5. Brenda

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Alathea

Restai per qualche secondo senza parlare, temevo mi riconoscesse dalla voce quindi stetti in silenzio.

"Perdonami se ti ho spaventata, non era mia intenzione. Avevo solo bisogno di parlarti."

Lui voleva parlarmi? E cosa avrebbe dovuto dirmi... per saperlo avrei dovuto rispondere e non potevo continuare a scappare perché mi avrebbe seguita fino alla mia stanza.

"Cosa... cosa devi dirmi?" Chiesi tentennando e con un tono di voce relativamente più basso del mio.

Avrei potuto camuffarmi dalla testa ai piedi e fare anche qualche intervento chirurgico pur di non farmi scoprire, ma una cosa era certa...non ero mai stata brava a camuffare la mia voce.
Tutte le persone con cui ho avuto a che fare nella mia vita mi hanno sempre detto che la mia voce lasciava trasparire le emozioni della mia anima.
Benché ce la mettessi tutta per evitare qualsiasi tipo di mimica facciale nel dimostrare rabbia, paura, entusiasmo e qualsiasi altra emozione, la mia voce mi tradiva sempre. Era la parte più sincera di me, ed era un paradosso per una che alcune volte cercava di ingannare anche i suoi stessi pensieri.

"Come ti chiami? Ho bisogno di saperlo. Io sono Adler Mirren, lavoro per un'associazione che si occupa di proteggere le donne in difficoltà.." Stava per continuare la frase ma pur di sfuggirgli cercai di liquidarlo.

"Io non sono in difficoltà." Affermai cercando di sembrare sicura di me stessa.

"Beh vuoi dirmi che ieri sera ti stavi divertendo? Se è così perdonami allora non avrai sicuramente bisogno di noi la prossima volta." Era proprio uguale anche durante il suo lavoro, aveva la risposta sempre pronta e sapeva benissimo come passare dall''incudine al martello.

"No io non.." non mi lasciò finire la frase e forse fu meglio così poiché non sapevo cosa dire.

"Benissimo proprio come immaginavo, allora adesso chiudi due minuti quella cazzo di bocca e ascoltami. Quest'associazione ha sotto protezione tutte le ballerine del campus che lavorano in quel posto di merda. Dovresti ringraziarmi e sperare che la prossima volta sia nei paraggi e comunque per tua informazione, sì sarò sempre nei paraggi. Io mi occupo di questo. Devo seguire le ragazze quando finiscono il proprio turno e fare in modo che arrivino al dormitorio senza intoppi, e per intoppi intendo senza che vengano stuprate che sia chiaro, penso tu sia abbastanza intelligente da averlo capito. Insomma mi servirebbe sapere come ti chiami e qual è la tua stanza al dormitorio". Fu chiaro e coinciso.

Di tutte le parole che disse, nella mia mente iniziarono a circolare solo le ultime... come ti chiami? La tua stanza al dormitorio... Cosa mi sarei inventata? Cazzo cazzo cazzo. Avrei dovuto rifare le valigie e andare via, questo era poco ma sicuro.

Iniziai a sudare freddo quando lui mi sollecitò a rispondere.
"Allora? Non ho tutta la notte. A breve Jocelyn finisce il suo turno e devo trovarmi lì." Disse toccandosi il polso pur non avendo l'orologio.

"Mi chiamo Brenda" dissi. In un certo senso era così che mi ero presentata al locale.

"Benissimo Brenda e vorresti gentilmente far uscire fuori da quella cazzo di bocca il numero della tua stanza al dormitorio?" Era evidentemente spazientito.

"Io.. io non posso dirtelo. Non è la mia stanza, io non studio qui e un'amica mi ospita fin quando non avrò messo da parte abbastanza per andare via" sputai fuori tutto d'un getto e tremai al pensiero che avesse percepito la bugia.

Per tutto il tempo evitai di guardarlo ma in quel momento alzai lo sguardo e lo vidi imprecare tra i denti.

"E va bene cazzo, fai la misteriosa. Sei dell'Ala sud? Dimmi almeno in quale cazzo di ala ti devo scortare la prossima volta" stava seriamente perdendo la pazienza.

"Sì sto lì, ma tranquillo tra un paio di settimane non sarà più compito tuo, me ne andrò" lo informai di questa cosa, ovviamente non vera, quasi come se a lui importasse.

"Come ti pare, e comunque la prossima volta basta un grazie eh". Senti le ultime parole quasi come un sussurro dato che nel mentre lui iniziò ad allontanarsi.





Adler

L'incontro con quella ragazza mi aveva destabilizzato. Sentendosi intimorita sembrava un gattino indifeso ma appena ha percepito che non ero lì per farle del male ha tirato fuori gli artigli, come se avesse preferito buttarsi giù da un ponte piuttosto che rispondere alle mie domande. Proprio non capivo, non le avevo chiesto mica di svelarmi i suoi più intimi segreti.

Arrivo al locale e aspetto che l'altra ragazza esca per scortarla alla sua camera.
Jocelyn arriva e come sempre il suo abbigliamento lasciava poco all'immaginazione, mi viene incontro con un gran sorriso.

"Allora quanto tempo mi puoi dedicare prima che esca la prossima?" Chiede in modo sfacciato.

"Beh in realtà per stasera sei l'ultima" sorrido maliziosamente.

"Perfetto allora, andiamo. Se vuoi puoi res.."
non le faccio finire la frase.

"Jocy lo sai che non resto a dormire da te, tra di noi è puro divertimento e non ho intenzione di impegnarmi. Se stai fraintendendo la situazione per me questo rapporto può finire qui." Non avevo intenzione di scopare con una ragazza che poi mi avrebbe fatto qualche scenata emotiva, quindi preferivo essere chiaro.

"Oh no, non ti preoccupare era solo per dire." Era chiaramente dispiaciuta ma non sembrava tipa da scenate emotive.

Arriviamo in camera sua e in pochi minuti era già a pecora sotto di me che urlava il mio nome come se fosse l'unica cosa che desiderasse al mondo.

Il sesso con me non era come quello con qualsiasi altro ragazzo. Sapevo benissimo come prendere le donne e forse per pura casualità anche se io lo definivo un talento, riuscivo sempre a indovinare quali fossero le loro fantasie e ognuna ne aveva di diverse.

Ne avevo sperimentato di ogni negli anni e posso affermare con certezza di non avere mai fatto altro oltre che puro sesso.

Dopo quasi due ore di posizioni diverse e di molteplici orgasmi decidiamo di fermarci e mi accedo una sigaretta dando le spalle alla ragazza nuda nel suo letto.

Nella mia mente torna il pensiero dell'altra e inizio a fantasticare su quali fantasie potesse avere ma il mio cervello si ferma nel momento in cui ricordo il modo in cui mi aveva risposto. Quella è una santarellina con il corpo da troia, una so tutto io, una rigida. Una così avrà avuto una vita sessuale piatta, al contrario del suo fisico purtroppo.

"Senti ma, che sai dirmi di una certa Brenda?" Chiedo senza ragionare.

"Ma chi quella pazza con il caschetto? Perché vuoi sapere di lei? Te la vuoi scopare?" Era stizzita e non mi avrebbe detto molto.

"Jocy ti ripeto ancora una volta che io e te non siamo un cazzo di niente e pure se volessi scopare quella ragazza tu non avresti diritto di parola. Ritornando al discorso principale però volevo capire chi cazzo fosse quindi se hai qualche informazione utile per il mio lavoro ti conviene darmela" farmi perdere la pazienza era un gioco da ragazzi.

"Non so niente Ad, so soltanto che è arrivata da 6 mesi e già mi ha soffiato il cubo centrale. Non parla con nessuno, forse oltre al saluto l'ho vista una sola volta parlare con Marcus al suo arrivo, nient'altro."

Bingo.

Save me from a lieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora