Capitolo 4: Diagon Alley

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La cosa che odiava di più di Victoire era come dormiva: se si voleva dormire in un letto ad una piazza in due, come minimo ci si sarebbe dovuti distendere verticalmente. Lei, al contrario, si raggomitolava su se stessa e si metteva in diagonale, relegando Teddy sull'orlo del letto, a rischio caduta ad ogni minimo movimento. Per qualche miracolo, quella notte riuscì a non cadere.
La sera prima Victorire era venuta in camera sua dicendo che aveva avuto un incubo e non voleva dormire sola. La nottata era finita con lei che non aveva dormito sola, ma aveva dormito solo lei.
- Scusami - fu la cosa che biascicò la mattina prima di andare a fare colazione. Teddy, invece, si era rifiutato ed era restato a letto.
Dopo un'ora o due di sano sonno era stato svegliato da Harry.
- Buongiorno campione! - disse sbattendo la porta, provocando un grugnito dal ragazzo - è l'ora di alzarsi.
- Lasciami stare Harry, non ho dormito stanotte - rantolò.
- Ci credo, avevi una donna nel letto.
- Sinceramente, quando penso a dormire con una donna, me la immagino in modo molto diverso.
Harry sorrise, scompigliandogli i capelli - Dai alzati, oggi bisogna andare a Diagon Alley a prendere la bacchetta!
Se glielo avesse detto in un altro momento, Teddy avrebbe fatto i salti di gioia, ma in quel momento il suo unico desiderio era il letto.
- E' solo un pezzo di legno.
Harry rise - C'è anche Victoire.
- Lei è un pezzo di qualcos'altro - biascicò Teddy, facendo ridere ancora di più il suo padrino.

Arrivarono a Diagon Alley tramite il camino del Paiolo Magico.
Odiava viaggiare con la Metropolvere. Anzi, in quel momento odiava tutto. Se non dormiva il giusto era intrattabile.
Naturalmente Victoire era venuta con lui, nonna Dromeda e Ron (che era lì per fare da guardia del corpo), e si comportava come se non fosse successo niente. Per forza, lei aveva dormito.
Dannati i suoi incubi, la volta successiva avrebbe dormito con Fred, oppure il primo incantesimo che avrebbe fatto con la bacchetta non sarebbe stato certo uno per far volare una piuma.
- Teddy, tutto bene? - chiese sua nonna, guardandolo preoccupata.
- Sì - biascicò lui - ho solo dormito poco.
Victoire, che camminava di fianco a Ron, scoppiò a ridere. Cosa aveva da ridere? Teddy non era un ragazzo particolarmente guerrafondaio, ma in quel momento stava per scatenare la Terza Guerra Magica.
- Allora, campione - disse Ron, cercando di spezzare la catena di risposte monosillabiche del ragazzo - contento di andare a Hogwarts?
- Le donne possono entrare nel dormitorio maschile?
- Teddy! - scattò Andromeda scandalizzata, mentre Ron scoppiò a ridere.
- No, mi dispiace.
- Bene allora è un posto bellissimo. Posso andarci in questo preciso istante?
- Dai, Teddì - disse allora Victoire, imitando la pronuncia di sua madre - non essere così scontroso.
Teddy le stava per saltare addosso, ma per fortuna arrivò Hannah.
La moglie di Neville abbracciò Ron e scompigliò la testa di entrambi i ragazzi.
Teddy aveva troppo sonno per avere qualsiasi tipo di reazione, anche se probabilmente quella scompigliata lo aveva pettinato e basta, Victoire, invece, la stava per uccidere; anche se aveva solo nove anni, sua madre la aveva cresciuta fin da piccola a curare molto il suo aspetto fisico, il che le faceva odiare tutti, Hannah in primis, quelli che osavano metterla in disordine. Stavolta fu Teddy a sorridere.
- Cosa ridi? - squittì lei, mentre si allontanava dal mostro che le aveva distrutto l'acconciatura.
- Niente. Bei capelli! - rispose e Victoire iniziò a passarsi le mani ossessivamente tra i capelli sussurrando in continuazione - Io la ammazzo.
Hannah, intanto, era indaffarata a parlare con Ron e Andromeda.
A Teddy era sempre stata tanto simpatica: la trovava un po' pazza, come suo marito d'altronde, ma fin da piccolo aveva passato molto tempo con lei al Paiolo Magico e lei continuava ad offrirgli Cioccorane.
- Benvenuti signore e signori! - urlò all'improvviso Neville, spuntando da dietro un angolo - cosa vi porta a Diagon Alley?
Ecco, Teddy lo aveva detto che era matto.
Harry quando raccontava di lui da giovane lo descriveva come timido. Ora invece era una persona estroversa, molto estroversa, a volte anche fin troppo.
- Accompagniamo Teddy a prendere le cose per Hogwarts.
- Davvero? Ho sentito che il professore di Erbologia è un gran bell'uomo!
- Io invece lo trovo proprio brutto - commentò Hannah.
Neville finse di arrabbiarsi, ma si sciolse quando lei lo baciò.
- Ragazzi, dai venite, mia moglie adesso ci offre a tutti un Whisky Incendiario.
Ron sorrise e prese la mano di Victoire - Forse è meglio se andiamo, non vorrei ubriacarmi proprio quando devo fare la guardia del corpo.
Il sorriso gioviale di Neville sparì.
- E' per i Mangiamorte?
Nonna Andromeda annuì - Ronald ci accompagnerà per tutto il giorno. Non credo che attacchino a Diagon Alley, ma comunque è meglio avere uno dell'Esercito di Silente con noi.
- Non sono una grande protezione - rispose Ron arrossendo.
- Su Ronald - lo rimbeccò subito Andromeda - hai ricevuto un Ordine di Merlino Prima Classe, non è una cosa da niente. Non fare il modesto.
- E hai una carta nelle Cioccorane - intervenne Victoire - zio, tu sei forte!
Ron ormai era diventato un peperone, mentre Hannah e Neville avevano acquistato un sorriso indecifrabile in faccia. Fu Andromeda a mettere fine a quella situazione, prendendo i ragazzi e il peperone e, dopo aver salutato, a portarli dentro il viale di Diagon Alley.

Ted Lupin e il Figlio dell'Assassino (Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora