6. Un buon piano deve essere logico, non spettacolare

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Non ricordavo luoghi sicuri in cui Lyra fosse già stata, a parte questo.
Le scene che si ripetono vivide nella mia memoria includono goblin, centipedi, scheletri e funghi avvelenati, ma qui dovremmo essere lontani da tutte quelle simpatiche creature; anche se i corvi volano in cerchio sulle nostre teste in attesa.

Non è rassicurante, ma non so fare di meglio. Avrei dovuto mettere una copia del libro sotto il cuscino e se uscirò viva da qui giuro che mi dedicherò solo alla lettura di romanzi rosa sdolcinati il cui protagonista maschile è un miliardario bello, gentile e divertente.

Potevo essere lì, ora, in una bella vasca da bagno con l'idromassaggio e lo champagne, e invece no, dovevo avere una predilezione per i fantasy e quindi eccomi qui in un bosco spaventoso, a pregare Dio di farmi incontrare un goblin e non un ragno gigante.

La mia aracnofobia dice che devo guardare solo la testa di Lyra mentre ci incamminiamo tra gli alberi e ignorare la curiosità che mi spinge a cercare bestie negli angoli oscuri.

La ragazza ha aperto un portale poco lontano dalla casa. Certo, fosse stato un horror non avrei mai proposto di avventurarci verso una casa abbandonata in un bosco, ma qui non c'è pericolo e poi lei c'è già stata.

Fuori dalla porta, Reggie pensa che sia una buona idea puntarmi il coltello dietro la schiena e io quasi mi metto a urlare. «Cazzo, Reggie, non è carino!»
«Entra prima tu, Ruelle» mi intima, pizzicandomi la schiena.
Lyra mi rivolge un'occhiata spiacente. «Stai esagerando.»
Reggie non si lascia intenerire. «Se si tratta di una trappola è meglio essere prudenti che piangere dopo.»

Lo ammetto, devo congratularmi con lui per la sua capacità di giudizio, in effetti nemmeno io mi sarei fidata, ma il fatto che mi stia perforando la spina dorsale con un coltellaccio da cucina inizia a infastidirmi.

«D'accordo» alzo le mani, «Vado io, tranquillo, però non uccidermi, per favore. Voglio solo ritornare a casa.»
Evidentemente, le parole mi escono da bocca troppo sincere, perché Reggie allenta la presa e la punta affilata non mi disturba più, però la presenza del ragazzo si fa sentire e mi spinge ad avanzare.

Lisa non ha mai mostrato questo lato insistente e perspicace di Reggie. Sì, a volte trapelava dal modo in cui protegge Lyra, ma l'avevo sempre attribuito al sentimento che prova per lei; invece no, a quanto pare Reggie è astuto. Un punto in più per lui.

Mi faccio strada nella casetta abbandonata, non ricordo a chi apparteneva o se fosse importante per la storia, di certo fungeva da nido d'amore. A guardarla non ha per niente l'aspetto di un posto dove avrei condiviso la mia prima volta con un uomo, ma nei fantasy ci si arrangia. Almeno, Lyra aveva avuto un letto, a qualche altra protagonista non è andata altrettanto bene.

La casa è piccola, come ricordo di aver letto, c'è una cucina piuttosto medievale col calderone ancora sospeso sul legno marcio, un tavolo con due sedie, e due stanze: una deve essere il bagno e non ci tengo proprio a scoprire come sia fatto o in che condizioni sia; l'altra è la camera da letto e qui, invece, sono sicura che sia Reggie a non volerci entrare.

Mi fermo accanto al tavolo e dal silenzio assoluto, eccezion fatta per gli inquietanti e bellissimi rumori del bosco, deduco che siamo soli.

«Via libera» faccio cenno agli altri di entrare e Lyra cammina piano, si guarda attorno coi suoi occhi grandi da cerbiatta e mette su un'espressione triste.
Cazzo.
La rottura con Orlon è ancora recente ed essere qui dentro per lei non deve essere facile.

Mi dispiace tanto. Vorrei dirglielo. Ma in questo momento cose più importanti mi frenano dall'essere emotivamente matura, cose del tipo: c'è gente che vuole ucciderli e se mi trova con loro ucciderà anche me, oppure, sono intrappolata in un cazzo di mondo fantasy.

Come Salverei L'Ennesimo RomantasyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora