11) «Una brasiliana!»

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"Le conversazioni migliori restano quelle senza spazio tra due bocche"

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"Le conversazioni migliori restano quelle senza spazio tra due bocche".

Charles Leclerc.
8 anni prima.

La mia stanza era buia. Ero completamente immerso in un oblio di nero e di silenzio. Strano. Era il mio compleanno ed in casa mia c'era silenzio. Mi misi seduto sul mio letto e allungai la mano verso il comodino, cercando a tastoni il mio cellulare. Una volta trovato, lo afferrai e vidi che ore fossero. Le cinque del pomeriggio. Avevo dormito tantissimo.

Mi stiracchiai e mi strofinai gli occhi. Avevo fatto un piccolo straordinario, il che mi aveva portato a tornare a casa alle sette del mattino. Tanto che ero stanco che per poco nemmeno riuscivo a darmi una ripulita. Ma alla fine lo avevo fatto. Mi misi in piedi, ma sobbalzai quando sentii un qualcosa sfiorarmi il piede scaldo. Oh. Chi cazzo c'è sotto al letto.

Afferrai ancora una volta il cellulare e accesi la torcia, puntandola sul pavimento della mia stanza. Incurvai le sopracciglia e la fronte mi si riempì di piccoli rilievi, ma sorrisi. La mia stanza era cosparsa di palloncini rossi. Misi i piedi nelle ciabatte, avvicinandomi alla porta della mia stanza. La aprii, e mi addentrai nel corridoio buio ancora con la torcia del cellulare accesa. Anche il corridoio era cosparso di palloncini. La porta che collegava il corridoio alla cucina era chiusa. Spensi la torcia, aprii la porta ed un urlo di gioia mi stonò le orecchie: «Sorpresa!».

Sorrisi mentre diversi coriandoli fluttuavano per la stanza. Non erano in molti i presenti, ma erano quelli necessari. C'era mio padre, mia madre ed i miei due fratelli. Poi c'erano Joris, Hugo, Riccardo, Marta e Smith.

Un momento. Smith?

Istintivamente, feci per voltarmi intorno, ma ancora una volta, mi ritrovai ad osservare il buio. Stetti dritto ed immobile mentre sentivo qualcuno coprirmi gli occhi con le mani alle mie spalle. Sorrisi. Ciao principessa. Bentornata.

L'ultima settimana era stata al quanto monotona. Senza la mia compagna di banco le mie mattinate erano stato noiose. L'intera serata in discoteca era stata noiosa. Eppure, anche se lei non c'era, era comunque sempre presente nella mia mente. Era presente lei ed il nostro bacio. Purtroppo, ero stato un tale idiota da non chiedergli il numero di cellulare prima che potesse andarsene. Avevo provato a cercarla sui social, ma per quanto strano potesse sembrare, la principessina non sembrava essere iscritta a nessuna piattaforma. Oppure aveva semplicemente un nickname fin troppo particolare da permettermi di trovare il suo account.

Ora siamo l'inverso || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora