7. Appuntamento in biblioteca

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Alathea

Dopo le lezioni stranamente mi ritrovo a pranzare in mensa, in uno dei tavoli più dislocati dagli altri, dove di solito non si siede mai nessuno.

Avendo seguito i corsi tutto il giorno non sono riuscita a prendere il pranzo prima quindi mi ritrovo qui. Intorno a me c'è un gran caos di ragazzi che pullulano di felicità.

M'immergo nei miei pensieri e torno con la mente a quando anch'io ero circondata di amici e persone che mi volevano bene, persone che poi però ho dovuto abbandonare e che ogni tanto mi scrivono qualche messaggio a cui però non ricevono risposta.

Uno dei miei pensieri fissi va a Selene, una delle amicizie più importanti della mia vita.
Lei spesso continua a mandarmi dei messaggi e mi chiede di tornare, mi dice che affronterebbe il problema con me ma io proprio non riesco.

Non risponderle mi fa sembrare vigliacca ma in realtà non rispondo perché mi sento tremendamente in colpa, lei non meritava il mio abbandono. In cuor mio però spero tanto di riuscire a risolvere questo gran problema anche se la situazione non mi permette di pensarlo e tornare da lei per chiederle di perdonare la mia assenza.

Guardo per un po' il cellulare ma ad una certa mi rendo conto di essere già in ritardo per studiare quindi esco dalla mensa.
Mentre giro per il campus ricevo la solita chiamata da parte di mio fratello maggiore, Alan.

"Ehi Thea, finalmente rispondi... come va? Cazzo sono settimane che non ricevo tue notizie ma che scappi dalla CIA?" Era palesemente in ansia.

Mio fratello era uno l'unico a conoscere la situazione reale tra i miei familiari e non si può dire avesse reagito nel migliore dei modi. Voleva spaccare la faccia a Marcus ma non gliel'ho permesso. Avrebbe rovinato anche la sua vita e proprio non era possibile.

I miei genitori dopo aver lasciato Yale non hanno voluto più parlarmi. Alcune volte mi mancano e mi sento in colpa per non aver detto loro la verità ma proprio me ne vergognavo e non riuscivo ad aprirmi.

"Alan... tutto bene qui, da voi? Che si dice? Come va l'azienda?" Cerco di divagare parlando di lui per non farlo soffermare troppo sulla mia vita.
Mentre cammino mi fermo istintivamente sulla panchina che tendo ad occupare di solito senza nemmeno pensarci troppo.

Mi perdo in infinite chiacchiere con mio fratello che mi racconta svariati cambiamenti. Mi dice che mamma e papà contrariamente quanto dimostrino, chiedono spesso di me e che Selene prova a farsi vedere ogni tanto il suo cellulare per provare a chiamarmi, sapendo che è l'unica persona alla quale io risponda.

Mi racconta anche che in azienda ormai ha preso il potere e che papà non vedeva l'ora di cedergli il suo posto per andare in una sorta pensione anticipata. E colpo di grazia finale mi dice che vorrebbe tanto che io tornassi per il suo matrimonio tra 3 mesi, coincide perfettamente con la fine dell'anno accademico, quando teoricamente avrei le vacanze.

"Non lo so... io non so se me la sento di tornare" mormorò insicura e triste.

"Pensaci Thea, ti prego, mi farebbe immensamente piacere che tu ci fossi e io.. io... volevo chiederti se volessi farmi da testimone" dal tono della sua voce era in imbarazzo ma cercava di persuadermi.

"Si tratterà di pochi giorni e non ti lascerò un secondo sola, te lo assicuro Thea non ti succederà nulla" prova a rassicurarmi.

"Cazzo Alan... come faccio a dirti di no..."
Alcune lacrime iniziano a rigarmi il viso.

"Devo andare Thea, mi manchi tanto" questa frase non fece che aggravare il mio senso di colpa e il mio stato d'anima ormai triste.

"Anche tu mi manchi Alan, ci sentiamo". Metto giù il telefono.

Save me from a lieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora