24. Il risveglio

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Alathea

Strizzo gli occhi più volte credendo fosse un sogno ma ciò che vedo proprio non cambia, Adler è qui difronte a me con addosso soltanto un asciugamano.

Sento la gola infiammarsi e la bocca talmente secca che non riesco neanche a dire una parola, inoltre la testa non smette di girarmi e non mi ricordo niente della sera precedente, cazzo.

Mi porto le mani alle tempie e cerco di tenere la testa dritta.

"Non credo la testa smetta di girarti se te la tieni tra le mani" ghigna.

"E tu co..come l'hai capito?" Chiedo cauta.

Lui nel frattempo fruga tra i mobili e prende un paio di aspirine e un bicchiere d'acqua e si avvicina, sedendosi accanto a me.

"Prendi queste" me le porge.

"Mhh vuoi avvelenarmi?" Lo guardo con sospetto.

"Io no di certo, non credo però si possa dire lo stesso di te stessa" mi tocca la fronte ed io mi ritraggo subito appena lo vedo alzare la mano.

"Ehi tranquilla voglio solo controllare se hai la febbre" si allontana di poco.

Io faccio per alzarmi ma il mio corpo non me lo permette, sento ogni mio arto pesare almeno il doppio e ogni movimento mi risulta difficile.

"Io.. io voglio andare via" dico.

"Non posso trattenerti ma non credo tu riesca" sta bene attento a non toccarmi.

"Cosa.. insomma io che... che ci faccio qui?" Dico mandando giù il groppo che mi si era formato in gola.

"Ma come non ricordi nulla? Mi hai pregata di venire a letto con me, probabilmente eri mezza ubriaca ed io ti ho accontentata, era quello che volevi no?" Dice guardandomi seriamente.

Lo guardo super imbarazzata, sento le mie guance andare in fiamme e non capisco come sia potuto succedere fin quando lui non scoppia a ridere.

"Ti sto prendendo in giro" continua a ridere
"Avrei dovuto filmare la tua espressione " ride ancora.

Prendo un cuscino con molta fatica e glielo lancio e mi porto le mani sul viso.

"Vuoi dirmi cos'è successo?" Chiedo un po' impaziente.

"La verità è che non lo so Thea, non ne ho la più pallida idea, stamattina sono uscito presto per andare in palestra, sono rimasto chiuso dentro e son dovuto uscire dalla porta di emergenza e ti ho vista stesa a terra senza sensi sotto ad un albero, ti ho presa e ti ho portata qui, ora vorresti dirmi tu cosa ti ricordi?"

Ascolto attentamente quello che mi dice e provo a ricordare, faccio mente locale ma ricordo soltanto di aver incontrato Dan perché doveva darmi qualcosa allora mi tasto le tasche per prendere il cellulare e senza parlare controllo gli ultimi messaggi, cazzo. Mi sono fatta. Ho chiesto seriamente a Dan di vendermi droga? Ma che diavolo mi dice il cervello.

"Allora?" Mi esorta a rispondere.

Controllo di nuovo le tasche per vedere se avevo ancora qualcosa addosso, bingo.

Estraggo dalla tasca una bustina con una mezza pastiglia e gliela porgo.

"Non credo di poterti dire altro" dico.

I suoi occhi s'infiammano, prende la bustina dalle mie mani e si alza di getto per poi andare in bagno e presumo gettarla nel water dal momento che sento solo lo sciacquone.

"Te l'ha data lui?" So benissimo a chi si riferisce quindi rispondo direttamente senza chiedere.

"Gliel'ho chiesta io, l'ho anche pagata" ammetto senza guardarlo in faccia.

Save me from a lieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora