Capitolo 2. "Al, tutto ok?".

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ALASTOR📻

Mi sveglia, con Lucifero ancora abbracciato a me. Sorrisi alla vista del re dell' inferno, accoccolato a me, con i capelli scompigliati e un piccolo rivolo di saliva che gli usciva dalla bocca. "Chissà perché è venuto propio da me?" mi chiesi. Lo sentii mugolare. Gli accarezzai la fronte. «Che c'è eh piccola paperella?» Bisbigliai. "Perchè l'ho chiamato così?". Lui aprii gli lentamente gli occhi. «Al?» Chiese con voce assonnata, poi guardò il mio petto. «posso?» Chiese. Non capii ed allora prese il mio silenzio come un sì. Si alzò e si sistemò sul mio petto, poi iniziò a farci dei cerchi immaginari.«Al» Mi chiamò. «Sì?» «Posso toccarti le orecchie?» Mi chiese. «No» Risposi secco. «Daii!»
«No!»
«Perchè no?!»
«Perchè no!»
«Neanche se te lo chiedo per favore?»
«Esatto»
«Per Favore?»
«No!» Risposi secco. Lui sbuffo. «Stronzo» Disse. «Fattene una ragione » Gli Risposi. Poi Lucifero appoggiò la testa proprio sopra la ferita inflittami da Adamo. Mugolai un «Ah!» Lui mi guardò. «Tutto ok?» Mi chiese. «S-sì» Dissi dolorante. Lui mi guardò preoccupato. «Sicuro?» Quando alzò la testa c'era un po' di sangue sulla sua guancia. «Cazzo!» Esclamai. Lui mi guardò confuso. Io tossii per schiarirmi la gola e dissi: «Dovresti andare a vestirti, Charlie ci aspetta» «Ma-» Bloccai la sua frase sul nascere quando mi teletrasportai in bagno.
Tolsi la giacca e sbottonai la camicia. Oltre alle innumerevoli cicatrici sul mio petto, ce ne era una aperta, quella fatta da Adamo.
Presi il disinfettante, delle bende ed ago e filo. L'avrei ricucita da solo. "Ce la posso fare", pensai mentre versavo dell' acqua ossigenata sulla ferita.
Ad interrompere tutto fu il suono di nocche che sbattevano contro il legno della porta del bagno, e una voce.
«Alastor, tutto ok? Posso entrare?» Chiese Lucifero. Non gli Risposi. Potevo farcela anche senza di lui.

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