11. Via i sassolini dalle scarpe

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Lisa aveva in serbo qualcosa per Orlon perciò l'ha lasciato in vita; eppure, sono abbastanza sicura che non è questo il modo in cui avremmo dovuto incontrarlo. Non qui, non in questo momento della storia, ovvero subito dopo la loro separazione.

Forse ho combinato un casino.

Il ragazzo studia le facce che lo circondano e, quando incontra gli occhi incredibili di Lyra, il suo viso perde un paio di tonalità.

«Lyramweil!» urla e tenta di avvicinarsi a lei, ma Kaiden è sorprendentemente veloce e lo blocca spingendogli una mano sul petto.
Orlon sposta lo sguardo disperato su di lui. «Sono con lei!» gli grida contro. «Siamo amici! Diglielo, Lyra!»

Lei non risponde, è pallida e il suo respiro è ansioso, il petto le si gonfia in maniera evidente.

«Sì, come no, brutto stronzo!» Reggie parte in quarta, è pronto a dargli addosso, ma a Mika basta tirarlo per il colletto della camiciola per fermarlo.
Kaiden, allora si abbassa finché non perfora gli occhi verdi di Orlon con un'occhiata assassina.
«È stupido, da parte tua, appellarti a un ostaggio.»

Gesù santo!
Quella voce mi mette i brividi, è diversa da quella che prima mi aveva parlato, rilassata e quasi divertita.
Adesso è come se stessi ascoltando un altro Kaiden. Chissà, forse c'è una scuola che insegna a questi personaggi dalla morale grigia come modificare tono ed espressione per risultare mille persone diverse a seconda delle occasioni.

«Un ostaggio» boccheggia il ragazzo e un attimo dopo si è dimenticato di Kaiden e, rosso in viso, si slancia verso Lyra. «Mi hai venduto?» urla. «Sei venuta a cercarmi subito!?»
Nella stanza abbiamo tutti la stessa espressione stravolta. Io e Reggie più di tutti.
«È per vendetta, non è così?» continua Orlon, aggiungendo benzina al fuoco. «Non ti basta che abbia visto mio padre decapitato, dovevi consegnarmi al re! Cosa ci guadagni? Nessuno di questi bastardi ti risparmierà la vita. Sei una cretina se gli hai creduto!»

Inspiro. Incasso. E poi mi giro a guardare Lyra.
Lei è immobile, non respira, gli occhi le si riempiono di lacrime e il labbro le trema appena.

Io non sono una persona violenta, lo giuro, ma vedo Orlon e la sua indifferenza, le sue bugie, la superficialità, la cattiveria e la mia mano parte da sola.

Lo so che Orlon stava per aggiungere altro, ma ormai il mio colpo gli ha arrossato la guancia e lo schiaffo ha fatto scendere il silenzio in questa specie di studio.
Solo che in questo momento non riesco a pensare a niente se non al ragazzino che non sa tenere la lingua a posto.
«Sta' zitto» mi sorprendo ad alzare il tono e lui finalmente mi degna di un'occhiata. «Mi dispiace per tuo padre, davvero. Non augurerei ciò che ti è successo nemmeno al mio peggior nemico, e ti faccio le mie condoglianze. Ma quello che hai fatto è sbagliato, Orlon. Tu li hai venduti. Tu l'hai tradita. E non hai alcun diritto di rivolgerti a lei in questi termini. Perciò, ora smettila e osserva il tuo lutto in silenzio.»

Riprendo fiato solo alla fine, dopo quella che mi è sembrata la sfuriata più pacata e decisa che io abbia mai fatto in vita mia, forse perché avevo davvero avuto tempo di prepararmi un eventuale discorso, non come nella vita vera dove i miei monologhi di riscatto avvengono solo sotto la doccia e dopo giorni, se non anni, dall'episodio spiacevole.

Mi sento meglio, adesso. Qualcuno doveva pur rimetterlo in riga, mi faccio i complimenti da sola per la mia fermezza.

Peccato che dura il tempo di un battito di ciglia, perché Orlon solleva il viso e mi mostra il taglio sul labbro che prima non aveva e mi guarda con due occhi che sono distanti anni luce da me. Freddi e bui.

«E tu chi cazzo sei?» mi chiede.
Il suo tono è calmo, inattaccabile.

Il contrario di come mi sento io in questo momento.

Come Salverei L'Ennesimo RomantasyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora