Capitolo 11

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Per il piano "black-out" era ancora troppo presto, col mio caratterino ancora non ero riuscita ad avvicinarmi abbastanza a Marcus per sfilargli le chiavi ed entrare in sala computer; la colpa era un po' mia era un po' mia e un po' della sua fidanzata sanguisuga che non si staccava mai da lui, gli stava avvinghiato come una piovra con uno scoglio. Roba da matti.

Avevo quindi organizzato un altro scherzo come quello degli scarafaggi, ma l'idea sta volta era quella di utilizzare dei grilli e di lasciarli saltellare per tutta l'aula professori, così da metterli KO almeno per l'intera giornata scolastica. L'unico problema stava nel fatto che questa "aula" in realtà altro non era che un estensione del corridoio principale dell'istituto, sbarrata da un piccolo muro per dividerla da esso: non c'erano ne porte ne entrate vere e proprie e se avessi fatto un macello in quella zona mi avrebbe vista chiunque, compresa la preside dato che il suo ufficio era praticamente lì davanti.

Avevo pensato di lasciare i piccoli insetti nella palestra sotterranea in modo da creare caos negli spogliatoi, ma avrei dovuto farlo durante intervallo perchè così sarebbero potuti entrare nelle sacche da motoria e creare il panico e l'idea di avere dei grilli vivi nello zaino per tre ore di fila non mi faceva impazzire per nulla.

Optai quindi per combinare il casino sempre nella parte inferiore dell'istituto, ma dall'altro lato questa volta. Quel posto era così immenso che aveva persino due piani sotterranei divisi fra di loro, come se uno solo non gli bastasse: in pratica il corridoio ad un certo punto finiva e ricominciava qualche metro più in là, lasciando uno spazio di passaggio fra il cortile centrale e le piste di atletica. In verità lì più che altro ci passavano i fattoni all'intervallo per andare a fumare piuttosto che le classi per fare motoria, ma quelle erano altre faccende di tipo burocratico.

Per mettere a punto il mio piano avrei dovuto percorrere tutto il corridoio centrale, scendere le scale, nascondermi in un bagno vuoto e aprire la solita bacinella di plastica lasciando scorrazzare le piccole bestie di satana da per tutto: avrei utilizzato lo stesso contenitore degli scarafaggi, avevo convinto Eddy a lasciarmelo usare per tutti i miei scherzi con l'unica promessa di riportarglielo una volta terminato l'incarico anche se sporco e maleodorante. Tanta differenza non poteva farla comunque, anche lui li utilizzava per infilarci dentro formiche, lombrichi e cose varie.

Il piano sembrava a dir poco perfetto, ma c'era una cosa che non avevo calcolato e che successivamente mi si ritorse contro: i grilli saltano. E non saltano mai dove vuoi tu, gironzolano un po' ovunque e senza una meta precisa, ma sopratutto quei bastardi ti saltano anche addosso.

Perciò quando mi ritrovai da sola nel bagno e aprii la ciotolina, quegli stronzi iniziarono a saltellare ovunque tranne che dove speravo andassero: credevo si sarebbero dispersi verso l'uscita andando ad infestare le aule e la palestra, invece saltarono sul lavandino, nei cessi, sulle porte e sul muro, alcuni riuscirono ad arrivare persino alle finestre in alto.

Io ho sempre odiato gli insetti, quindi non fui molto entusiasta quando una matassa di grilli iniziò a saltarmi addosso come se mi stessero attaccando in branco: li sentivo da per tutto ed emisi un urlo quando iniziai a sentirli anche sulla pelle ma specialmente sul viso. Non avevo una vera e propria fobia per gli animaletti, ma pensare che quelle orrende creature che Eddy tanto amava erano così piccole e veloci da poterti entrare nelle cavità nasali in mezzo secondo mi faceva rabbrividire, se non addirittura vomitare. Ero terrorizzata dall'idea di potermi ritrovare un grillo su per il naso, nell'orecchio o persino in bocca.

Presa dal panico uscii in fretta e furia dal bagno con ancora in mano il contenitore, lo lanciai in malo modo contro il muro e iniziai a divincolarmi cercando di togliermi quello schifo di dosso, continuando ad urlare e a maledirmi da sola perchè porca troia, era stata proprio un'idea di merda: il mio più grande problema erano i capelli ricci, se un grillo ci fosse finito impigliato sarebbe rimasto intrappolato lì dentro per sempre quindi cercavo di togliermi più insetti di dosso proteggendomi sopratutto il viso e la testa, così che non mi saltassero nel cespuglio.

Quel fatidico gennaioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora