C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole,
anzi d'antico: io vivo altrove, e sento
che sono intorno nate le viole.
Giovanni PascoliLeigh
Accostai la porta cercando di fare il più delicatamente possibile. Alastair teneva gli occhi chiusi mentre la macchina a cui era attaccato continuava ad emettere quel bip fastidioso. Accortasi della mia presenza, Dove si voltò verso di me. Mi resi conto di averla interrotta.
Stava guardando assorta fuori dalla finestra prima che entrassi. Mi fermai di colpo.
«Scusami, non volevo...»
«No» mi interruppe piccata «Stavo per andare via.»Afferrò la sua borsa, pronta a superarmi ed uscire. La mia voce la fermò. «Non ti ho ringraziata.» Dove mi scrutò con aria di superiorità. La sua guancia ebbe un guizzo.
«Se credi di essere entrata nelle mie grazie, ti sbagli di grosso.» Scossi la testa. «Non lo pensavo. Volevo solo ringraziarti.» Si inumidì le labbra portandosi la borsa sulle spalle.
«Ti ho vista sai? È da una settimana che dormi sulle sedie qui fuori. Ma non sei entrata neanche una volta. Perché?» mi chiese con tono accusatorio per poi sondare il mio braccio.
Ebbi l'impulso di coprirlo con una mano. Mi era rimasta una brutta cicatrice. E avevo ancora addosso il segno di quel maledetto marchio. Di quella setta non avevamo più avuto nessuna notizia.
Anche Julian pareva essersi volatilizzato nel nulla. Per il momento mi andava bene. Deglutii. Lei intuì i miei pensieri e abbozzò un sorrisetto infastidito.
«Non mi sono mai fidata di te. So che nascondi più di quanto dai a vedere. Ho come la sensazione che non hai neanche il coraggio di guardarlo in faccia... O mi sbaglio?»
Serrai le labbra. Aveva ragione. Sarebbe stato inutile cercare di smentire le sue parole. Mi passai nervosamente una mano tra i capelli. «Parli proprio tu che con Nick non hai mai messo le cose in chiaro?»
Dove si riscosse, sorpresa dal mio intervento inaspettato. «Prego? Parli del tuo ragazzo?» Sbuffai innervosita. «Sai meglio di me che le cose non sono come sembrano.» Strinse gli occhi in due fessure.
«Nick è il mio migliore amico. Non gli farei mai del male; mi sono sempre confidata con lui. Ma tu cosa vuoi saperne? La sincerità non sembra fare per te.»
Mi raggiunse afferrando la maniglia della porta. Non mi voltai a guardarla, effettivamente non ne avevo il coraggio. «Sai» Mi irrigidii nel sentire la sua voce «Ha chiesto di te. La prima cosa che ha detto non era 'Sono vivo?', ma 'Lei è al sicuro?'. E non mi sono illusa neanche per un secondo che si stesse riferendo a me.»
La sentii tremare per qualche secondo accanto a me prima di aprire la porta e svanire. Rimasi lì impalata per qualche minuto. Osservai Alastair sdraiato e con gli occhi chiusi. Mi sentii molto tentata a girare i tacchi e darmela a gambe.
Ma poi presi un respiro profondo e mi avvicinai alla sedia accanto al suo letto. Aveva i capelli spettinati e sparsi sulla federa del cuscino, le labbra socchiuse e l'espressione distesa. Rimasi lì in silenzio perdendo completamente la cognizione del tempo.
Alla fine, accennai ad alzarmi e andarmene via. Forse era stata una cattiva idea entrare lì dentro. «Dove credi di andare?» Una voce bassa e roca mi fermò. Alzai lo sguardo di scatto; Alastair mi fissava con gli occhi socchiusi. Presi un grosso respiro per poi rimettermi seduta.
Dondolai con le mani poggiate sulle ginocchia e le labbra serrate. Lui non disse niente, sembrava aspettasse che fossi io a parlare. Poi i suoi occhi caddero sul mio braccio. Allungò una mano ma alla fine la fece ricadere sul suo fianco prima di sfiorarmi la pelle.

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Kairos
Roman d'amourLeigh è una ragazza di origini maori, suo padre le ha insegnato tutto riguardo la sua tradizione sin da quando era una bambina. Ma, frutto di un matrimonio travagliato, Leigh ha vissuto con una madre che si è sempre opposta alle sue tradizioni. Obbl...