Pubblicità alternativa

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Il nome "Nuova Zelanda",
significa "Terra di Mare".

Leigh

Non sapevo come era stato possibile finire in quella situazione. Una volta tornata nel mio ufficio, avevo trovato Lucas e Theo occupati a farsi la guerra con delle palline di carta. Sì, provenivano dai fogli che ci aveva dato Nick e che aveva preparato Alastair.

Naomi, invece, si era completamente disinteressata e si era messa a messaggiare con qualcuno al telefono. Avevo passato l'ora seguente a sistemare il disastro che avevano combinato. Fu in quel momento che si palesò Nick.

«Domani non venite in ufficio. Andremo tutti ad assistere alle riprese per la nuova pubblicità.» ci aveva detto. Lucas sembrava entusiasta mentre Naomi e Theo avevano preso la notizia come se neanche avessero ascoltato Nick.

Gli avevo chiesto perché. Insomma, non eravamo indispensabili. E la sua risposta fu: «Perché Alastair ha voluto così.» Allora, mi ero ammutolita. Non sapevo che piano malefico avesse in serbo per me. Ma ero certa che non mi volesse là per bearsi della mia compagnia.

Una volta tornata a casa, poi, mia mamma mi aveva fatto nuovamente il terzo grado. Voleva sapere se avessi recuperato la cartellina. E io le avevo detto che non c'ero ancora riuscita. Ovviamente, lei divenne ancora più ansiosa e continuò a ripetermi di recuperarla il prima possibile.

Io avevo annuito, esausta, e mi ero rintanata in camera mia. Avevo chiamato papà, per cercare conforto, ma d'un tratto la telefonata si era staccata di botto. E mi ero resa conto che il vecchio cellulare di Nick cominciava a fare cilecca.

Trovavo la situazione molto ironica dato che sarei dovuta andare ad assistere alle riprese di una pubblicità per un telefono. Alla fine, la mattina seguente, mi ero messa l'anima in pace e mi ero diretta agli studi con la mia Panda nera.

Durante il viaggio, rischiai di andare contro ad un idiota che era passato con il rosso. Non capivo perché capitassero tutte a me. Ad ogni modo, ero scesa dall'auto ed ero entrata dentro l'enorme edificio di registrazioni. Da quello che avevo capito, lì dentro incidevano anche dischi di cantanti.

«Scusi, il suo nome?» mi chiese una donna con i capelli raccolti in uno chignon e dall'aspetto elegante. «Leigh Field.» risposi. Lei controllò tra i fogli che teneva in mano e arcuò la fronte.

«Non c'è nessuno registrato in questo modo.» mi informò atona. Sbattei le ciglia. «Controlli meglio.» Lei mi guardò male per poi sbuffare. Diede un'ultima occhiata alla lista ma scosse la testa. «No, non c'è. Le devo chiedere di andare via.» mi disse.

Fantastico, adesso dovevo pure tornarmene a casa dopo tutto il viaggio che avevo fatto.
«Me la paga lei la benzina.» pronunciai. La donna era pronta a replicare ma a quel punto un braccio si posò sulle mie spalle.
«Lei è con noi.», riconobbi la voce solare di Nick.

«Già... Ma non è un problema, può anche tornarsene a casa.» sbuffò Dove affiancandomi. Roteai gli occhi.
«Be', per una volta sei stata fortunata. Ci voglio ritornare io a casa.» commentò Naomi. Mi voltai e vidi fosse accompagnata da Lucas e Theo.

«Siete sempre insieme, vedo.» dissi per il puro gusto di infastidire Naomi. Lei storse la bocca.
«Io e mio fratello siamo venuti insieme. E lui...» Squadrò Lucas «Lui mi fa paura.»
Lucas sembrò fiero una volta pronunciate quelle parole. Scossi la testa arresa e mi rivolsi nuovamente in direzione della donna.

«Siamo tutti insieme.» ripeté Nick. «Mi servono i nominativi.» ribadì la donna. Una volta che tutti glieli diedero, controllò. «Ci sono tutti. Manca solo il suo.» continuò ad insistere guardandomi.

Nick si voltò in direzione di Dove con un'espressione d'ammonimento. «Dove, hai dato tutti i nominativi?» Dove, che prima aveva le mani incrociate e la testa girata, riportò la sua attenzione su Nick seccata.
«Certo che li ho dati.» confermò. Nick sospirò.
«Tutti?» continuò a chiedere.

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