IX

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Uscito dal portale mi ritrovai in un posto molto familiare. Accanto a me c'era un divanetto e di fronte a esso vi era posizionata una poltrona. Tra i due c'era un tavolino con sopra poggiata una tazza vuota. In quel momento realizzai in che posto ero finito. Feci un sospiro di sollievo.
«Finalmente sei tornato.» Disse la voce di Strange, che ritornava dalla cucina con in mano una tazza piena di thè. «Ti ho cercato in trecento universi differenti, ti trovavo e poi sparivi di nuovo.»
«Signor Strange... Salve... Ecco... Beh... Non... Io... Come va?»
«Ciò che hai fatto, Nicola, potrebbe essere considerato come un crimine nei confronti del multiverso. Sei riuscito ad andare in molti universi tutto solo e questa cosa mi ha...» Pensavo continuasse con un: "mi ha fatto davvero incazzare che adesso ti ucciderò con un Avada Kedavra", ma, a mia sorpresa, non fu così. «...Mi ha davvero stupito, Nicola. Nessuno ha mai capito come usare dei portali per il multiverso così in fretta. Io stesso ci ho impiegato mesi e sono lo Stregone Supremo.» Sorrisi a quello che penso sia un complimento. «La cosa che mi ha stupito di più, però, è stata la tua ostinazione nel voler ritrovare Federico. In tutti gli universi, infatti, non incontravi una versione differente del Federico originale.»
«Pure quel dottore era Fede?» Il dottore annuì.
«Ho rimediato al tuo incantesimo, non si apriranno più portali e tu non verrai trascinato da un universo all'altro.»
«Wow.» Mi limitai a esclamare, mentre mi gettavo di peso sul divanetto. Ero davvero stanco, avevo bisogno di una doccia, di un riposino, di vestiti puliti e di un cesso. Dovevo pisciare, e anche tanto. Guardai Strange, che nel frattempo si era accomodato sulla sua poltrona, e gli chiesi: «Dov'è il cesso? ho la vescica che mi sta scoppiando. Posso farmi anche una doccia? Ah, e posso usare la lavatrice? Non lavo la tuta dall'avanti Cristo, puzza di morto. E di tonno in scatola.»
«Esci dal corridoio, infondo a destra. Appena entri nell'altro corridoio continua dritto fino alle scale, sali, giri a sinistra, poi a destra e-»
«Mi piscio addosso, faccio prima.» Strange sospirò e con uno schiocco di dita aprì un portale per il bagno. Avrebbe potuto farlo fin da subito. Vabbè, fatto sta che entrai nel portale -abbastanza traumatizzato- e feci tutto ciò che avevo elencato: mi lavai, pisciai e mi riposai. La tuta venne lavata con la magia da Strange, pensai che questa cortesia fosse abbastanza strana, ma non ci feci tanto caso, avevo davvero tanto sonno.

Quando mi svegliai dal mio riposino pomeridiano, vidi lo stregone seduto sulla poltrona intento a leggere qualche libro sulla magia.
«Vedo che ti sei svegliato, finalmente.» Mi disse, senza neanche degnarmi di uno sguardo.
«Quanto tempo ho dormito?...»
«Per ben dieci ore, Nicola. Erano le undici del mattino e adesso sono le-» A interrompere il suo discorso fu l'allarme. Non mi misi neanche la tuta, mi alzai di scatto, uscii dalla finestra -perché fa più scena- e mi diressi verso la piazza. Lì, ad aspettarmi, ci fu quello scassamento di coglioni del successore di Professor Ombra: Garçon de l'ombre. Era più rompipalle del precedente, se non avessi saputo di Davide avrei pensato che Ombre e Ombra siano imparentati, ma chi sa, magari è un figlio nascosto... E francese.

𝐒𝐩𝐢𝐝𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧 𝐢𝐧𝐭𝐨 𝐭𝐡𝐞 𝐦𝐮𝐥𝐭𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐨𝐟 𝐦𝐚𝐝𝐧𝐞𝐬𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora