Teschi della Morte

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L'ottimista vede opportunità in ogni pericolo,

il pessimista vede pericolo in ogni opportunità.

Winston Churchill

Leigh

Passai le notti a seguire insonne.
Ogni volta che il mio telefono squillava puntualmente attaccavo. Non volevo più sentire papà. Non potevo fidarmi di lui.

Alla fine, di mamma non mi ero mai fidata troppo. Per questo ero più arrabbiata con lui che con mamma. Mi sentivo tradita, e affranta, e...

A dirla tutta, non volevo sentire la sua voce. Mi avrebbe fatta sentire ancora più in colpa. E sarei stata costretta a mentirgli su tutto. Perché io sapevo che sarebbe stato profondamente contrario al mio comportamento.

Non avevo alcun bisogno di qualcuno che mi ricordasse quanto fossi orribile.
Piuttosto, mi limitai a leggere e rileggere più volte quel messaggio.

I Teschi della Morte.                                                                                                                                                
Sembrava il nome di un gruppo di bambini maschi delle elementari che si schieravano contro le bambine stilando una serie di regole per essere idonei per entrare nel club. Be', in realtà la regola era solo una:                                                       

'Non essere femmine.'                                                                                

Eppure, Naomi sembrava non essere in lei mentre mi raccomandava minacciosamente di non rispondere a quel messaggio. Non l'avevo mai vista tanto terrorizzata. Anzi, pensandoci meglio, forse solo una volta.                                       

Quando aveva visto Julien.                                                                

Per questo ero tanto determinata a voler sapere cosa stesse succedendo. In realtà, Naomi mi aveva sempre incuriosita come persona. Sin dai tempi delle scuole, era sempre stata una persona molto riservata.

Passava il suo tempo sui libri in disparte e la sola persona che lasciava avvicinare a lei era suo fratello. Theo, invece, era sempre circondato dagli amici del club di fùtbol. Lui era piuttosto sociale ed espansivo a differenza della sorella.                                                                                           

Naomi rigettava le sue frustrazioni su di me e Theo non faceva altro che spalleggiarla. Ma non era mai stato lui a prendere l'iniziativa per darmi il tormento. Anzi, delle volte mi sorprendeva pure.

Capitava che distraesse la sorella che era concentrata a prendersela con me lasciandomi il tempo di andare via.                                                                                         

Non avevo mai capito se lo facesse appositamente oppure si trattava semplicemente di circostanze fortuite. Però, una volta, lo avevo visto spiarmi con la coda dell'occhio mentre me la davo a gambe.

Probabilmente, era solo stata una casualità. Eppure, era qualcosa che mi era rimasta impressa. Ma era cambiato tutto un giorno. Perché avevo visto il gruppo di Julien parlare con Naomi.

Da quel momento lei era entrata a far parte del loro gruppo. E poco dopo la raggiunse anche il fratello abbandonando i suoi amici. Julien anche mi infastidiva. Ma lui lo faceva perché voleva provarci con me. Mentre Naomi lo faceva perché mi odiava.

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