9. Per scopi accademici

26 5 6
                                    

Partiamo dal presupposto che io amo camminare e il mio smartwatch può confermare che riesco ad arrivare ai dodicimila passi quotidiani, ma sto camminando da ore, davvero, ho i calli sotto ai piedi e mi bruciano tutti i maledetti muscoli delle gambe.

Sarà che sono fuori allenamento, ma i miei compagni sembrano tranquilli mentre macinano chilometri su chilometri di strade dissestate, salite e discese e questi cazzo di stivali non mi stanno aiutando, neanche ora che siamo finalmente su un sentiero in terra battuta all'ombra di alberi belli e dalle chiome folte.
Devo aver sottovalutato il viaggio fisico dell'eroe e un po' vorrei avere i piedoni Hobbit.

A proposito di Hobbit, non ho nemmeno fatto colazione.

Il mio stomaco me lo ricorda con un suono che mi fa diventare di una sfumatura intensa di rosso e che in tutto questo silenzio sovrasta il cinguettio degli uccellini.

Una risatina femminile e bastarda proviene dalle mie spalle e quello che è peggio è che Reggie si coalizza con il nemico per prendermi in giro.

Gli riconosco il coraggio di ridere con la ragazza che aveva minacciato di tagliargli la lingua, almeno.

«Dovremmo mangiare qualcosa» propone Aaron-Asher e io lo benedico in tutte le mie preghiere.
Kaiden alza le spalle. «Mangeremo quando ci fermeremo.»
Lyra sbuffa. «Cioè mai» protesta, «di questo passo arriveremo a Fiumerosso nella metà del tempo, ma ci arriveremo morti.»

Kaiden si passa una mano nei capelli in un modo che farebbe fare pensieri sconci anche alla più pudica delle mie amiche e poi si gira a fulminare Lyra con un'occhiataccia.

«Non ci sono taverne lungo questa strada e non devierò per accontentare tre ragazzini» si mette le mani sui fianchi e le sue dita sono pericolosamente vicine alle armi. «Quindi, bambolina, se non hai del cibo nascosto da qualche parte, ho paura che non mangerai.»

Alzo le sopracciglia e mi viene voglia di rimetterlo a posto con tre o quattro paroline magiche, ma Lyra mi precede. «Io ho paura che ti sbagli.»

Certo, la sua protesta è molto meno variopinta di quello che sarebbe uscito dalla mia bocca.

Senza dubbio, conosco questo tizio da qualche ora e Lisa si deve impegnare di più per farmelo piacere. Col cavolo che faccio finire Lyra tra le braccia di questo qui!

Lei è dolce!
Lei è già ferita!
Lei è bisognosa di affetto e cure!
Lei è... Scomparsa, cazzo!

Mi sono distratta per un istante e Lyra non è più al suo posto, ma mi basta seguire l'attenzione di tutti per ritrovarla subito e... Cazzo! Si sta arrampicando su un albero!

Se cade e si spezza il collo adesso è la fine!

«Lyra! Scendi da lì, non ne vale la pena per questo...» la parola "stronzo" mi solletica la lingua, ma sento lo sguardo di Mika che mi perfora la nuca e mi spinge a trattenermi. «Ragazzo.» Dico, invece.

Reggie fa qualche passo e mi affianca, i suoi occhi sono però fissi sulla ragazza che con l'agilità di un gatto raggiunge alcuni rami.
«Potrei essere d'accordo con te» mi fa, prendendomi alla sprovvista. «Ma abbi un po' più di fiducia in lei.»

Per un attimo mi fermo e mi prendo del tempo per osservare Reggie che sorride ammirando Lyra che con la grazia di un camionista scuote un ramo dell'albero.

Frutti rossi che somigliano a mele cadono per terra, tra terreno, rami e foglie, Reggie si avventa su di essi e li raccoglie; poi, li pulisce un po' sulla manica della sua camiciola.

Come Salverei L'Ennesimo RomantasyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora