Capitolo 78 ultimo capitolo

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L'intervista continua e Silvia un po' intimorita si rivolge a loro ma sopratutto a Can

< ecco io... insomma spero che Can non si arrabbi ma vorrei chiedervi una cosa... ovviamente avete tutto il sacro diritto di non voler rispondere >

Can è Demet tornano seri e si guardano per un istante come se già sapevano il contenuto della domanda

< ecco so che qualche tempo fa avete incontrato Yghit dopo numerose richieste... ecco io vorrei sapere perché avete accettato e com'è andata? Insomma cosa aveva da dirvi...se non immagino le scuse >

All'ultima frase di Silvia Can sorride nervosamente e Demet subito gli stringe la mano come per calmarlo, Silvia notando questa reazione continua

< Can potete anche non rispondere...>

Stavolta è Denet a intervenire

< nessun problema Silvia... avevano supposto che ci potesse essere questa domanda e abbiamo deciso che in caso avremmo risposto...quindi comprenderai le nostre reazioni ma davvero nessun problema >

Can interviene

< si Silvia la mia reazione può averti confusa ma davvero nessun problema nel rispondere...>

Silvia annuisce e Can guarda Demet per incoraggiarla a rispondere e lei lo fa

< come hai detto abbiamo ricevuto dall'avvocato di Yghit tante volte la richiesta di poter avere un colloquio con lui... Can e Metin sono sempre stati categorici nel non voler accettare questa richiesta sopratutto dopo che lui è riuscito ad essere trasferito in un ospedale psichiatrico perché dichiarato non del tutto in grado di intendere e di volere e di avere una malattia ossessiva che a detta del suo avvocato lo avrebbe giustificato di tutto ciò che di brutto ci ha fatto...>

Silvia la guarda preoccupata

< ed è riuscito ad ottenere anche  uno sconto di pena?>

Stavolta è Can ad intervenire

< no... insomma il suo avvocato ha provare a giocare le sue carte, ha provato ad ottenerlo ma io e Metin siamo riusciti ad impedirlo dimostrando con documenti che con certezza almeno nel momento in cui ha cercato di uccidere me era cosciente, quindi non ci sarà più modo di revocare la condanna, ma scontenterà la pena lì nell'ospedale psichiatrico...>

Silvia sembra quasi sollevata nel sapere che la condanna non verrà ridotta e continua

< poi cosa vi ha fatto cambiare idea e accettare quella proposta?>

Demet guarda Can e continua

< ecco ogni volta che si presentava questa richiesta il la vivevo male era come riaprire una ferita e la mia psicologa appunto sapendo della condanna confermata mi ha consigliato di andare... noi tutti ci aspettavamo un comportamento pacato, ci aspettavamo che seppur inutilmente si sarebbe scusato e per la mia psicologa ricevere le sue reali scuse, avere la certezza che da quel momento in poi non lo avrei mai più rivisto mi avrebbe aiutata davvero a chiudere quel capitolo della mia vita, così ne ho parlato con Can e Metin e alla fine si sono convinti ovviamente lo avrei incontrato solo in presenza di Can e con le dovute precauzioni perché il solo pensiero di essere sola con lui mi faceva ribollire il sangue nelle vene....>

< ci credo Demet...è comprensibile direi...>

Demet annuisce

< si... ma soprattutto facevo bene ad aver paura per l'incontro non è stato di certo come mi aspettavo o speravo....i suoi medici ci avevano chiesto di non innervosirlo, di non accusarlo... ma piuttosto di lasciarlo parlare perché era stordito dai farmaci che gli davano e che sicuramente avrebbe anche faticato solo a parlare, avevano un vetro che ci divideva e questo mi rendeva molto più sicura sapevo che non poteva toccarmi non poteva farmi del male e poi Can anche se non era visibile a lui perché dietro al muro era al mio fianco e riuscivo a stringere la sua mano...è arrivato accompagnato da due infermieri e realmente quasi faticavo a riconoscerlo, aveva il viso provato era dimagrito i capelli spettinati la barba non fatta e trascurata, si è seduto e quasi non mi guardava ha cominciato dicendo che gli dispiaceva per ciò che mi aveva fatto, per come mi aveva ridotta, per come mi aveva trattata... sembrava davvero una conversazione o meglio un suo monologo perché io ho detto pochissime parole tranquillo, per questo i due infermieri che lo avevano accompagnato lo lasciano solo nella stanza ed è proprio in quel momento che i suoi occhi sono diventati di nuovo gli occhi che mi avevano terrorizzato mi guardava fissa e aveva un sorriso stampato sulla faccia, anche se con tono basso di voce mi parla in modo autoritario dicendomi che ero una povera stupidì ad aver creduto che lui davvero si fosse pentito che ero ancora più stupida nell'aver creduto che lui prendesse davvero le pillole che i medici di quella struttura gli davano e che l'unico motivo per cui voleva vedermi era per dirmi di dover immediatamente ritirare tutte le accuse a suo carico dicendo che la sua reazione era giustificata perché davvero quel bambino non era suo... io ricordo di averlo interrotto e avergli quasi gridato che mai avrei fatto nulla del genere e che lui avrebbe pagato per ciò che ha fatto ed è in quel momento che è uscito fuori di testa ed ha gridato a squarcia gola che sapeva fossi diventata mamma e che se la sarebbe presa con i miei figli sbattendo in modo feroce le mani sul vetro che ci separava tanto da lasciargli alcune crepe... io non ho fatto in tempo quasi nemmeno a realizzare che Can era avanti a me che con molta più forza di Yghit sbatte le mani sul vetro che si fa in mille pezzi sotto le sue mani e grida in un modo che non ho mai visto che doveva lasciar stare me e non azzardarsi mai più di nominare i nostri figli lo invita a prendersela con lui dicendogli che non aveva mai avuto il coraggio di farlo apertamente e che da codardo se l'era presa con me perché ero solo più fragile, per la prima volta ho visto Can davvero arrabbiato e per la prima volta ho visto realmente la paura negli occhi di Yghit indietreggiava e chiedeva aiuto ma in quel momento gli infermieri sono arrivati sia da Yghit che nella stanza dive eravamo noi per impedire a Can di scavalcare quel che restava del muretto con il vetro e raggiungere Yghit >

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