21. Soluzioni ovvie e scontate

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Ash porta in braccio Lyra e Kaiden si appoggia appena alla stampella che gli hanno prestato al pronto soccorso.
Secondo l'infermiera, la magia dei guaritori è sufficiente affinché entrambi i nostri malati si riprendando domani mattina.

Comodo, vorrei anche io un pronto soccorso del genere, si sentirebbero molte meno tragedie nel mondo, ma se il prezzo da pagare è accettare anche l'esistenza di centopiedi e ragni giganti forse non sono proprio sicura di volerlo.

A me è toccato condurre tutti i nostri cavalli dallo stalliere della locanda, per fortuna non indosso alcuna armatura, quindi il ragazzo è stato gentile con me, e  anche i cavalli lo sono stati.

Adesso il locandiere, un uomo di sessant'anni con degli occhiali rettangolari che sulla faccia grassa sembrano scomparire, ma molto profumato e a modo, ci guarda come se fossimo pazzi.

«Vi ho detto che ho solo una stanza» dice.
Ash annuisce. «Lo so, la prenderanno...»
«Io e Lyra!» mi intrometto.
Kaiden mi fulmina con un'occhiataccia assassina che se non lo avessi tirato fuori da quella fossa probabilmente mi avrebbe ucciso qui sul posto.
Ash non è da meno, ma i suoi occhi sono più gentili.

Dal canto mio alzo le spalle. «Che c'è?» faccio a entrambi, «La mia amica ha la febbre, io baderò a lei nella notte.»
Ash alza un sopracciglio. «Kaiden non può camminare bene ancora.»
«Lo so, ma lui è un soldato. Immagino che possa sopportare un cerotto sul piede e accontentarsi di una poltrona» ribatto, poi mi rivolgo al diretto interessato. «Hai passato di peggio, no? Durante la tua carriera?»

«Molto bene» ci interrompe il locandiere, scrivendo qualcosa sul suo volume delle stanze, prima che gli altri due bruti mi possano dire qualcosa.
L'uomo mi dà una chiave molto spessa. «Primo piano, seconda porta a destra, la cucina chiude alle undici di sera, se avete bisogno di qualcosa dopo, ci sarà mio figlio a fare il turno di notte.»
Una tale organizzazione mi fa emozionare. «La ringrazio» prendo le chiavi e do un colpetto sulla spalla di Ash, «Puoi portare Lyra su?»

Per un attimo credo che si stia trattenendo dal dirmene di tutti i colori, ma poi si gira a chiedere un muto permesso a Kaiden.
Lui sembra più vecchio dei suoi anni quando annuisce. «Vai.»

Wow.
Sono stata capace di fare arrivare all'esasperazione il protagonista maschile e il suo amico; non era esattamente come mi sarei immaginata che sarebbe andata la storia se mai fossi entrata in un libro, ma la vita non è mai stata clemente con me.

Asher rimbocca il lenzuolo a Lyra e le scosta i capelli dalla fronte con dita delicate e attente. Nemmeno mia madre si è mai presa cura di me in questo modo. Il suo solo gesto mi costringe a deglutire un nodo in gola che di presenta inaspettato.

«Bada a lei» mi dice. «Se avete bisogno di qualcosa vieni a cercarmi.»
Annuisco. «Grazie.»
Ash se ne va senza aggiungere altro, con uno scatto rigido. Aveva un tono arrabbiato, forse se l'è presa perché ho impedito che Kaiden occupasse la stanza, ma la notte è lunga e il letto è a una piazza e mezzo, Lyra si trova in una condizione di semi incoscienza, scommetto che i suoi freni inibitori sono bruciati sotto l'effetto del veleno.

Averli tutti e due qui dentro avrebbe portato a conseguenze prevedibili e scontate. E io non voglio. Non qui. Non in questa storia.

Alla fine, prendo un cuscino e mi siedo sulla poltrona della toeletta. Non riuscirò a dormire, Lyra si lamenta e si rigira spesso nelle coperte, ma io ripenso solo allo sguardo freddo e scontroso di Ash che per qualche ragione mi fa male.

Lascio una candela accesa e provo almeno a riposare il corpo, dato che la mente non collabora.

Non so quante ore sono passate quando Lyra si fa scivolare le coperte dalle spalle e si pulisce la fronte. «Acqua» balbetta.
La libero dalle lenzuola inzuppate di sudore, ha le labbra secche, ma la sua fronte è più fresca adesso, segno che la febbre abbia fatto il suo decorso.

Come Salverei L'Ennesimo RomantasyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora