Era notte quando uscimmo dal portale. Il luogo era lo stesso. Guardai in alto e notai che anche il giorno era quello, finalmente ci eravamo riusciti. Vidi arrivare Davide, aggrappato a un me ancora ignaro di ciò che sarebbe successo da lì a poco, sul tetto del palazzo. Subito la mia mente si riempì con i ricordi di quella notte. Tutte le lacrime versate, la rabbia provata a causa della morte di Davide, la tristezza negli occhi di Ettore e Anita e la delusione in quelli di mia madre. Quella notte mi sentii un totale fallimento. Non ero riuscito a salvare nessuno, nemmeno l'animo cattivo di Giovanni. Tutto ciò che avevo di bello e felice era morto, una parte di me inclusa.
Strange, facendo apparire il bambolotto di Federico, mi riportò alla realtà.
«Dobbiamo essere veloci. Quando tu prenderai Federico lascerai cadere questo.» Disse, indicando il pupazzo. Annuii lentamente, non mi sentivo ancora pronto, in realtà, ma dovevo farlo per Federico, non potevo tirarmi indietro. Presi il pupazzo sottobraccio e mi posizionai in un punto in cui Ombra non avesse potuto vedermi ma dove, al contrario, io avessi avuto via libera per prendere al volo Federico. Iniziai a pensare a cosa sarebbe successo dopo. Non ci avevo mai pensato, a dire il vero. Avevo sempre pensato a quel momento, ma mai al dopo. Ero felice, sì, ma qualcosa mancava. A strapparmi dai miei pensieri fu un urlo carico di tristezza e subito capii. Era già arrivato il momento, non della morte di Fede, della morte di Davide, il figlio di Giovanni. Avrei davvero voluto salvarlo, portare a casa sia lui che Federico, ma Strange me lo aveva vietato. Salvare Fede era già abbastanza rischioso, prendere anche Davide sarebbe stato impossibile, soprattutto senza farsi notare da Ombra.
Alzai lo sguardo verso l'alto, Federico era sospeso sul nulla, tenuto soltanto dalla mano di Giovanni che gli stringeva il collo. Soltanto qualche secondo dopo quella mano si aprì, lasciando cadere giù Federico. Lanciai una ragnatela, prendendolo e tirandolo a me. Subito, al suo posto, gettai giù il bambolotto e corsi verso Strange. Lui aprì un portale e mi gettai dentro, tenendo Federico ben stretto a me.
Aveva il respiro irregolare, gli occhi lucidi e il suo corpo tremava. Lo strinsi così forte che quasi non respirava. Mi era mancato così tanto, ma adesso lo riavevo tra le mie braccia. Gli accarezzai i capelli, lasciandogli dei baci sulla fronte.
«È tutt'ok, sei salvo.» Gli sussurrai, continuando a coccolarlo. Ero al settimo cielo, quella era la sera più bella di tutta la mia intera esistenza.
«Cos'è successo?» Mi domandò, con la voce ancora tremante.
«Tu eri morto e io e Nicola siamo tornati indietro nel tempo per salvarti... Il tuo fidanzato sa davvero essere una rottura di coglioni.» Gli rispose Strange, anticipandomi.
«Indietro nel tempo? In che senso? E tu chi sei?» Riprese l'altro, più spaventato di prima.
Gli accarezzai dolcemente il viso e, dopo avergli stampato un bacio sulle labbra, gli dissi che gli avrei spiegato tutto quando sarebbe tornato a casa. Detto questo salutammo Strange e lo portai finalmente a casa.
Anite ed Ettore, quando lo videro, scoppiarono a piangere dalla gioia. Inizialmente credettero che fosse tutto un sogno ma, dopo varie spiegazioni, strinsero il loro figlio così forte che quello quasi soffocava.
«Grazie.» Mi disse Anita, quando Ettore e Federico, troppo stanchi, si ritirarono nelle loro camere. «Veramente, grazie per averlo fatto tornare. Mi era mancato così tanto.» Sull'ultima frase le si spezzò la voce e io la strinsi in un fortissimo abbraccio. Potevo capire il dolore di perdere qualcuno di importante, ma non potevo di certo capire il dolore dopo la perdita di un figlio. Soffriva tantissimo e io, anche se per uno scopo egoista, l'avevo aiutata e avevo fatto andar via il dolore.
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𝐒𝐩𝐢𝐝𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧 𝐢𝐧𝐭𝐨 𝐭𝐡𝐞 𝐦𝐮𝐥𝐭𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐨𝐟 𝐦𝐚𝐝𝐧𝐞𝐬𝐬
Fanfiction~Strecico~ Parte 2 di "Your friendly neighbourhood Spider-Man". "Lo strinsi così forte che quasi non respirava. Mi era mancato così tanto, ma adesso lo riavevo tra le mie braccia."