Cap.21

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Mi svegliai tra mille pensieri e dopo un caffè veloce mi venne in mente il fatto che forse, ma dico forse, sarebbe stato il caso di chiedere a Kendall che cosa stava succedendo.
Insomma... alla cena, in piscina, in corridoio, ma soprattutto la mattina precedente, dove un nostro presunto "bacio" era stato (s)fortunatamente impedito dal suono di un clacson.
Perché tutto questo è successo? Perché mi sta avvicinando così tanto a lui? Io non voglio soffrire ancora per colpa di un ragazzo, non dopo la mia storia con Ethan.

No. Subito dopo pensai che non era affatto una buona idea; dopotutto è sempre una star, e si sa che le star vogliono solo soddisfare i loro desideri.
Già, peccato che con me questi giochetti non funzionano tesoro mio, perché io -a differenza di molte altre stolte- ho un cervello e lo uso.

Si, ma peccato anche anche che non appena quei suoi occhi verdi si fondono con i miei, non capisco automaticamente più niente: il mio cuore si scioglie, il battito si ferma, le ginocchia tremano, il fiato mi manca, tutto sparisce e rimaniamo solo io e lui per quei pochi secondi in cui i nostri sguardi si incrociano, fino a che lui non posa i suoi occhi su altro lasciandomi in preda alle emozioni.
Tutto questo per un solo sguardo? E bene si. Ma non è un semplice sguardo, è il SUO sguardo, i suoi occhi, lui.
Per non parlare di quel bacio nella guancia che mi fa venire le farfalle nello stomaco solo a pensarci...

Vengo riportata alla realtà dal rumore di una mano che batte sulla mia porta, capendo che hanno appena bussato.

Chiedendomi chi cavolo può essere alle 9 di mattina che rompe le scatole vado ad aprire.

Ciò che mi ritrovo davanti non è un ragazzo, né un uomo. No, è un involtino con le gambe.

"È scoppiata una fabbrica di farina e non me ne sono accorta?" chiedo ridendo ad un Kendall completamente bianco che si trova di fronte a me.

"Molto spiritosa..." mi dice sarcastico "senti non sono venuto a parlare di farina, ma per chiederti un aiuto..." continua leggermente imbarazzato.

"Vedo..." sussurro squadrandolo da capo a piedi e non potendo trattenere un'altra risata.

"Bene, allora, se non ti dispiace, c'è una torta al cioccolato che ci aspetta." mi dice voltandosi e tornando nella 4J.

"Sissignore!" dico ad alta voce imitando un tono militare.

Come metto piede nell'appartamento dei ragazzi non mi viene più tanta voglia di scherzare.

A parte il fatto che la loro stanza è grande almeno il triplo della mia, e che hanno uno scivolo giallo in casa (?) e addirittura una di quelle macchinette da sala giochi... la cucina è la cosa che mi colpisce di più: è completamente bianca. Ma non per il colore dei mobili, no. Bianca a causa dei trecento strati di farina che probabilmente la stavano ricoprendo in quel preciso istante.

Con la faccia scioccata che mi ritrovo cerco Kendall, il quale mi sta fissando a pochi metri da me con aria abbastanza divertita.

"Fossi in te in questo momento non avrei troppo da ridere." gli dico seria.
"Ma i ragazzi?" chiedo subito dopo.

"Bhe, loro avevano voglia di andare a fare una passeggiata non so dove, ma io stamani mattina non mi sentivo molto bene. Quindi sono rimasto a casa e poi mi è venuta voglia di fare una torta. Ma non avendo idea di come si fa una torta ho combinato questo casino e ho pensato che magari tu potevi aiutarmi." mi spiega molto velocemente, terminando con una faccina supplichevole.

Come potevo dire no?
E poi a Kendall Schmidt.

"E va bene... ma come prima cosa cerchiamo di ripulire questo disastro." accetto indicando con una mano la cucina.

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