Capitolo 21

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Non sapendo quale fosse la cosa giusta da fare, seguii il loro consiglio e corsi di fuori, andando verso la cima del monte. Benjamin sapeva meglio di tutti come comportarsi con Frederick, erano dopotutto fratelli consanguinei da entrambi i genitori, condividevano molto più patrimonio genetico rispetto a me o a Nathan. Forse sarebbe dovuto andare lui a cercare Jay essendo geneticamente più legato a lui, ma se Fred mi aveva chiesto di riportarlo a casa significava che l'unica in grado di farlo ragionare dovevo essere per forza io: Nathan non era un grande chiacchierone, anzi parlava a malapena e Justin, invece, in quel momento aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse a ritrovare la via della sanità attraverso il dialogo.

Speravo di trovarlo alla fine della ripidissima salita rocciosa, ma una volta arrivata lì non lo vidi altro che il desolato paesaggio della valle e dentro di me iniziai a disperarmi. Dov'era andato?

C'erano milioni di posti in cui avrebbe potuto cercare rifugio, che fosse andato al bar a sbronzarsi per dimenticare l'accaduto? Forse sperava di annegare la rabbia nell'alcool, anche se non era un comportamento tipico di Justin ma, anzi, molto più una cosa che avrei potuto fare io; come aveva detto Frederick però, Jay non era in sé, quindi ogni bizzarro comportamento e variazione inaspettata andava tenuta in considerazione.

Rischiai di rotolare giù dalla valle mentre scendevo velocemente verso la cittadina, feci tutta la strada di corsa, usando tutta la poca forza che avevo accumulato con i liquidi che mi avevano iniettato nel corpo in ospedale e il cibo scadente che mi avevano dato da mangiare.

Arrivai al pub stremata, senza forze né fiato e dovetti fermarmi un minuto a riprendere a respirare regolarmente: non era stata una grande mossa correre lungo tutto il tragitto, i muscoli delle gambe mi bruciavano dal dolore e il mio corpo non era ancora guarito abbastanza per poter sopportare tutto quello sforzo fisico.

Sperai che le mie fatiche non fossero state invane, pregando di trovare mio fratello dentro il locale ma quando ci entrai dentro non riuscii a vederlo; lo cercai persino dentro i bagni, ma senza risultati. Gli uomini là dentro mi guardavano straniti, erano per di più anziani che bevevano il caffè o qualche cinquantenne divorziato e già ubriaco nel primo pomeriggio per le troppe birre bevute a pranzo, ma in effetti vedere una ragazza della mi età a quell'ora e in un locale del genere era piuttosto insolito, non mi sorpresi nel sentirmi terribilmente osservata

«Cerchi qualcuno ragazzina?» mi chiese il barista asciugando un boccale di birra

«M-mio fratello» risposi ansimando e guardandomi intorno «Credevo fosse passato per di qua»

«Fratello?» mi chiese lui bloccando i movimenti «Intendi lo spilungone con la barba con cui di solito vai in giro?»

Lo guardai con gli occhi socchiusi e minacciosi, per un attimo pensai potesse essere uno stalker o un maniaco che mi teneva d'occhio da un po', ma mi resi subito conto che, spesso e volentieri, io e Justin andavamo in quel pub con gli altri fratelli e riconobbi il ragazzo al bancone dopo averlo guardato meglio: era uno di quelli che normalmente faceva il turno di notte, quindi nove su dieci, qualche alcolico doveva avercelo servito sicuramente lui una di quelle sere

«Si lui, barba, capelli scuri, occhi castani» domandai cercando di mostrargli quanto fosse alto con le mani

«Oh...credevo fosse il tuo ragazzo, non vi assomigliate per niente!» disse ridacchiando e riempiendo il boccale che aveva in mano «Comunque non è qui, ma spesso fa una tappa al cimitero prima o dopo essere passato a prendere il suo solito bourbon. Ti consiglio di cercarlo lì»

Non so perchè mi stupì di più il fatto che Justin fosse al cimitero piuttosto che scoprire che prendeva regolarmene un drink abbastanza costoso in quel locale: che se lo facesse mettere sul conto e pagasse il proprietario a fine mese? Probabile. Ma non era ciò che mi interessava in quel momento, volevo solo ritrovare mio fratello e non accusarlo di qualche eccessiva spesa fatta in un qualsiasi bar all'angolo.

Quel fatidico gennaioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora