18) «Credi che sia venuto perché sono geloso di lui?»

2.7K 174 54
                                    

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

'Dentro ad un abbraccio puoi fare di tutto: sorridere e piangere, rinasce e morire

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

'Dentro ad un abbraccio puoi fare di tutto: sorridere e piangere, rinasce e morire. Oppure, fermarti e tremarci dentro, come fosse l'ultimo'.

2024

Il difetto più grande di avere Charles Leclerc come vicino di casa, non comportava nel sentirlo lasciarsi andare in piacevoli sfoghi e compagnie durante il corso della notte. Il difetto più grande era che la mattina, quando io andavo ad aprire la porta di casa per potermi dirigere a lavoro, lui - subito dopo Brandon - era la prima persona che ero costretta a vedere tutte le mattine.

Non sapevo il perché, ma ogni mattina, puntualmente, lui usciva di casa alla stessa ora in cui uscivo io. E si, forse non era un dilemma così grande quello. Charles aveva sicuramente molti affari da svolgere durante la giornata ed io non potevo pretendere che uscisse un ora prima o un ora dopo in confronto all'ora in cui uscivo io. Ma, dopo la figura che avevo fatto la scorsa notte, avrei preferito fosse così. Avrei preferito non incontrarlo.

Non potevo nascondermi da lui per sempre, ma, se ci fosse stata la possibilità di rimanere chiusa in casa fino a quando non mi fossi smessa di vergognare per l'incredibile figura che aveva fatto, l'avrei accettata volentieri.

«Buongiorno». Entrai nell'ascensore a sguardo basso, non avendo nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia. Mi sentivo il volto andare in fiamme.

Allungai una mano verso i bottoni dei piani, per cliccare sul tasto 0, ma il monegasco mi precesse cliccando il tasto -1, quello del garage, e intimandomi: «Ti accompagno io a lavoro». No grazie.

Dopo ciò che avevo combinato le scorsa notte ero convinta di aver perso tutta la mia dignità ai suoi occhi. Almeno, dormire tra le braccia del mio coinquilino mi aveva fatto sentire meglio. Poco però.

«Vado a piedi». Se non riuscivo a state per pochi secondi in un ascensore con lui, figuriamoci intraprendere un discorso nella sua auto.

«Ieri hai fatto le ore piccole, sicuramente sarai stanca. Mi morsi l'interno della guancia all'udire del suo tono di voce. Mi stava prendendo in giro. Sarebbe stato inutile alzare gli occhi e guardarlo, potevo già immaginare che tipo di espressione avesse. «Lascia che ti accompagni io».

Ora siamo l'inverso || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora