II

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Anita ed Ettore mi guidarono verso camera di Federico.
«Puoi dormire qui, se te la senti.» Mi disse la donna, mentre con una mano mi accarezzava la schiena.
«Va bene, grazie.» Non aggiunsero nient'altro e andarono nella propria stanza. Aprii l'armadio e presi dei vestiti che gli avevo regalato, mi vestii e crollai sul letto di Fede scoppiando in un lungo pianto. Era tutto così strano. Era strano pensare che Federico non c'era più, non lo potevo più riavere tra le mie braccia né potevo baciarlo. Presi un cuscino e lo strinsi in un abbraccio, aveva ancora il suo buon odore. Mentre piangevo disperatamente, sentii qualcosa di peloso toccarmi la mano destra. Guardai e notai che era Kumo, il gattino che gli avevo regalato, che cercava attenzioni. Posai il cuscino e mi sdraiai a pancia in sù, così che il gattino potesse sistemarsi su di me. Si accoccolò proprio sul mio petto dove, prima di addormentarsi, mi lasciò alcuni bacini. Forse sembrerà strano, ma quel gatto sembrava star soffrendo. So che può sembrare una cazzata, ma sembrava davvero essere a conoscenza di tutto ciò che era accaduto quella notte. Chiusi gli occhi e, senza nemmeno uno sforzo, mi addormentai.
Quando riaprii gli occhi, Kumo non era più sul mio petto, addosso avevo la mia tuta e, la cosa più importante, non ero più a casa di Federico. Ero su quel maledettissimo tetto, il tetto su cui Giovanni di Salvo uccise brutalmente Federico. Mi guardai attentamente attorno e li vidi. Davide, Giovanni e Federico erano lì, ancora vivi. Corsi verso Fede e, con le lacrime agli occhi, lo strinsi forte in un abbraccio.
«Sei vivo... Sei vivo... Cristo...» Lo guardai, il suo volto era spento. I suoi meravigliosi occhi azzuri sembravano grigi ed erano socchiusi. Mi staccai da quell'abbraccio non ricambiato e guardai Davide e suo padre, anche loro erano come se fossero spenti.
«Aiuto.» Disse Fede, all'improvviso.
«Aiuto.» Ripeté Davide.
«Aiutami.» Concluse Giovanni. Provai a parlare ma dalle mia labbra non uscì alcun suono. Il mio respiro divenne irregolare e le lacrime iniziarono a rigarmi il volto. Cosa stava succedendo? Cercai di afferrare Federico per scuoterlo, sperando di svegliarlo da quello che sembrava un incubo. Ma le mie mani attraversavano il suo corpo come se fosse fatto d'aria. Mi voltai di scatto e vidi Giovanni avvicinarsi, il suo volto era pallido e inespressivo.
«Cosa vuoi da me?» Urlai, ma la mia voce sembrava soffocata, come se non avesse forza. Giovanni si fermò a pochi passi da me e parlò con una voce monotona e distante.
«Se noi adesso siamo morti, la colpa è soltanto tua.»
Mi sentivo paralizzato, il mio cuore batteva così forte che quasi scoppiava. Guardai di nuovo Federico, sperando che si muovesse, che desse un segno di vita, ma niente. Solo un corpo senza vita, svuotato di tutto ciò che era stato.
«Perché sono qui? Cosa volete da me?» Chiesi, cercando di mantenere la calma.
Giovanni non rispose, semplicemente si dissolse come una nebbia. Davide lo seguì subito dopo, lasciandomi solo con il corpo di Federico. Le ombre intorno a me sembravano muoversi, avvicinarsi, come se volessero inghiottirmi. Poi, improvvisamente, sentii una voce dolce e familiare.
«Nicola, svegliati...»
Aprii gli occhi di scatto e mi trovai di nuovo nella stanza di Federico. Kumo era sdraiato su di me e mi leccava il volto,che stava venendo rigato dalle lacrime. In piedi accanto al letto c'era Anita, era stata lei a svegliarmi.
«Buongiorno.» Disse sorridendo, ma non era affatto felice. «L'ospedale ci ha contattato, hanno trovato il corpo di Federico e l'hanno dichiarato completamente morto. Domani ci sarà il funerale.» Annuii. «Anche per Davide il funerale sarà domani. Io e Ettore abbiamo contribuito a pagare l'essenziale.»
«Avete contributo?»
«Si. Tua madre sta pagando il resto, dice di essere davvero addolorata.» Sbuffai, sia io che Anita sapevamo che non lo era per niente. Avrei voluto prenderla a schiaffi ma mi ripromisi di non volerla vedere più.
«I funerali di Giovanni, invece?»
«Non si terranno.»

𝐒𝐩𝐢𝐝𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧 𝐢𝐧𝐭𝐨 𝐭𝐡𝐞 𝐦𝐮𝐥𝐭𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐨𝐟 𝐦𝐚𝐝𝐧𝐞𝐬𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora