maturato l'odio per il Ministero che lo aveva condannato, che aveva condannato un ubbidiente. Aveva interiorizzato quel Ministero come sbagliato, non quello di Voldemort.
- Non ci hai fornito l'aiuto che ci serviva, Dawlish - disse Lestrange - ho dovuto arrangiarmi un'altra maniera.
- Mi dispiace, Rodolphus. Gli Auror mi stavano tenendo d'occhio, non potevo fare mosse esageratamente sospettose. Come ti sei arrangiato?
- Non mi fido di te, Dawlish, lo sai. Non te lo dirò.
Il professore sorrise - Beh, se è così, allora posso anche finire questa stupida sceneggiata.
Tutti nella stanza rimasero sorpresi da quella frase, compresi i tre studenti.
- Che vuoi dire? - disse un altro dei Mangiamorte, che Teddy credeva si chiamasse Rookwood.
- Intende che non siete intelligenti quanto credete - disse una voce autoritaria da sopra le scale.
Davanti alla porta dell'ufficio di Dawlish c'era Minerva McGranitt, con un sorrisetto divertito che Teddy non le aveva mai visto usare.
- Cosa ci fai lei qui, Dawlish?
- Credo sia chiaro, Lestrange. La mia fedeltà va al Ministero della Magia e alla preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts: Minerva McGranitt. Credevate di essere così infallibili? Mi avete permesso di avere molte più informazioni di quanto avreste voluto. In tre parole: siete in trappola.
- Questa sì che è una frase ad effetto! - sbottò Baston, ma nessuno sembrò sentirlo.
La McGranitt gli diede man forte - Potter e un gruppo dell'Ordine pronto a farvi le feste hanno appena buttato giù la barriera che avevate costruito, mentre un gruppetto di professori è già nascosto in questo piano.
I Mangiamorte restarono per qualche secondo in silenzio, poi partirono all'attacco.
Uno fu steso immediatamente dalla McGranitt, che però si trovò a fronteggiare Lestrange, che si muoveva astutamente. Dawlish invece ne combatteva tre insieme, finché la porta non si spalancò e tutti i professori (tra cui uno spaventatissimo Lumacorno) entrarono lanciando incantesimi a raffica.
In breve fu il putiferio.
I Mangiamorte e i professori iniziarono rapidi scambi di sortilegi, che volavano in tutta la stanza irradiandola di luce. Più di una volta i tre ragazzi dovettero scansarsi e buttarsi a terra per evitare sortilegi e fu così che, rialzandosi, Bartemius fu colpito. Rotolò fuori dalli'invisibilità del corvo e cadde ai piedi di Rookwood. Teddy non vide da che incantesimo fosse stato colpito, ma non si muoveva. Neanche un movimento.
Teddy rimase senza parole e cadde in ginocchio. Bartemius era morto. Non poteva essere vero. Non doveva essere vero. Le lacrime iniziarono a riempirgli gli occhi.
Bartemius giaceva ai piedi del Mangiamorte quando Harry e gli altri entrarono. Colti all'improvviso dai nuovi arrivati altri due Mangiamorte caddero, lasciando in piedi solo Lestrange e Rookwood.
- Il ragazzo da quando è ai tuoi piedi? - chiese il prozio di Teddy, accorgendosi del corpo di Bartemius.
- Non lo so, Rodolphus. Ma ora che lo abbiamo sarà meglio andarcene.
Un incantesimo passò a pochi centimetri dall'orecchio di Rookwood.
- Tu non vai da nessuna parte, Rookwood, noi due abbiamo un conto in sospeso.
George si stagliava minaccioso davanti agli altri, con una faccia che Teddy non gli aveva mai visto in faccia. Era odio, odio allo stato puro.
Harry, Ron ed Hermione invece sembravano preoccupati. Solo loro sapevano che i ragazzi avevano superato la barriera e avevano capito che gli altri due non potevano essere tanto lontani. Vedere Bartemius lì a terra per loro poteva dire una sola cosa: che anche lui Baston erano morti, ma che il loro cadavere non era tanto importante da essere recuperato.
Erano in due e stavano per scappare, portandosi dietro il cadavere di una delle menti più brillanti che avesse mai conosciuto, del suo più grande amico, la persona più simile a lui che avesse mai conosciuto. Non poteva permetterlo.
- Pronto Baston? - disse tirandosi in piedi e asciugandosi le lacrime.
- Sono nato pronto - rispose l'amico tra i denti, con un colorito bianco cadaverico e una faccia furente.
- Grazie Plenilunio, puoi andare.
Il corvo parve guardarlo tristemente, come se dissentisse con il suo padroncino, ma poi si girò su sé stesso e volò via.
Appena l'invisibilità fornita loro dal corvo scomparve i due si gettarono a capofitto sui Mangiamorte.
