15. Smarrimento totale

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Quando ci addentriamo oltre il fumo che avvolge il castello, il freddo mi penetra le ossa.
Un terrore sconosciuto mi si instilla in ogni mia terminazione nervosa, perché sono consapevole che qui ogni avvenimento paranormale e sovrannaturale è possibile e non ho mai sperimentato nulla del genere. Ma quello che mi mette ancora più angoscia è la possibilità di incontrare all'improvviso gli occhi vacui e lucidi del re d'ombra che sorride o accusa senza alcuna emozione.

Ciò che mi convince a proseguire è la promessa di Lyra che se qualcosa dovesse andare storto lei sarebbe pronta ad aprire un portale per un luogo lontano, possibilmente la casa nel bosco, così che Fiumerosso sia protetta in ogni caso.

Varcate le porte principali ci troviamo all'inferno o in un luogo che gli somiglia moltissimo e non per il fuoco, che non c'è tra l'altro, ma per il turbine di spiriti che urlano e si distaccano dalle pareti d'ossa.
Sono in un tunnel dell'orrore dove i mostri non sono attori.

«D'accordo, ragazzi, come non detto. Torniamo subito indietro. Kaiden se la caverà» dico.
Lyra mi stringe la mano, i suoi occhi decisi si stringono e ignorano i non morti e le ossa che tremano come se fossero pronte a staccarsi da un momento all'altro per dare vita a un esercito di scheletri. «Lo so che pensi che questo non sia un mio problema» dice, «ma devo andare. Kaiden ha aperto un portale, d'accordo l'ha fatto usando le ombre, ma era un portale» dice e l'emozione le tradisce la voce. «Per una volta, ho trovato qualcuno come me. Sarò egoista, ma non posso perdere quest'occasione.»

Deglutisco. Ecco perché lei è la protagonista e io sono solo io. Mi chiedo se questo bisogno di Lyra non sia influenzato da Lisa e la sua trama.
Reggie non mi appoggerà, lui seguirebbe Lyra ovunque.

«Va bene» sospiro. Ci ha messo mezzo minuto a ritrovare uno scopo. Sciocca io che credevo si sarebbe risolto tutto così, con la liberazione della sua famiglia. «Procediamo con cautela.»

Lyra, però, cammina a passo veloce e noi le stiamo dietro come atleti in una maratona; non facciamo molti passi prima di notare che non siamo gli unici umani nel castello di ossa, quelli che sembrano cameriere e attendenti corrono verso l'uscita, tenendosi lontani dalle pareti e nella direzione opposta rispetto agli stridii di scheletri e spiriti, com'è giusto che sia. Altri, pochi, soldati nella stessa armatura di Kaiden, Ash e Mika, invece regolano il traffico di civili e si spostano verso le parti più interne del castello, ma ne sono in tutto cinque o sei su questo piano e non possono fare niente per impedirci di procedere, nemmeno fanno caso a noi.

Lyra svolta per un corridoio di costole che ricordo da prima. Sta raggiungendo la sala del trono, proprio quella che voglio evitare; eppure, per qualche ragione nemmeno Reggie le consiglia di cercare prima nelle altre stanze.
Kaiden è un soldato del re, è solo ovvio che si sarebbe diretto dal sovrano prima di qualsiasi altra persona.

Infatti, eccolo lì, in ginocchio al centro della sala, alle sue spalle Mika e Asher guardano in basso, verso il soldato sulle sue cosce. È un ragazzo che può avere la mia età, respira in modo affannato ma troppo lento per stare bene.
Non come gli altri uomini e donne sparsi attorno a loro, caduti a terra come mosche, loro non respirano proprio.

Mi porto una mano sulla bocca.
Lyra si avvicina ai tre e dall'occhiata furtiva che le lancia Asher pare che già sapessero del nostro arrivo.
«Che cosa è successo qui?» chiede Lyra con cautela.
Mi avvicino a mia volta, perché sul pavimento non c'è sangue e la verità è che questi uomini e donne sembra stiano solo dormendo; a tradire il passaggio della morte sono i toraci che non si gonfiano e il silenzio surreale per un posto così affollato.

Solo l'uomo sulle cosce di Kaiden tossisce. «È morto» dice in un rantolo. «Il re è morto.»

Eh?!

Come Salverei L'Ennesimo RomantasyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora