7. Dal vivo è anche peggio

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Com'era la frase che adorano le lettrici dei dark romance?
Stringi più forte? Legami più stretta?

Ho provato a dirle al tizio incappucciato, sperando di suscitargli ribrezzo e di passare per una pazza, ma lui ha semplicemente stretto di più.
Mi dispiace, ragazze, ma non funziona con un vero aguzzino, assolutamente non ve lo consiglio.
Queste cazzo di corde mi stanno tagliando a sangue i polsi e bruciano un accidenti, per non pensare a tutte le infezioni che sicuramente sto prendendo!

Lezione numero uno: se un figo da paura vi incatena, voi scappate, non lo incoraggiate.

Non conosco l'aspetto del tipo sotto al cappuccio, ma mi rispetto abbastanza da sapere che per come mi sta trattando può essere persino Brad Pitt in Troy, io mi do alla fuga alla prima buona occasione.

Lui però se ne sta zitto, mi strattona con forza e per la prima volta ho paura davvero. Ho paura che questo stronzo possa farmi qualcosa di peggio che uccidermi.

Ma no.
Sono nel libro di Lisa, lei non mi farebbe capitare mai nulla di così brutto.
Lei no. Ma i suoi personaggi? I suoi deviati mostri?

Se dovessi uscire viva da questa esperienza assurda, giuro che non aprirò più un dark romance, anzi, meglio, mi darò solo ed esclusivamente agli young adult o ai libri per bambini.

«Se stai buona ti tolgo il sacco dalla testa» mi intima il mio nuovo amico.
È questo il momento in cui mi rendo conto di non poter essere l'eroina del romanzo, perché ognuna di loro avrebbe tirato fuori artigli e zanne e avrebbe risposto alla minaccia con una frase impertinente. Io, dal canto mio, voglio solo vivere.

Faccio del mio meglio per stare quanto più zitta e immobile e lui mantiene la parola liberandomi dal sacco. I miei occhi impiegano un minuto per focalizzare il rudere nel bosco in cui sono stata portata. Le orecchie, invece, in meno di un secondo riconoscono il gridolino sorpreso alle mie spalle: «Rue!»

Dietro di me, Lyra e Reggie sono stati legati come salami schiena contro schiena e sono seduti per terra, una fine che somiglia a quella che farò a breve.

Reggie sembra più sorpreso che spaventato e Lyra gli dà una gomitata nello stomaco per quanto la posizione costretta le consenta. «Te l'avevo detto che lei non c'entrava niente!»
Reggie non le risponde, ma non serve, perché io ne ho fin sopra alla testa della malafede del ragazzino e nemmeno il mio istinto di sopravvivenza mi salva dall'esplodere in un ansito sconvolto. «Davvero credevi che vi avrei fatto rapire e legare come salami?!»

«Voi tre, silenzio!»

Io, Lyra e Reggie ci giriamo sopraffatti dallo spavento e accogliamo, con mio terrore e loro disgusto, la visione delle altre tre persone che schermano l'unica via di fuga da quel rudere nel mezzo del nulla.

A sbraitare non è né l'energumeno che mi ha portata lì, né la rossa formosa che mi guarda come se volesse uccidermi, ma un uomo alto con una cotta di maglia addosso e il viso incorniciato da splendide ciocche nere, folte e sane.

«Smettetela di fare comunella» aggiunge.
Se non fossi legata e spaventata, mi sarebbe bastato sentire quel tono autoritario per obbedire a qualsiasi ordine mi avesse dato. Questo qui ha l'aria di uno che ha ucciso già e non ha paura di farlo ancora.

Lyra e Reggie hanno ancora un po' di buon senso e lo stanno a sentire, ma non mi sfugge l'occhiataccia che la ragazzina rivolge all'uomo. Lo conosce.
Chi diavolo è?

Ha la faccia di uno che avrei sicuramente ricordato se fosse già comparso nel primo libro; insomma, pelle baciata dal sole, capelli neri mossi e lunghetti, grande e grosso come un armadio, tanto che mi fa sentire piccola e fragile nonostante non sia un peso piuma, e poi ha un neo poco più sopra alle labbra a sinistra. Sì, indubbiamente avrei ricordato il neo e le labbra che sembrano un dolcetto di Alice nel paese delle meraviglie, ci manca solo il cartellino con scritto "mangiami".

Come Salverei L'Ennesimo RomantasyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora