Capitolo 23

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POV Sarah

Lasciai Holden andare nella sua stanza, ma una volta tornato e notandolo fuori solo a fumare mi avvicinai a lui. "Hey" salutai sedendomi al suo fianco. "Saretta" rispose guardandomi. "Allora pronta per giovedi?" domandò fumando. "Credo, ho un pezzo molto forte" risposi per poi spiegargli di cosa il testo parlasse. "Secondo me ti andrà benissimo" rispose poi lui e sorrisi abbracciandolo. "Grazie Holden" sussurrai, onestamente avevo bisogno di un abbraccio in questo momento. Mi sentivo male nel stare lì con lui, perché sapevo che non ero lì per lui, ma allo stesso tempo Angela mi faceva male lo stesso. Sembrava come se io per lei ci fossi sempre, anche nei momenti in cui mi vorrebbe sono lì. Ma per me? Se non sono io che vado da lei, lei verrebbe da me? Oppure verrebbe solo quando lei lo ritiene giusto? Ero incerta. "Tutto bene Saretta?" Domandò notando il mio tono pensieroso nell ringraziarlo. "Si ho solo alcuni dubbi" risposi allontanandomi da lui. "Fammi indovinare, Angela?" Domandò ed ero sorpresa. "Si" risposi guardandolo e lui annuì guardando in direzione della finestra della casetta. "Che ti preoccupa?" Continuò ma non mi sentivo di parlarne con lui, sentivo che le mie erano stupide paranoie e non volevo passare per quella esagerata. "Boh magari è una stupidagine, ma non so, delle volte sento come se a me piace Angela più di quanto io piaccia a lei" risposi guardando adesso anche io dentro. Lei era lì che continuava a parlare tranquillamente. Holden non rispose subito. "Sai com'è Angela, ti sorprende quante cose pensa e sente dentro ma non esterna, magari hai ragione o magari hai torto, sta tutto nel parlargliene" Mi consigliò ed aveva ragione se non fosse per il fatto che mi sembrava impossibile parlargli un secondo da sola. "Le ragazze mi avevano consigliato di fare qualcosa, ma rispetto a quello che hai detto tu è molto infantile" risposi sorridendo ma imbarazzata da tutto ciò. "Sarebbe?" domandò ridendo e tornando a guardarmi. "Avrei dovuto comportarmi allo stesso modo con un ragazzo per vedeva cosa faceva" risposi guardandolo rossa dall'imbarazzo. Vidi le sue sopracciglia arricciarsi per scoppiare ridere. "Adesso capisco perché sei qui con me" disse capendo che il 'ragazzo' in questione sarebbe dovuto essere lui. "Mi dispiace" dissi per poi ridere anche io. Passarono qualche secondo e poi tornammo a guardarci. Questa volta holden mi guardò in modo diverso, più attento. "Puoi fare come preferisci, io non mi sentirò usato" Disse riferendosi al consiglio di Mari e Sofi. Questa sera Holden sembrava pieno di sorprese. Sarà che lui è molto riservato e parliamo poco, ma mi stava facendo una buona impressione e mi trovavo bene con lui. "Davvero?" domandai e lui annuì. "Sei sicuro che ti vuoi intromettere?" aggiunsi poi cercando di farlo ragionare. "Sicuro, l'importante è che poi ci litighi tu con Angela perché fa paura da incazzata" rispose ironico ed entrambi scoppiammo a ridere. "Va bene" risposi sorridendo ed alzandomi. "Allora cosa possiamo fare?" Domandai tornando seria. "Non so magari possiamo farci vedere molto vicini, magari ridere insieme ed un abbraccio, non so" rispose con alcune idee. Sembrava ok, niente di troppo spinto o cattivo. "Va bene, allora entriamo?" Domandai e lui annuì alzandosi, ma prima di aprire la porta appoggio un braccio intorno le mie spalle ed entrammo cosi. I miei occhi si incontravano immediatamente con quelli di Marisol che mi fece un occhiolino, per poi invece girarmi a guardare Angela. Ovviamente adesso mi guardava. La ignorai sedendomi sul divano con lui. Iniziammo a parlare di musica e con la scusa appoggiai le mie gambe sulle sue ginocchia. Sapevo benissimo che Angela poteva vederci e se non fosse per il fatto che fossi seduta di spalle a lei, potevo essere quasi certa che lei ci stesse osservando. Non la sentivo più parlare o ridere con Martina adesso. "Angela vieni ad aiutarmi un secondo" Gaia la chiama dal corridoio. La senti alzarsi e poi con la coda dell'occhio camminare verso le stanze. Dalla camminata sembrava già spazientita. Ben gli stava. "Alziamoci" mi sussurrò Holden e indicando la cucina. "Allora che succede, Marisol non mi vuole raccontare" Petit si avvicinò a noi due. Entrambi scoppiammo a ridere. "Si perché poi ci fai scoprire" risposi scherzando. "Io?" domandò finalmente offeso. "Si petit" rispose Holden ridendo anche lui. "Va bene ma tanto lo scoprirò" disse ed indicò verso Mari, che nel frattempo scuoteva la testa.
Angela ci mise del tempo prima di farsi vedere di nuovo, questa volta era con Gaia. Prima di attraversare dalla cucina vidi Gaia prendere il braccio ad Angela, come per rimproverarla, e dirgli qualcosa all'orecchio, mentre Angela era visibilmente nervosa. "Vabbè" la senti rispondere ed i nostri sguardi si incrociarono. Si avvicinò ed andò dalla parte opposta della penisola per cucinare. "Hai fame?" domandò senza guardarmi mentre regolava l'altezza del fuoco. Non risposi e la vidi guardarmi annoiata, ma aspettando una risposta. "Faccio da me tranquilla" risposi con tono neutrale. Vidi un sorrisetto di nervoso farsi spazio sul suo volto, ma non si azzardò a rispondermi. Li davanti a me ed Holden, Angela cucinava nervosa come non mai. "Possiamo andare in camera dopo?" Domandò bloccando Holden dal parlarmi. La guardai e poi guardai Holden. "Dopo andrò a farmi la doccia" risposi e girandomi per tornare a parlare con Holden. Continuo a guardarmi per qualche secondo sorpresa. "Va bene allora dopo la doccia?" domandò cercando di non far notare la sua poca pazienza rimasta. "Dopo vado a dormire parliamo domani Angela" risposi con tono freddo adesso. Per un secondo vidi Angela quasi per esplodere, ma poi annuì il capo e tornò a girare il suo riso. Non mi sarei mai aspettata ciò, di solito ad Angela ci vuole veramente poco per scattare e mi aspettavo ciò, ma invece sembrava stesse sotterrando tutto dentro per cercare di rimanere composta. Pensierosa tornai a guardare Holden, parlammo un altro po' per poi alzarci e insieme tornare fuori a fumare. Eravamo in piedi e tremavo un po' dal freddo. "Dai vieni qua cosi ti riscaldi ed in più Angela può vederci" disse Holden e lo ascoltai. Mi avvicinai a lui avvolgendo le mie braccia intorno al suo busto, mentre lui aveva le sue braccia intorno alle mie spalle. Non passarono neanche due secondi che sentì una pentola da dentro la cucina essere tirata nel lavandino. Mi girai per vedere e vidi Angela camminare come una furia per la sua stanza, sotto lo sguardo preoccupato di tutti i ragazzi che si trovavano dentro. "Angela non fare cosi!" Gaia gridò alzandosi dalla sedia. "Mi so rotta le palle" senti Angela urlagli indietro. "Me sa che se incazzata per bene" Holden disse ma io non risposi. Potevo solo pensare a quanto fossi stata stupida nel fare questa cazzata che le ragazze mi avevano messo in mente. Forse aveva ragione Holden, stava tutto nel parlargli. Sospirai delusa da me stessa. Rientrai sotto lo sguardo di tutti che erano completamente in silenzio. Ero stata cosi stupida.
Camminai verso la sua stanza, ma più mi facevo vicina più rallentavo il mio passo per sentire di cosa stavano parlando Angela e Gaia. Nel frattempo notai che gli altri anche si erano avvicinati per ascoltare, ma la mia attenzione era completamente ad Angela per preoccuparmi di cacciare i ragazzi. "Si ma tu anche hai sbagliato" senti Gaia parlare con calma, "Ma che significa? Le bambine fanno così quando non gli dai attenzioni" senti Angela chiaramente dire. Wow. Ed eravamo di nuovo alla questione di bambina. Incredibile. Se prima mi sentivo una stupida ora ero anche io incazzata. Apri la porta senza permesso. "Eppure ti è piaciuto portarmi a letto, forse li non ero cosi tanto una bambina vero?" Le domandai con tono pieno di rabbia. Angela mi guardò sorpresa. "Questo non c'entra niente con quello che sto dicendo e lo sai bene" rispose innervosita. "No? allora decidi tutto tu!" le gridai contro e avvicinandomi a lei. "No se hai un problema mi vieni a parlare non ti va a buttare tra le braccia di qualcun'altro!" rispose con il mio stesso tono. "Facile a dirlo quando tu eri quella che stava parlando tutta la giornata con qualcun'altra ed evitando me" Dissi puntandole il dito contro, "Non c'entra questo, tu sai bene quello che stavi facendo con Holden, mente io con Martina non stavo facendo altro che parlare con un amica". Era incredibile come non voleva accettare di aver sbagliato. "Si un amica che però ti fa completamente scordare che hai una ragazza!", non ce la facevo più. "Non mi hai cercato una volta, non mi hai salutata, non mi hai parlato, non mi hai chiesto neanche una domanda, l'unica cosa che mi hai detto era di pulire i VOSTRI piatti. Cosa credi che sono una schiava?" Aggiunsi sfogandomi. "Se ti dava così fastidio non li facevi, te l'ho detto eravamo di fretta" rispose ma la bloccai dal continuare. "Non mi da fastidio fare i piatti, mi da fastidio il modo in cui me lo hai chiesto. Prima non mi parli e poi, perché avete cazzeggiato troppo insieme, dal nulla ritieni importante calcolarmi. Questo si allora che mi da fastidio". Concludi per poi uscire dalla camera. "Fatemi passare" dissi spostando il gruppo di ragazzi che si trovavano dietro la porta ad ascoltare. Subito di apri un passaggio per me tra di loro e corsi via nella mia stanza sentendo i miei occhi gonfiarsi di lacrime.
Beh era tutto troppo bello per durare per sempre.

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