- Expelliarmus! - urlò Teddy.
- Incendio! - disse invece Baston.
L'incantesimo del Metamorfmagus fu parato facilmente da Rookwood, mentre il fuoco di Baston venne controllato senza problemi da Lestrange, che con un colpo di bacchetta lo fece esplodere, creando una barriera a semicerchio di fuoco che, con l'aiuto del muro, isolava i due Mangiamorte, i due ragazzini e George dal resto dei buoni.
- Interessante il fatto che sappiate rendervi invisibili - sghignazzò Lestrange - poi Bartemius ci spiegherà come voi facciate.
Lestrange non si era ancora reso conto che Bartemius era morto.
- Voi due venite dietro di me - disse George, mentre si preparava per il combattimento.
Baston e Teddy ubbidirono. Teddy si sentiva strano. Era triste, molto triste, ma era determinato. Di solito quando stava male voleva mollare tutto e nascondersi, mentre in quel momento era più determinato che mai a vendicarsi del suo amico. Non aveva mai capito come lui e Baston fossero finiti nella stessa casa, prima di allora. Gli sembrava troppo diverso da lui per essere anche in un solo aspetto uguale, ma ora aveva capito. La lealtà, il rispetto e l'amicizia verso le persone a cui volevano bene li accomunavano, questo li rendeva davvero dei Tassorosso.
- Ho sempre sognato di completare la mia collezione. Uccidere un solo gemello da un grande senso di incompletezza, non lo sai? - disse Rookwood con tono divertito a George.
In tutta in riposta il gemello gli lanciò addosso uno schiantesimo, che quello parò. I Mangiamorte replicarono con getti di luce verde, che i tre schiavarono. Era giunto il momento.
Con un cenno del capo a Baston diede il segnale e insieme iniziarono a lanciare tutti gli incantesimi che conoscevano.
- Expelliarmus!
- Incendio!
- Reducto!
- Wingardium Leviosa!
- Stupeficium!
- Teddy com'era quello che Anne usa sempre verso di me? Ah sì... Petrificus Totalus.
Nessuno degli incantesimi andò a segno ma l'ultimo di Baston mise in difficoltà Rookwood, che rischiò di perdere l'equilibrio. E fu in quel momento, mentre cercava di mantenersi in piedi, che venne colpito in piena faccia da uno schiantesimo di George. Cadde all'indietro, svenuto, mentre un sorriso rancoroso si apriva sulla faccia del gemello. Non sembrava felice, più che altro sollevato. Ma il sollievo non durò a lungo. Lestrange lanciò un anatema mortale e George fu costretto a buttarsi a terra, per evitare di essere ammazzato. Mentre cadde prese un brutto colpo alla testa e non si rialzò più, anche se sembrava respirare ancora. Lui e Baston si misero davanti al corpo per evitare che il Mangiamorte potesse finire l'opera e si prepararono a continuare lo scontro.
Proprio quando Lestrange sembrò pronto a lanciare l'ennesimo incantesimo, l'attenzione dei tre fu attirata verso un movimento fuori dalla finestra. Due manici di scopa vuoti erano appena arrivati davanti alla finestra e sembravano aspettare qualcuno.
- Beh ragazzi, mi dispiace ma per oggi è finita qui. Vi ammazzerò un'altra volta - disse ghignando il Mangiamorte e, con un colpo di bacchetta, frantumò la finestra, saltando sulla scopa con il corpo di Bartemius e volando via.
- Brutto errore salire su una scopa quando ci sono io - disse Baston con un tono cinico, molto lontano dal suo usuale modo giocoso - vieni Teddy.
Corse verso la finestra e la scavalcò atterrando sopra la scopa a cavalcioni. Teddy lo seguì.
- Teddy, Harry, non fatelo! E' pericoloso - urlò Harry da dietro la barrira di fuoco. Lanciò un incantesimo, ma la barriera lo respinse.
Loro lo ignorarono.
L'ultimo ricordo che avrebbe avuto di Harry era la sua faccia disperata in mezzo a una coltre di fuoco. Perché era ovvio: lui non sarebbe sopravvissuto. La battaglia sua e di Baston era una battaglia persa in partenza, fatta solo per rallentare un attimo Lestrange e farlo raggiungere dagli Auror. Perché dovevano morire per riprendersi un cadavere? A un occhio esterno il loro sacrificio poteva sembrare stupido e immotivato, ma non lo era. Si sentivano in dovere di farlo, come se avessero un debito nei confronti di Bartemius.
Lestrange volava veloce e pulito, con esperienza. Baston, però, non era da meno. Guidava a velocità elevatissima, ma con una precisione ammirevole, che rendeva evidente il pieno controllo che l'amico aveva sulla scopa. La distanza tra le due scope si affiavoliva sempre di più, anche se Lestrange non sembrava essersene accorto.
