25. Che vuoi che sia un bacio

16 3 2
                                    

La luce mi colpisce gli occhi entrando direttamente dal vetro della porta d'ingresso. Poi un odore buonissimo mi invade le narici.
«Buongiorno» Asher mi sorride mentre fa sfrigolare due uova, che ieri non c'erano, in una padella.
Mi sono addormentata, cazzo. Mi passo una mano sugli occhi. «Sono una pessima guardia.»
«A dire il vero mi sono svegliato quindici minuti fa» dice lui, poi poggia il piatto sulle mie gambe. «Mangia, che tu sei a digiuno.»

Prendo la forchetta, ma i morsi della fame non mi impediscono di fissarlo in silenzio. Mi ha preparato la colazione.
No, peggio, è uscito a comprare delle uova per prepararmi una colazione.

Senza considerare il fatto che è già la seconda notte che dorme.
Forse la mia influenza in questa storia non è da sottovalutare.

«Se non le mangi tu, lo faccio io» mi minaccia scherzando, eppure il mio stomaco gli crede e prende il controllo della mia mano e della forchetta.
Sono anche salate al punto giusto, queste uova!

Sono così presa dal cibo che non mi accorgo di Kaiden e Lyra che entrano in cucina con gli occhi bassi, zitti, chiusi in sé stessi come se avessero appena commesso un crimine.
«Buongiorno, ragazzi» ci saluta Lyra, la sua voce è un filo ed è assonnata.
«Buongiorno» la saluto.
Lei mi adocchia e viene a sedersi accanto a me sul divano alla velocità della luce, mentre Kaiden è con Asher vicino ai fornelli per prepararsi del pane tostato con burro e marmellata.

Mi piego di più verso Lyra. «Tutto bene?»
Lei si guarda attorno, poi annuisce. «Sì. Tu? Hai dormito bene? Mi dispiace che hai dovuto prendere il divano.»
Dice tutto con un solo getto di fiato, ma io non mi faccio sfuggire il modo in cui si abbraccia, chiudendosi ancora di più a riccio.
Che sta succedendo qui?
«Tranquilla, sto benissimo.»
Sono sul punto di insistere affinché vuoti il sacco, ma lei si alza per andare a mangiare la colazione che Asher le ha preparato al tavolino.
Più a sinistra, c'è un altro piatto che non è stato toccato, per Lysander.

Asher. Se qualcuno gli dovesse fare del male non vedrebbe la luce del giorno seguente, me ne assicurerò.
«Torniamo a casa prima di partire» dice Lyra, prende la sua fetta di pane tostato ma resta in piedi. «Vado a prepararmi.»

Detto, fatto, scompare di nuovo nei meandri della casetta.

Il divano si piega di nuovo sotto il peso di Asher. Kaiden mangia in una quieta solitudine.

Sbatto le ciglia una volta, poi mi protendo a sussurrare nell'orecchio di Ash. «Ma che le prende?»
Lui abbozza un risolino deviato, e io penso che sia stata una pessima idea sussurrargli all'orecchio, perché quando lui lo fa con me la mia gola diventa di fuoco e mille brividi mi scorrono dietro la schiena come gocce di pioggia gelida. «Che vuoi che sia una carezza, eh?» mi prende in giro.
Gli do una gomitata.
Lui incassa il colpo e si mette a ridere.
«Sono parole tue, Rue!»

Ha ragione.
Che ho combinato!?

Mezz'ora più tardi, Lysander ci accompagna all'uscio della porta sul retro e qui aspettiamo Ash e Kaiden che sono andati a prendere i nostri cavalli.
Lyra apre il portale e Lysander resta in disparte, affascinato come un bambino, o  come lo sono stata io la prima volta che ho assistito alla magia di Lyra.

Asher è il primo a passare coi cavalli e io so che dopo tocca a me, anche se voglio restare, voglio ascoltare quello che si dicono Kaiden e Lysander, perché a vivere questa storia mi sto perdendo tutta la trama.

Però, mentre passo il varco riesco a cogliere solo lo sprazzo di un abbraccio improvviso, poi l'alba di Fiumerosso, in ritardo di qualche frazione d'ora rispetto a Lungolago, mi abbaglia la vista.

Sbuchiamo nel cortile di casa dei genitori di Lyra e adesso lei dovrà distruggere le loro speranze dicendogli di non aver trovato le risposte sui suoi genitori biologici.

Come Salverei L'Ennesimo RomantasyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora