Capitolo 15

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POV Sarah

Il fatto che Angela mi continuasse a spingermi lontano da lei mi faceva male e non sentirmi abbastanza da rassicurarla, ma non volevo ammetterlo a lei per poi aggiungere un peso in più. Ieri ho provato a svegliarla per mangiare ma nel sonno mormorò di lasciarla stare e così feci. Di tanto in tanto ho cercato di controllare come stava ma aveva continuato a dormire. Quella notte non sono riuscita a dormire molto. Ero preoccupata per lei. Non volevo che si sentisse sola nell'affrontare questa sfida, io volevo essere al suo fianco per aiutarla e sostenerla, ma era veramente difficile far cambiare idea ad Angela una volta che si fissava.
Erano ormai le 9:00 di mattina ed oggi nessuno aveva lezioni da attendere. Mi incamminai verso la sua stanza e bussai prima di entrare. Senti la sua voce darmi il permesso e la trovai sul suo letto dentro le coperte, con il suo Macbook e le cuffiette. "Buongiorno" dissi insicura, non sapendo se Angela avrebbe voluto stare in mia compagnia. Vidi il suo cenno per farmi avvicinare e velocemente mi sistemai dentro le coperte con lei. "Come ti senti?" Le domandai dopo che lei avesse tolto le sue cuffie e Macbook. "Male ma meglio di ieri" Rispose onesta strofinando i suoi occhi per poi guardarmi. "Mi dispiace per averti allontanato questi giorni" Disse onesta e lo potevo capire dal modo in cui i suoi occhi mi guardavano e per il suo tono di voce. "Lo capisco" risposi accarezzando le sue dita. "Non voglio farti stare male ma quando sto così preferisco rimanere da sola" Aggiunse cercando di giustificarsi e apprezzavo ciò, ma non serviva. "Va bene, voglio solo che tu sappia che se mai un giorno non ti vorresti sentire sola io ci sono" Risposi e per me era la verità. Vidi i suoi occhi lucidarsi. Senti le sue labbra appoggiarsi sulle mie. Apri le mie labbra per lasciarle spazio e questa volta sentivo che era diverso, come se Angela mi stesse baciando con i suoi sentimenti. Potevo percepire la sua emotività, il suo dispiacere e qualcosa che non bene come descrivere, ma si assomigliava ad amore. La forza in cui le nostre labbra erano pressate l'una sull'altra anche in un bacio così lento mi faceva notare tutto ciò. La sua delicatezza nell avere le sue mai appoggiate sul mio volto accarezzandolo. Era così intimo che sembrava ci stessimo mettendo a nudo. Senti una lacrima bagnare la mia guancia, ma non era mia. Mi allontanai rimanendo sempre vicino a lei. Guardai i suoi occhi, "perché piangi?" sussurrai asciugando la sua lacrima. "Non voglio perdere e lasciarti qui" ammise, "Non perderai Angela" dissi cercando di togliergli quel pensiero dalla testa, "Ma questo non lo puoi sapere" Rispose con tono incerto, "No ma credo abbastanza in te per dirti che se qualcuno ti manderebbe via sarebbe matto." Risposi accarezzando i suoi capelli. "Sei un artista Angela questo non te lo può togliere nessuno" Aggiunsi tornando a guardarla negli occhi. Angela non rispose ma mi strinse forte, quasi al punto di soffocarmi. "Odio il fatto che non potrei vederti se uscirei...tu sei fondamentale per me" Disse e non potevo trattenere un sorriso dal spuntare sul mio volto. "Anche tu per me lo sei, non voglio veramente pensarci" risposi con sincerità, non avevo intenzione di pensare a qualcosa di così brutto. Angela non doveva uscire. Passarono alcuni minuti dove il silenzio si calò tra di noi. "A me piaci molto" Incominciò Angela sedendosi per guardarmi. "Non abbiamo mai parlato veramente di cosa siamo, ma io non posso più nascondere il fatto che voglio tu stia con me" Ammise e onestamente non me lo aspettavo molto. Cose per la situazione, ma avevo paura che Angela stava avendo un attacco di irrazionalità, causata dalla paura per la sfida. Non sapevo quanto sincere fossero le sue parole, ma non perché dubitassi dei suoi sentimenti o parole, dubitavo della situazione in cui si trovava e dalla possibilità che fosse influenzata e magari non così genuina. Non volevo che potesse pentirsene, quindi mi bloccai. Non sapevo bene cosa dire. I miei sentimenti c'erano ed erano forti per lei. Volevo che lei fosse la mia prima ragazza, ma allo stesso tempo ero spaventata da tutto ciò. "Tu no?" domando adesso insicura Angela. Scossi il capo ed abbassando lo sguardo. "Non voglio che tu ti senta influenzata dalla sfida" Ammisi e lenti subito le sue mani afferrare le mie. "Sarah ti posso assicurare che non sono affatto influenzata, io voglio stare con te a prescindere di tutto e tutti" Rispose facendo chiarezza. "Guardami" sussurrò e la ascoltai. "Ti fidi di me?" mi domandò e la mia risposta fu un 'si'. "Allora credimi se ti dico che io per te sento qualcosa che va oltre al divertimento e la compagnia" Ammise. Non sapevo cosa pensare, stava per confidarmi i suoi sentimenti? Stava ammettendo il fatto che lei  sentiva qualcosa di più grande del piacere? Non sapevo bene, poiché Angela era un po' un enigma anche quando magari cercava di spiegarsi. "Va bene" risposi insicura e strinsi la sua mano. Non aggiunsi altro perché non volevo rivelare i miei sentimenti per poi sentirmi come se avessi frainteso le sue parole, ma quei sentimenti c'erano e ardevano per lei ogni secondo della giornata.
"Quindi ti va di essere la mia ragazza?" Domandò poco dopo. "Certo che si" risposi ridacchiando e buttando le mie braccia tra il suo collo tirandola a me per baciarla. "Sei la cosa più bella di questa esperienza a prescindere di come andrà" Aggiunse tra i nostri baci e ciò mi fece molto arrossire. Avere qualcuno rivolgere le sue attenzioni in quel modo e esprimere a parole i suoi sentimenti per me in questo modo, mi faceva sentire speciale.
Quella giornata la passammo a rassicurarci di ogni paura o dubbio avevamo, e per quanto avessimo potuto fare le cose in modo diverso, io non volevo nient'altro di meglio perché anche essere allungata tra le sue braccia a parlare mi bastava e mi riempiva qualsiasi vuoto fosse in me.

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