Capitolo 32: il 2 maggio

410 23 8
                                    

- Oggi siamo qui per ricordare. Ricordare la grande semplicità degli uomini, che non per loro scelta, sono diventati eroi!
Harry stava in piedi su un palco, con un leggio davanti. Gli stendardi del Ministero della Magia e di Hogwarts troneggiavano per tutta la Sala Grande, mentre tutti gli studenti e i professori sedevano su delle gradinate di legno poste davanti al palco, nel posto solitamente occupato dai tavoli. Su di esso c'erano un centinaio di sedie, dove sedevano i combattenti di Hogwarts e le loro famiglie. Era il 2 maggio, la Festa della Vittoria. La festa da cui aveva preso il nome Victoire, perché nata in quel giorno.
A Teddy era stato chiesto se voleva salire sul palco, come aveva fatto fino all'anno prima, ma aveva preferito stare in mezzo ai loro amici.
- Oggi siamo qui per ricordare tutti i morti che, volontariamente o involontariamente, si sono opposti a Voldemort e sono morti per questo – continuò Harry – siamo qui per ricordare Cedric Diggory, Sirius Black, Albus Silente, Malocchio Moody. Siamo qui oggi per ricordare chi ha dedicato la sua intera vita alla redenzione, perché loro sono eroi tanto quanto gli altri! Siamo quindi qui per ricordare Regulus Black e Severus Piton!
Un caloroso applauso dell'intera platea lo interruppe. Teddy si unì, ma era triste. Ogni anno, quel giorno, si ricordava quanta gente aveva perso per causa di quella stupida guerra. I suoi cugini, Sirius e Regulus, il suo nonno omonimo, sua madre e suo padre.
- Siamo qui a ricordare le vite spezzate di quei giovani ragazzi, che avevano la vostra età o poco più, che trovarono la morte per permetterci di essere liberi! Ricordiamo Fred Weasley, che ha dedicato la sua vita alla felicità ed è morto per difendere la nostra! Ricordiamo Colin Canon, che ha combattuto con tutto sé stesso per abbattere chi non gli permetteva di esercitare la magia perché Nato Babbano. Per lui e per tutti i Nati Babbani che sono morti e che hanno combattuto oggi dobbiamo ricordare! Per tutte le famiglie stroncata dalla violenza razzista dei Mangiamorte! A Edward Tonks, il cui nipote oggi porta orgogliosamente il suo nome!
Teddy aveva la pelle d'oca. L'applauso scatenato da quell'ultima affermazione lo aveva reso felice e ancora più triste nello stesso tempo. Felice perché era fiero del nome che portava, triste perché non sapeva se ne era degno. Suo nonno aveva combattuto due guerre, lui invece stava infrangendo una cinquantina di regole, indagando in proprio. George era pallidissimo. Guardava assente le foto che erano state appese dietro di loro, quelle di tutti i caduti. Dennis Canon era dello stesso colorito ed era appoggiato contro una parete, a capo chino. Nonna Weasley stava piangendo, mentre Andromeda e Percy avevano gli occhi lucidi.
- A chi ha sacrificato la bellezza di essere genitore per garantire ai propri figli un mondo migliore! A James e Lily Potter, a Frank e Alice Paciock, a Ninfadora Tonks e Remus Lupin!
Andromeda scoppiò a piangere e Teddy si sentì cadere. Non sapeva perché, ma ogni volta che Harry, ogni anno, pronunciava i nomi dei suoi genitori, sentiva qualcosa rompersi dentro di sé. Sperava fino all'ultimo che i suoi genitori fossero ancora vivi e che da un momento all'altro spuntassero all'improvviso e lo abbracciassero, ma tutto crollava quando Harry pronunciava i loro nomi.
Guardò gli spalti. Alcuni applaudivano, altri erano più mogi. Gli studenti più vecchi erano entrati in quella scuola negli anni immediatamente successivi alla guerra e avevano conosciuto studenti che avevano frequentato Hogwarts sotto i Carrow. Bartemius in un angolo si asciugava gli occhi. Non si erano parlati tanto in quei pochi giorni tra la scoperta dell'assassino del papà di Teddy e la festa del 2 maggio. Bartemius aveva preferito chiudersi in te stesso e darsi la colpa per suo padre, come al solito. Avrebbe voluto parlarci, ma Anne gli aveva detto di desistere, non sarebbe stato utile.
- Siamo qui per ricordare tutti coloro che sono morti, feriti, tutti coloro che si sono impegnati per farci lavorare, studiare, vivere in libertà! Ma il ricordo non è nulla senza l'impegno. Non abbiamo bisogno di eroi, ma di gente consapevole! Studiate, leggete, informatevi. E a chiunque oggi scappa, che vuole minacciare la nostra libertà e si rifugia, aspettando il momento giusto per attaccarci, sappiate che chi di dovere agirà e vi colpirà, senza alcuna pietà!
Un tripudio di studenti e fischi si alzò dalla folla, mentre Harry salutava la folla. Sembrava stanco. Era un bravo oratore, ma il discorso di quel giorno non era stato bello ed emozionante come quelli che aveva fatto negli anni precedenti. Pareva che non avesse la minima voglia di salire su quel palco. Lo capiva, non doveva essere semplice commemorare delle persone che erano morte per fermarne delle altre, mentre quelle altre erano di nuovo in libertà. Capiva Harry. Come lui e Bartemius si sentiva in colpa per tutto. Era da anni che si dannava per qualsiasi piccolo errore della sua vita, per ogni morte che era accaduta in guerra. Certe volte, quando stavano insieme, notava che Harry lo osservava triste, come se vedesse i suoi genitori.
Un misto di studenti e sopravvissuti si alternavano davanti al leggio, leggendo i nomi di tutti i morti uccisi dai Mangiamorte. Victoire intanto si stava arrampicando sulla gradinata alla sua ricerca.
- Teddy – urlò quando lo vide. Baston e Anne scoppiarono a ridere, mentre molti studenti più anziani si giravano a guardarli. Teddy arrossì e sentì sprofondare. Come faceva quella diavolo di bambina a fregarsene di tutto quello che le accadeva intorno?
Victoire lo abbracciò – Mi sei mancato!
Teddy si sentì un po' come il gatto di Hermione, Grattastinchi. Victoire lo stritolava e lui miagolava dolorosamente. Ora volevo miagolare dolorosamente pure lui.
- Anche tu Victoire, auguri! - biascicò, stritolato dalle braccia della bambina.
Victoire era nata due anni dopo la Battaglia di Hogwarts, la prima della nuova generazione Weasley.
- Grazie mille! E' il mio compleanno – urlò alla platea.
Molti la ignorarono, altrettanti le urlarono gli auguri, la McGranitt sorrise. Bill Weasley si guardava intorno imbarazzato, mentre George lo guardava sorridendo malignamente. Era il primo sorriso che il gemello faceva quel giorno.

Ted Lupin e il Figlio dell'Assassino (Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora