10. Un atto di coraggio

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Fiumerosso si chiama così perché è tagliata a metà da un fiume che, senza troppa fantasia, è rosso.

Scherzo. Lisa non è così pigra.
Sono i sassi sul letto del fiume a essere rosso ruggine.

In ogni caso, arriviamo a Fiumerosso al tramonto del terzo giorno, dopo un viaggio fatto di vesciche, crampi ai polpacci, un mancato svenimento, una dieta prettamente vegetariana senza carboidrati per me, tanta acqua e conseguente pipì dietro agli alberi.

Ho fatto scorta di tovaglioli usa e getta in qualsiasi tipo di locanda e sebbene non abbiano salviettine imbevute e igieniche sto cercando prodotti per la pulizia in ogni dove. Non sto qui a dilungarmi sull'esperienza di "andare in bagno" in una foresta. È esattamente come lo si immagina: scomodo, orribile, ma più igienico dell'andare in qualche taverna affollata.

Mi pare che Lisa abbia dotato le case di gabinetti, cosa che apprezzo davvero, anche se inverosimile.

Non mi lamento, perché sarei già dovuta morire due giorni fa, quando per una crisi di panico mi sono quasi lanciata sotto a un carro.

Il punto è che mi aspettavo di risvegliarmi nel mio letto col cellulare carico al cento per cento, le coperte e una bella torta di compleanno, invece un ragazzo asiatico abbastanza seccato dalla mia sola esistenza mi ha svegliata con il nome di un'altra, scuotendomi fino a farmi tossire.

Ed eccomi qui, nella terra natia della nostra protagonista a ripetermi ogni mattina che Ruelle sono io e che Emma sta ancora dormendo nel suo letto, al sicuro.
Lo spero, cazzo.

Soprattutto perché ci stiamo avvicinando al palazzo di Lord Alexander Qualcosa di Fiumerosso.
Devo dire che il tizio aveva delle manie di grandezza non indifferenti, mi dispiace un po' che la sua testa dal buon gusto nello scegliere la propria dimora sia rotolata sulle scale del castello d'ossa.

Il palazzo si presenza come una villa a tre piani, il tetto è dritto e ciascun livello è separato da colonne semi incastrate nei muri che hanno uno scopo prettamente frivolo; le finestre sono tutte socchiuse, a sfoggiare le imposte color lilla e ha tutta l'aria di essere una casa abbandonata.

È davvero graziosa e classicheggiante, mi piace. Potrei fermarmi qui.

Kaiden si lega le ciocche castane in un codino tutti riccioli invitanti, poi sorride a Lyra e la cosa mi disturba. È solo una ragazzina, santo cielo.
«Spero per voi che non sia una trappola.»
«Non guardare noi» esplode Reggie, «l'idea è di Ruelle!»

Sono allibita e alzo le braccia al cielo prima di lasciarle cadere in maniera fiacca. «Grazie tante, eh!»
In qualche modo, però, il commento di Reggie ottiene l'effetto sperato.
Kaiden gira lo sguardo nella mia direzione e fa cenno alla villa con un colpo della testa. «Allora, mi accompagni dentro?»

È solo una casa, cerco di essere logica e non farmi prendere dal panico, ma entrare lì da sola con un tizio sconosciuto non mi va, nemmeno se è l'interesse amoroso di un enemies to lovers. In tutta onestà, voglio solo tornare a casa, che mi si creda o no.

«Vengo io con te!» urla Lyra e l'attimo dopo me la ritrovo vicino a farmi scudo. «Dalle un po' di tregua.»
Lui le sorride e il neo nell'angolo della bocca risponde rendendogli le labbra ancora più invitanti. «Sei sempre così gentile, bambolina» canticchia.

C'è qualcosa che non mi piace nel suo tono, forse sono solo paranoica, ma in ogni caso sollevo un palmo nella direzione di Lyra. «No. Tranquilla. Ci vado. Non è un problema.»

Non sono mai stata così sicura di me, perciò Keiden si fa bastare la mia risposta e mi fa un cenno da galantuomo per farmi andare avanti prima di lui.

Come Salverei L'Ennesimo RomantasyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora