⚠️ TW: presenti nel capitolo azioni che potrebbero risultare disturbanti quali "autolesionismo"Fu il tuo bacio, amore,
a rendermi immortale.
Leigh
Avevo l'affanno. E il cuore al mille. E per la prima volta da quando ero in quel posto cominciavo ad avere paura. L'ultimo piano dell'edificio era stranamente deserto. Potei notare con più attenzione i graffiti poco carini disegnati sulle pareti. Fortunatamente, almeno lì la vista era illuminata.
Deglutii quando di fronte a noi venne aperta un'immensa porta. Ci si parò di fronte una sala immensa. Dedussi si trattasse di una vecchia sala esclusiva dell'hotel riservata unicamente alle persone più in vista.
I miei pensieri però vennero attratti dalla quantità di persone che aveva rivolto lo sguardo verso di noi. Quel silenzio non era affatto rassicurante. E la gente pareva aver creato una sorta di semicerchio, come per lasciare spazio a qualcos'altro.
«Fateli entrare.» annunciò infatti una voce mascolina oltre la folla. Come le acque, le persone si scansarono creando un passaggio per permetterci di passare. Tesi le dita in preda alla preoccupazione. In quel momento pensai di aver commesso un errore madornale.
Naomi e Theo mi avevano avvertita. Ma io avevo preso sottogamba le loro parole. Perché, anche se era difficile da ammettere, io ero davvero preoccupata per loro. Trasalii quando una mano mi circondò il polso. Voltai lo sguardo stupita verso Naomi. Schiusi le labbra.
Aveva alzato tremolante l'angolo della bocca per infondermi fiducia. In qualche modo, ci riuscì. Quel momento venne interrotto da Julien che prese a spingermi in avanti mentre gli altri ragazzi si occupavano di Naomi, Theo e Lucas.
Attraversammo il varco che era stato creato appositamente per noi finché le mani di Julien non mi costrinsero a fermarmi. Di fronte a noi, c'era quello che potevo definire come un trono.
Sopra c'era seduto un uomo -probabilmente sulla quarantina - che ci osservava con un ghigno dipinto sul viso e la testa poggiata sul palmo della mano. I suoi capelli erano rigorosamente tinti di celeste mentre sugli occhi aveva applicate delle lentine rosse colorate.
Anche a quella distanza riuscii a distinguere sul suo viso una leggera barba puntigliosa. Una cicatrice gli attraversava perpendicolarmente tutta la faccia. Non aveva l'aria rassicurante, di certo.
Sembrava il tipo di persona che ti invitava a cena con lo scopo ultimo di avvelenarti mentre si divertiva a guardare.
L'uomo si raddrizzò, pronto a parlare. «Cobra, Nebula... Vedo che avete portato degli ospiti.» La sua voce si propagò per tutta la sala scatenando sussurri e mormorii. Fu Theo ad alzare il capo.
«La nostra amica ha ricevuto un invito. Ma non ha intenzione di unirsi a noi.»
I sussurri si fermarono di colpo. L'uomo continuò a sorridere per poi schioccare la lingua sul palato. «Sai anche tu che non funziona così, Cobra. Il fatto che sia qua è per noi una chiara risposta.» Strinsi i pugni in preda alla rabbia.
Julien si affiancò all'uomo per godersi la scena. Doveva essere la sua spalla destra. L'uomo con i capelli celesti si rivolse a me senza perdere quel sorrisetto che mi faceva tanto prudere le mani.

STAI LEGGENDO
Kairos
Storie d'amoreLeigh è una ragazza di origini maori, suo padre le ha insegnato tutto riguardo la sua tradizione sin da quando era una bambina. Ma, frutto di un matrimonio travagliato, Leigh ha vissuto con una madre che si è sempre opposta alle sue tradizioni. Obbl...