cap. 22. "CAZZO!!"

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LUCIFERO🍎
Mi svegliai a pezzi dopo la notte movimentata e passionale con Alastor.
Avevo morsi praticamente ovunque.
Sul collo, sulle spalle, sulla schiena, sulle braccia; e in punti in cui non credevo Alastor potesse arrivare.

"È questa l'unica pecca di stare sotto, poi ne paghi sempre le conseguenze.
E per quanto Al possa provare a fare piano, a non farmi male, alla fine mi ritrovo sempre e comunque dolorante. E poverino si sente pure in colpa quando glielo dicoo!
L'ultima volta che gli ho detto con un pizzico di aggressività:
«Merda ho la schiena a pezzi, E PER COLPA TUA BRUTTO STRONZO!»
Lui ha abbassato le orecchie e mi ha guardato come se sette per piangere!! Come si fa ad essere arrabbiati con una creatura così pucciosa!!!!!"
Pensai. Solo che sta volta oltre al mal di testa per aver dormito poco, il mal di gola per i gemiti e il solito dolore a schiena e gambe avevo anche mal di pancia e la nausea.
Ma li giustificai con la fame.
All'improvviso sentii un sapore strano in bocca a la nausea aumentare.
D'istinto corsi in bagno e vomitai.
Una volta finito mi sciacquai la bocca e tornai in camera. Al non si era ancora svegliato.
Mi sedetti accanto a lui e non potei fare a meno di sorridere quando mi abbracciò la vita.
Gli accarezzai i capelli e si svegliò.
«Mmh, Lu?». Chiese.
«buongiorno amore, dormito bene?». Risposi.
Lui annuì silenziosamente, sfregando il volto sulle mie gambe.
«Tu?». Mi chiese poi.
«Anch'io tranquillo». Risposi.
«Scendiamo a fare colazione? Muoio di fame». Risi ed annuii.

Una volta finita la colazione corsi in bagno e vomitai a nuovo, e poco dopo mi prese una fitta allo stomaco.
Ricordai quei sintomi familiari. Fin troppo.
All'improvviso mi venne un dubbio. Mi alzai di scatto dal pavimento e feci apparire un test di gravidanza. Chiusi la porta del bagno a chiave ed aspettai.

Aprenai il timer suonò mi fiondai sul test e sbiancai al risultato.
«Positivo...», dissi in un sussulto.
«Cazzo, cazzo, cazzo! Ora come glielo dico?! E se non lo volesse?! MERDA!!».
Rimasi in bagno a riflettere per un po', poi pensai a Lilith. Andai subito da lei.
«Lilith!». Urlai appena entrato in stanza.
Lei mi guardò confusa.
«Ti devo parlare».
Lei mi guardò come dire "ok, fallo". E m'incitò con la mano.
Chiusi la porta ed iniziai a girovagare nella stanza.
«Alloooora, io non pensavo di poter restare ancora incinta, i dottori avevano detto che era stato un caso raro, ma non è così!!! Ho fatto il test, e ora come cazzo dico ad ALASTOR di aspettare un bambino. Insomma, il demone della radio, CON UN BAMBINO!!!»
Lilith mi lasciò parlare.
Continuai a borbottare per un po', poi calò il silenzio.
«Ho finito». Dissi guardandola.
«E tu lo vuoi il bambino?». Mi chiese. Quella domanda mi lasciò di stucco.
"Certo che lo voglio, ma..."
«OVVIAMENTE!». Risposi.
«Allora credo che tu debba parlargli, se non vuole il bambino troverete una soluzione insieme. Come abbiamo fatto noi, tu all'inizio non volevi avere Charlie, ma abbiamo parlato e abbiamo risolto. Quindi va da lui, e parlagli».
Annuii e uscii dalla stanza. Proprio in quel momento passò Al, che mi guardò un po' male dopo aver notato che uscivo dalla stanza di Lilith.
Mi guardò da capo a piedi, scosse la testa e se ne andò. Non capii, sembrava quasi...
«Ferito?». Bisbigliai.
Capii solo dopo essermi guardato allo specchio.
Avevo i capelli scompigliati, avevo il fiatone e avevo dei segni sul collo. Fatti da Alastor, per la cronaca.
«Cazzo!». Esclamai, poi corsi a cercarlo. Lo trovai al bar di Husk a lemantarsi.
«He betrayed me, WHIT THAT BITCH». Poi bevve un sostanzioso sorso.
Mi avvicinai in silenzio.
«Al...»
Gli poggiai una mano sulla spalla.
«Lasciami solo spiegare». Aggiunsi.
Lui alzò un sopracciglio, poi si alzò.
Andammo in camera nostra.
«Allora! Dai, spiega». M'incitò freddo.
«Io e Lilith non abbiamo fatto niente, abbiamo solo parlato te lo giuro, siamo solo amici. Io non la amo più Al, lo sai questo?». Mi avvicinai a lui, che sospirò.
«Sì, ok, ma ora... Ho Bisogno di stare da solo...»
Poi di teletrasportò via.
Mi sentivo terribilmente in colpa, perciò andai da Angel.
Bussai e mi diede il permesso di entrare.
«Che succede?». Mi chiese.
Gli parlai di tutto, del bambino, di Lilith e della semi litigata con Al.
«Ma voi litigate SEMPRE?!». Mi chiese.
Esitai.
«Io... Sì, ma per motivi stupidi, poi chiariamo praticamente subito... Al é solo... Tanto traumatizzato».
Angel rise di gusto.
«Ok, se lo dici tu...», e rise ancora.
«Invece il tuo di bimbo come sta? E lo hai detto ad Husk?». Chiesi.
Lui si bloccò.
«Io... Non ci riesco, ho paura, e poi se lo scoprisse Val, lui mi ammazzarebbe. I-io... Non voglio che-».
«Hey, calmati! Andrà tutto bene, a Valentino ci possiamo pensare io o Al, ma tu devi dirlo ad Husk, prima o poi la pancia inizierà a crescere e ci arriverà da solo». Dissi.
Sbuffò, poi iniziammo a parlare del più e del meno, arrivando anche ad alcuni consigli per chiarire.

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