Capitolo 7. "Credi risolverà qualcosa?!".

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ALASTOR📻

Lucifero boccheggiava sempre di più, non sapevo di fargli quest' effetto. Sentivo ancora le sue mani cercare di liberarsi. Era bellissimo anche quando era indifeso. Iniziai e strusciare il pugno lungo la sua erezione, e lui fece un gemito stridulo.
«Al, n-non me ne fraga un cazzo dei preliminari, scopa-Ahmi e basta» Disse accetto dalla lussuria. «Non me lo faccio ripetere due volte maestà » Gli risposi. Gli lasciai i polsi liberi per abbasargli meglio i pantaloni ma non feci in tempo a portare l'atra mano al suo fianco che lui già stava "frugando„ dentro i miei boxer. «Wow Luci, non pensavo fossi così tanto arrapato.» Dissi ridacchiando.
«Non credo che tu possa capire di quanto necessiti del tuo cazzo in questo momento » Mi rispose tirando bruscamente fuori la mia erezione dai pantaloni. Il mio sorriso si fece più tagliente. Indietreggiai e mi sedetti sulla tazza. «Allora perché non lo prendi?» Subito si fiondò su di me. «Perchè tu non ti stai fermo e non me lo lasci prendere!» Disse impaziente. Ridacchiai e gli tirai Giù i pantaloni fino alle ginocchia. Lui si sistemò di fretta e furia per poi farsi affondare dentro il mio membro. A quel gesto gememmo entrambi.
Lucifero impaziente iniziò subito a muoversi, io lo lasciai fare.
Piú passava il tempo, piú i gemiti di Lucifero si facevo acuti. Decisi di metterci un po' di mio e iniziai a muovere il bacino a ritmo delle spinte di Lucifero. «Ah-Al...» Disse. Non capivo se voleva dirmi qualcosa o stava solo gemendo il mio nome in preda al piacere, quindi decisi di non rispondergli.«Tu sei mio» Pronunciò quella frase quasi come fosse una domanda.
«Solo e soltanto tuo» Risposi.
Lui sorrise, e poi ricalò il silenzio, spezzato dai gemiti di Lucifero.
Sentivo già l'orgasmo montare dentro di me e decisi di azzardare. Afferrai i capelli di Lucifero nel pugno, portai la sua testa sulla mia spalla e li schiacciai al muro. «Credo che lei abbia fatto abbastanza, ora lasci fare a me» Bisbiglia in modo sensuale nel suo orecchio. Sentii Lucifero tremare alle mie parole. Appoggiai la testa al muro ed iniziai a muovermi molto piú velocemente di prima. Intravidi gli occhi di Lucifero sgranarsi, per poi gemere in modo al dir poco acuto e rumoroso.
«Le piace maestà?» Chiesi, anche se sapevo già la risposta.
«SÌ!SÌ CAZZO AAH~ CONTINUA COSÌ~» Il mio sorriso si ampliò ai gemiti di piacere del piccolo ed indifeso re sotto le mie grinfie. Non ci volle tanto che venne sporcando entrambi. Poco dopo io gli venni dentro.
Avevamo entrambi il fiatone.
«Al?» «Sì?» «Credi di riuscire a reggermi?»
«Certo ma che c'entr-» Non feci in tempo a finire la frase che lui lasciò cadere le gambe, e mollò la presa sui miei capelli, salda per tutta la durata della scopata. Io lo presi in braccio meglio che potevo vista la posizione scomoda.
Poggiai la fronte sulla sua e gli dissi:« Avvisa prima, avrei potuto farti cadere e ridurre il tuo culo peggio di quanto abbia già fatto»
« Qui qualcuno è fiero di sé » Rispose ridendo. Lo baciai, lui ricambiò immediatamente. Ben presto iniziammo a limonare. Ci staccammo dopo un bel po' per riprendere fiato.
«Ti amo» Bisbigliò Lucifero, talmente piano che a mala pena riuscii a sentirlo. «Ripetilo» Dissi.
Lui mi guardò confuso. «L'ho fatto un' altra volta vero? Ho detto quello che pensavo ad alta voce.»
«Sì, ma ti amo lo stesso.» Gli risposi. Lui sorrise. «Ti amo Anch'io» Sta volta lo disse quasi ad alta voce. Stavamo per baciarci di nuovo quando sentimmo la porta dell' entrata del bagno aprirsi. «Oddio, che giornata sfiancante, che palle!» Riconobbi subito la voce di Charlie. «Bhee, potremmo, passare un po' di tempo io e te, da sole, sai, ho un metodo grandioso per fare rilassare le persone» Disse un'altra voce femminile, quella di Vaggie. Sentimmo la porta di un'altro bagno chiudersi. Dopo non molto sentimmo dei mugolii. Guardai Lucifero e dissi il più piano possibile:«Bhè, sembra che né tu ne tua figlia abbiate problemi a scopare in posti pubblici.»
«Sta zitto, più tosto rivestiamo-» «Ah!» La frase di Lucifero fu interrotta da un gemito di Charlie.
Lentamente poggiai Lucifero a terra e mi sistemai i pantaloni.
Lui non muoveva un muscolo, stava fermo a guardarmi. Mi avvicinai al suo orecchio e dissi: «Che c'è? Incantato?» Lui arrossì all'istante, e fretta e furia si tirò su i pantaloni.
Poi teletrasportai entrambi in camera mia. Lucifero si sedette al bordo del letto, con lo sguardo basso.
«Che succede?» Chiesi sedendomi accanto a lui. Lui non mi rispose, mi prese il braccio e scoprì il mio taglio. Continuava a fissarlo.
«Da quanto?» Chiese.
«Da quanto cosa?» Risposi.
«Da quanto ti fai del male da solo? CREDI POSSA RISOLVERE QUALCOSA! NON TI FARÀ SENTIRE MEGLIO!» aveva le lacrime agli occhi, iniziò a tirarmi dei leggeri pugni sul petto. «SMETTILA!SMETTILA!SMETTILA! NON POSSO PERDERE ANCHE TE!» Scoppiò in lacrime, io lo abbracciai subito.
«Hey, hey, tranquillo, non mi perderai, starò sempre qui»
Lui ricambiò l'abbraccio.
«Prometti?» Disse.
«Prometto»
«Prometti che non ti farai mai più del male, e che non mi abbandonerai mai!!»
«Prometto di non farmi mai più del male, e che non ti abbandonerò MAI» Dissi poco prima di darci un lento e dolce bacio.

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