19) «Stavo imitando Brian O'Conner»

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"Siamo gelosi perché sappiamo che ciò che ci rende felici può essere portato via da qualcuno migliore di noi"

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"Siamo gelosi perché sappiamo che ciò che ci rende felici può essere portato via da qualcuno migliore di noi".

2024

«Perfetto, abbiamo concluso» mi informò il mio datore di lavoro, passandosi il braccio sulla fronte sudata. Eravamo nel pieno della primavera, ma il sole bruciava rovente sul Principato.

Quella mattina, eravamo andati a consegnare tre scatoloni colmi di cupcake ed una torta enorme, in onore di una festa di compleanno. Ma, il festeggiato, a differenza di ogni comunissimo e adorabile bambino presente in quella città, era un bambino con un titolo nobiliare. Era uno dei tanti nipoti del principe Alberto. Inoltre, il luogo in cui puntualmente veniva svolta tale celebrazione, era sempre lo stesso: un kartodromo.

Lo stesso kartodromo in cui anni prima avevo avuto l'occasione di fare un giro sui kart. Un esperienza traumatica, che forse non sarei mai stata in grado di dimenticare. Lo stesso kartodromo in cui il mio vecchio compagno di classe aveva provato a baciarmi per la prima volta. «É incredibile il fatto che continui a festeggiare i compleanni dei suoi nipoti qui, dopo tutti questi anni».

«Il principe sa che sei qui?».

«No» scossi il capo «Credo che non ne sia accorrente».

«Vado a prendere i soldi, poi torniamo in pasticceria». Annuii a Smith ed un attimo dopo prese ad allontanarsi dalla mia figura e a dirigersi verso tutti gli invitati. Puntai il mio sguardo li, nonostante fossi lontana e anche ben nascosta da loro. Sorrisi nel rivedere tante facce 'amiche'. C'erano diversi finanzieri, architetti, milionari. C'erano diversi membri della famiglia reale, diversi ragazzi con cui passavo le mie serate in discoteca. C'erano anche Joshua e Frederick, i due scagnozzi di Matthew, i suoi due amici più fidati. Ma, l'unica persona che proprio non c'era, era il biondino.

Facevo saettare i miei occhi da un invitato all'altro, ma niente, tra tutte le chiome bionde lì presenti, quella di Matthew non sembrava proprio essere presente.

«Lo stai cercando?».

Sobbalzai nel momento in cui sentii il calore di un corpo attaccarsi improvvisamente alla mia schiena e la sua voce solleticarmi i capelli. Mi voltai, nonostante dal tono di voce avessi già intuito chi fosse, e la figura del mio vicino di casa centrò il mio campo visivo.

Ora siamo l'inverso || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora