prima di iniziare, questa storia è il sequel di "Your friendly neighbourhood Spider-Man", se non l'avete letta vi consiglio vivamente di farlo prima di continuare a leggere questa. se invece l'avete già letta, beh, buona lettura.
Lo scontro contro Professor Ombra era finito con la mia vittoria, ma a che prezzo? Federico, il ragazzo che amavo, era morto. Davide, uno dei miei pochi e veri amici, era stato ucciso dal suo stessso padre. E poi Giovanni, quello stronzo senza un cuore che alla fine si era rivelato buono, aveva deciso di suicidarsi per non vedermi morire. Me ne tornai in quel posto che chiamavo casa, anche se di casa, ormai, non aveva un bel niente. Mia madre mi voleva soltanto come una macchina per i soldi, ma era pur sempre mia madre, no? Avrebbe compreso il mio dolore e mi avrebbe consolato, giusto? Appena varcai la soglia della porta crollai in ginocchio. Ero stanco e affranto, mi sentivo consumato e vuoto. Lei, quella che un tempo avrei chiamato "Mamma", se ne stava di fronte a me, guardandomi senza un minimo di pietà.
«Sei sporco di sangue, non puoi entrare così, sporcherai tutta casa.» Mi sgridò.
«Giovanni è morto, con lui anche Davide.» Nel suo sguardo non sembrò esserci nemmeno un minimo di dolore.
«Peccato, avevano così tanti soldi. Spero almeno che Giovanni me ne abbia lasciati un po'.» Sgranai gli occhi e la guardai male. Come poteva dire questo?
«Tre persone sono morte sta sera e tu pensi ai loro soldi? Sei un mostro, hai bisogno di una cura psichiatrica.» Le urlai contro io, ero incazzato, ma non con lei, ero incazzato con me stesso e per svariati motivi.
«Tre persone? Ne hai nominate solamente due. Chi è il terzo?» Lei lo sapeva. Alzai lo sguardo e incrociai i suoi occhi, aveva un ghigno malvagio stampato sul volto. Non potevo continuare a stare lì, in quella casa, con lei. Dovevo andare via. Mi alzai e, senza dire altro, uscii e iniziai a vagare senza una meta ben precisa. Volevo morire, mi sentivo una merda, l'unica persona che mi avrebbe fatto stare meglio era Federico, ma era morto. Dio, era morto... Faceva davvero male. Mi guardai attorno, ero arrivato, senza nemmeno volerlo, proprio a casa di Federico. Caddi in ginocchio e scoppiai di nuovo in lacrime, volevo scappare via da lì. I genitori di Fede avrebbero potuto vedermi e mi avrebbero chiesto dove fosse loro figlio, non potevo rispondere con "È morto", avrei causato loro un dolore assurdo, simile a quello che, in quel momento, stavo provando io. Non potevo fargli del male così, ma non potevo nemmeno nascondere la morte di loro figlio. Non sapevo cosa fare, quando a un certo punto la porta di casa sua si aprì, rivelando proprio Anita, sua madre. La donna aveva i lunghi capelli biondi raccolti in uno chignon arruffato, gli occhi erano socchiusi e addosso portava una camicia da notte. Mi guardò attentamente, mentre cercavo di asciugare al meglio le lacrime e rimettermi in piedi.
«Nicola? Che cosa succede? Dov'è Federico?» A quella domanda scoppiai di nuovo a piangere. La donna non ci pensò più di una volta, mi strinse a sé, in un abbraccio, e mi accarezzò, dandomi quel conforto materno di cui tanto avevo bisogno in quel momento.
«Federico... Lui è... Lui è morto.» Le annunciai io, tra vari singhiozzi. La donna rimase a lungo a guardarmi, i suoi occhi azzurri erano lucidi e il suo sguardo era perso.
«Com'è possibile? Mio figlio è morto? Il mio bambino è...» Non finì la frase che cominciò a piangere e, questa volta, fui io a darle sostegno e a cercare di consolarla quanto più potevo. A noi si unì anche il padre di Fede, eravamo tutti sommersi dalle lacrime.
«Io... Mi dispiace... Non volevo... È colpa mia... L'ho messo io in pericolo.» Mi scusai, tra un singhiozzo e un altro.
«Non è colpa tua Nicola... Sei un bravo ragazzo... Non è stata colpa tua.» La donna mi rivolse un sorriso che, però, era colmo di tristezza. La strinsi ancora più forte e lei mi accarezzò i capelli.
«Posso chiedervi se posso stare qui... Per alcuni giorni? A casa ho molti problemi e...»
«Ovvio, Nicola. Puoi stare qui quanto ti pare.» Rispose Ettore, il padre di Federico. Rivolsi loro un grande sorriso, anche se immerso nelle lacrime, e lo ricambiarono.

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𝐒𝐩𝐢𝐝𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧 𝐢𝐧𝐭𝐨 𝐭𝐡𝐞 𝐦𝐮𝐥𝐭𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐨𝐟 𝐦𝐚𝐝𝐧𝐞𝐬𝐬
Fanfiction~Strecico~ Parte 2 di "Your friendly neighbourhood Spider-Man". "Lo strinsi così forte che quasi non respirava. Mi era mancato così tanto, ma adesso lo riavevo tra le mie braccia."