L'Haka è un'antica danza nata come cerimonia di ringraziamento al Dio Sole che si è evoluta nel tempo in un rituale più complesso per manifestazioni di gioia, di dolore, di aggressività intimidatoria prima di una battaglia.Leigh
Seduta sul mio letto, ero ancora incerta sul da farsi. Più volte avevo preso in mano il cellulare per scrivere a Nick che non sarei più venuta. Ma c'era qualcosa che mi bloccava dal farlo.
Non volevo del tutto non andare.
E se lo volessi per Nick o per qualcos'altro era un mistero. Alla fine, presi un grosso e mi feci forza. Ero appena uscita dalla doccia e ero ancora avvolta nel mio accappatoio bianco. I capelli mi profumavano di fragola. Mia madre doveva aver trovato la cosa molto divertente poiché ero allergica alla fragola.
Svuotai l'armadio alla ricerca di qualcosa di adeguato da indossare. Poteva sembrare strano ma mi piaceva vestirmi elegante. Di tanto in tanto. Giusto per ricordarmi di poter essere presentabile anche io.
I miei occhi si illuminarono quando agguantai una gonna nera semplice e un top crop ad incrocio bianco. Mi vestii e decisi di indossare anche i miei tanto odiati tacchi. Doveva essere un posto molto rinomato, quello in cui andavamo.
Non volevo fare brutte figure.
Specchiandomi, mi sorpresi anche io del mio aspetto. Non ero una ragazza che si guardava molto spesso allo specchio, solitamente mi importava solamente di essere presentabile.
La gonna nera mi fasciava le gambe fino a poco sopra le ginocchia. Il top invece mi attribuiva un seno molto più prosperoso di quello che avevo.Mi sentivo molto più che presentabile. Addirittura carina.
Decisi di passare ad acconciarmi i capelli. Mi era sempre piaciuto fare le acconciature, solo non avevo mai abbastanza tempo per mettermici. Ma quel giorno decisi di riscaldare la piastra per farmi i boccoli. Volevo avere i capelli mossi.
Mentre aspettavo che la piastra si riscaldasse, decisi di truccarmi. Abbellii i miei occhi con un filo di eleyner e applicai sulla palpebra un ombretto bianco brillantinato. Poi, passai al rossetto. Mi dipinsi le labbra con un tenue rossetto color carne. Mi spruzzai qualche goccia di profumo e indossai qualche braccialetto per non lasciar nude le braccia.
Nel frattempo, la piastra mi si era asciugata. Perciò, cominciai a dividere in ciocche i capelli per poi poter fare i boccoli. Fortunatamente, ero in anticipo e riuscii a prendermela con calma. Una volta finito, staccai la presa della piastra e la lasciai raffreddare per poi rimetterla al suo posto.
Afferrai la mia borsa nera e iniziai ad odiare già i miei tacchi neri quando rischiai di inciampare. Decisi di darmi un ultimo sguardo allo specchio. Le parole mi morirono sulla punta della lingua. Sembravo davvero una donna in carriera, vestita così.
È questa la vita che vuoi?, mi ricordò la mia mente.
Scacciai quei pensieri dalla testa e scesi le scale con un grosso peso sul petto. Era come se stessi sbagliando qualcosa. Era come se la mia vita non mi appartenesse davvero.
Ma, una volta in salone, mi scontrai con mia mamma e tutte quelle paranoie svanirono all'istante. Non perché la sua presenza mi rassicurasse, ma perché non potevo avere quei pensieri con lei.
Forzai un sorriso e lei si accigliò.
«Vai da qualche parte?» mi chiese preoccupata. Annuii, le labbra strette in una linea sottile.
«Ma è notte, dove...» Ma la bloccai. «È una cena di lavoro, mamma. Stai tranquilla, Nick non mi perderà di vista.»Mamma alzò un sopracciglio. «Nick?» Mi irrigidii. Giusto, non le avevo detto niente.
«Sì, è il cugino del capo.»
I suoi occhi vennero attraversati da una scintilla. Qualcosa che non le avevo mai visto prima. Mamma mi sorrise tesa.
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Kairos
RomansLeigh è una ragazza di origini maori, suo padre le ha insegnato tutto riguardo la sua tradizione sin da quando era una bambina. Ma, frutto di un matrimonio travagliato, Leigh ha vissuto con una madre che si è sempre opposta alle sue tradizioni. Obbl...