- Harry scendi subito da quella scopa! - urlò una voce sopra di loro. Oliver Baston e altri tre maghe stavano planando verso di loro. Teddy riconobbe Katie Bell, Cho Chang e Alicia Spinnet.
Lestrange si girò.
- Ed ecco che papà ha distrutto l'effetto a sorpresa - borbottò il figlio.
- Vi volete fare ammazzare?
- No, papà - disse Baston furioso - cazzo per questo puntavamo tutto sull'effetto sorpresa.
Lestrange era ormai arrivato al limite della Foresta e stava per entrarci dentro. Dovevano sbrigarsi a raggiungerli o lo avrebbero perso.
Fu lì che Baston fece qualcosa di sorprendente; con un colpo di reni improvviso si buttò in picchiata, lasciando di stucco tutti i presenti, a parte il padre, che lo seguì immediatamente. Erano quasi arrivati al limite della foresta quando Baston si girò verso il genitore e urlò - Incendio!
La coda della scopa di Oliver prese fuoco, facendolo frenare all'istante.
- Cosa diavolo hai fatto? - disse Teddy, stupito da quel gesto improvviso.
- Se devo morire, meglio che muoia solo io e non anche mio padre. Mia madre e mia sorella soffrirebbero troppo.
Teddy annuì. Se in un primo momento non aveva capito il gesto, ora non solo lo comprendeva, ma lo condivideva. Anche lui lo avrebbe fatto, se avesse avuto dei genitori e dei fratelli.
Si ritrovarano nella Foresta da soli, senza aiuti. Qualche centinaio di metri davanti a loro volava Lestrange, ora convinto di nuovo di essere solo.
Baston lo seguiva a grande velocità e Teddy non riusciva proprio a capacitarsi di come riuscisse a muoversi con tale precisione in mezzo a tutti quegli alberi.
Il Baston che era con lui quella sera era un Baston inedito. Non aveva niente del solito Baston, ma era un concentrato di determinazione, serietà e coraggio. Proprio la persona perfetta con cui morire.
Che strano però era vedere la morte così vicina. Si era sempre chiesto cosa avrebbe pensato prima di abbracciare la morte. In quel momento si rese conto che non pensava a "qualcosa", ma a "qualcuno": pensava a Victoire. Non era Harry la persona che gli sarebbe più mancata, né i suoi nonni, ma lei. La sua prima amica, la persona con cui aveva vissuto tutto prima di quell'anno. La persona con cui più si era più aperto, l'unica con cui aveva litigato. Pregò mentalmente i suoi genitori di aiutarla dall'altro mondo, di esserle vicino mentre soffriva, perché lui non sarebbe riuscito a sopportare che lei stesse male a causa sua. Capì che non voleva morire non per qualche egoistico pensiero, ma perché non voleva che lei stesse male. Era sempre stato il suo obbiettivo fin da bambino e ora stava fallendo.
Perdonami, ma devo farlo per Bartemius. Glielo devo. Non piangere per me. pensò il ragazzo, come in un ipotetico dialogo con lei.
Lestrange si fermò di colpo, costringendo i due inseguitori a nascondersi in fretta e furia, scese dalla scopa e sollevò il corpo di Bartemius con un colpo di bacchetta. Era strano, sembrava che il Mangiamorte non si fosse ancora accorto che era morto.
- Adesso, caro il mio ragazzo, aspettiamo il passaggio che ci porterà via di qua.
Teddy capì che avevano un po' di tempo.
- Muffliato - disse rivoltò a Lestrange, imitando l'incantesimo che aveva lanciato prima Bartemius, per poi tornare a parlar con Baston - sai essere più veloce di quanto sei andato finora senza schiantarti?
Baston annì.
- Allora prendi la scopa e vai a chiamare rinforzi, io lo occupo fino ad ora.
- Io non ti lascio da solo, Ted. Morirai.
- Lo so, ma se resterai, anche tu morirai ed entrambe le nostre morti saranno inutili, Lestrange scapperà con il corpo di Bartemius e noi avremo fatto solo una morte da fessi. Se tu vai puoi tornare qui con i soccorsi e io morirò per una giusta causa.
- Perché non il contrario? Perché non resto io e tu vai a chiamare i soccorsi?
- Io ho studiato incantesimi di attacco e difesa fino al quarto anno con l'aiuto di Bartemius, quindi posso resistergli qualche minuto in più. Tu invece sai volare più velocemente e quindi riuscirai a chiamare aiuto più in fretta.
- Non possiamo lanciare un segnale e restare tutti e due? - No, Harry, c'è il rischio che non lo vedano.
Baston non sembrava troppo convinto, come se Teddy volesse fregarlo per salvargli la vita.
- Non ti sto raccontando palle. E' meglio così. Se farai come ti dico non diventerai un egoista che non ha sacrificato la sua vita, ma fermerai i Mangiamorte. E' come una partita a scacchi: io sono il cavallo da sacrificare per fare scacco matto.
Baston restò in silenzio per qualche secondo, poi prese il manico di scopa. Ci salì a cavalcioni e poi alzò lo sguardo. Fissò negli occhi l'amico e gli tese la mano. Teddy la strinse.
- Addio Edward.
- Addio Harry.
E volò via.
Teddy rimase da solo, indeciso sul da farsi.
- O la va o la spacca - disse per darsi coraggio, per poi aggiungere - per Victoire.
Corse fuori da dietro l'albero dietro cui si era nascosto e urlò - LESTRANGE!
Suo prozio si girò stupito.
- Ancora qua, Edward Lupin. Vuoi proprio morire.
- Credo sia di famiglia.
Il Mangiamorte ghignò - Stai per morire e sai ancora essere spiritoso. Te ne do atto, se non fosse per il tuo miscuglio di sangue infetto e immondo, saresti stato un ottimo Mangiamorte.
- Le maschere a teschio non mi donano - disse Teddy, modificando il suo volto a forma di teschio per poi farlo ritornare normale.
Lestrange lo osservò per nulla sorpreso - Bravo, piccolino, come la mammina sei un Metamorfmagus? Peccato che questo non l'ha salvata e non salverà neanche te. Avada Kedavra!
Teddy schivò di poco l'anatema e replicò - Petrificus totalus!
Lestrange parò l'incantesimo senza dire una parola. Era quello il più grande svantaggio di Teddy, ovvero il fatto che il Mangiamorte non diceva mai una parola.
Per questo fu colpito dal getto di luce rossa che scaturì all'improvviso dalla bacchetta del nemico, perdendo la bacchetta.
- Oh oh! Ora non scherzi più Lupin.
Teddy iniziò a indietreggiare, finché non inciampo in una radice e cadde ai piedi di un albero.
- Preparati a rivedere mamma e papà.
Una voce parlò da davanti a Teddy - Non credo proprio, Rodolphus.
Il Tassorosso alzò e gli occhi e davanti a sé vide due uomini, un maschio e una femmina, avvolti in famigliari mantelli blu con il cappuccio alzato. Erano i due misteriosi amici che aveva già incontrato.
Lestrange sembrava spaventato, ma tirò comunque un anatema mortale. Colpì in pieno petto l'uomo, ma non successe nulla.
- Mi pare sia il momento di replicare, mio caro - disse la donna.
- Certo, mia cara - disse l'uomo.
Entrambi alzarono la bacchetta e iniziaro a lanciare schiantesimi uno in fila all'altro. Lestrange in un primo momento iniziò a pararli, ma poi fu costretto alla fuga sulla sua scopa, lasciando il corpo di Bartemius a terra.
Quando ormai il Mangiamorte fu lontano i due smisero di lanciare incantesimi e si avvicinarono alla salma del Serpeverde. La donna si iginocchiò davanti al corpo e controllò il battito.
- E' stato solo schiantato, Edward Lupin - disse dopo un breve controllo - è ancora vivo.
Dettò ciò i due si allontanarono in silenzio, lasciando da solo Teddy con Bartemius.
Il Tassorosso recuperò la bacchetta e si avvicinò all'amico. Respirava molto flebilmente, ma respirava. Non aveva visto l'incantesimo che lo aveva colpito e subito aveva pensato al peggio, ma era ancora vivo. Bartemius era ancora vivo.
- TEDDY! - iniziarono a urlare delle voci, tra cui riconobbe quelle di Harry e George.
- SONO QUI! - urlò in risposta.
Stava iniziando a sentirsi stanco. L'adrenalina gli aveva dato molta forza, ma aveva usato molti incantesimi troppo avanzati per la sua età. Si sentì privo di qualsiasi e energia e si chinò a terra, svenendo dopo pochi attimi.
Angolo dell'autore
Sono di nuovo tornato! Dopodomani parto, quindi non riuscirò a caricare gli ultimi due capitoli prima del ritorno dalle vacanze. Per me questo è un capitolo importante, ditemi cosa ne pensate!
Davide
STAI LEGGENDO
Ted Lupin e il Figlio dell'Assassino (Wattys2016)
FanfictionEvasione da Azkaban. Harry Potter e la sua squadra iniziano ad indagare, l'Ordine della Fenice torna a riunirsi e Draco Malfoy cerca un modo di tutelare la sua famiglia dagli attacchi dei Mangiamorte evasi. In questa cornice Teddy Lupin inizia la su...