cap. 20. "io... Ti devo chiedere una cosa..."

180 18 5
                                    

LUCIFERO🍎

Una volta che Alastor finì di rivestirsi tornammo alla mia stanza e mi diedi una ripulita. Poi mi vestii per la cena.
Appena scesi Charlie corse ad abbracciare me, e poi Alastor.
«Sono super contenta che abbiate chiarito». Ci disse entusiasta. Le sorrisi.
La serata passò in fretta, dopo cena andai a fare due chiacchiere con Angel.
«Hey». Lo salutai. Poi mi guardai intorno.
«Lo hai detto ad Husk?». Chiesi sotto voce.
«No, ho paura non la prenda bene... Mi ha detto che non gli dispiacerebbe un figlio, ma ormai non crede di riuscire a prendersene cura...». Mi rispose.
«Ah, è normale, diventare genitori fa paura un po' a tutti all'inizio. Tranquillo, capirà. Ora va a riposare, ti offrirei un drink ma non voglio influire». Dissi. Poi andai al bancone di Husk, che stava chiaccherando con Alastor.
«We! Come va?». Chiesi sedendomi affianco al mio rosso preferito, che appena mi vide sorrise e mi mise un braccio attorno alla vita.
«Di che si parla?». Chiesi.
«Etot Alastor - pridurok!» [(del fatto che Alastor sia un coglione!) Husk era russo giusto?].
«Èh?». Guardai Alastor confuso, dato che il suo nome era l'unica cosa che avevo capito.
«Ha detto che sono un coglione». Mi rispose calmo.
«porezy?! opyat' zhe, VY POKLYANULIS'!!». Urlò di nuovo Husk.(I tagli?! Di nuovo?! AVEVI GIURATO!».
«Oh, well, I'm not the one who has a relapse!». Rispose Alastor. (Oh, beh, non sono l'unico che ha avuto una ricaduta!).
«YA P'YU, YA NE PYTAYUS' UBIT' SEBYA, CHTOBY RESHIT' SVOI PROBLEMY!!»(IO BEVO, NON CERCO DI UCCIDERMI PER RISOLVERE I MIEI PROBLEMI!!).
«I'M NOT TRYING TO KILL MY SELF!! YOU DON'T KNOW I FELL AFTER, I feel... Happy, even if only for a little while».
«Eemh, non ci sto capendo un cazzo...», dissi a Charlie.
«Chiamo Rosie». E si dileguò.
«OK, I SKAZHITE MNE, CHTO ETO RESHIT?! TAK POSLE TEBYA TY CHUVSTVUYESH' VINU!!» (OK, E DIMMI, COSA RISOLVEREBBE?! TANTO DOPO TI SENTI IN COLPA!!).
Alastor guardò in basso.
«okh, poslushay, ya delayu eto dlya tvoyego zhe blaga, ty cherez mnogoye proshel, no ty eto znayesh', potomu chto v glubine dushi ya lyublyu tebya chempion».(Augh, ascolta, io lo faccio per il tuo bene, ne hai passate tante, ma infondo la sai che ti voglio bene campione).
Poco prima era entrata all'hotel Rosie, che si bloccò. «Cosa?! Che ha detto?!». Chiesi preoccupato dalla sua reazione.
«O. Miei. Angeli, allora lo sai dire Husk!!! Sai dire ti voglio bene!!!». Rosie corse ad abbracciarlo.
Scoppiai a ridere.
«Se, ma non aspettarti che lo faccia ancora. Queste erano condizioni speciali». Poi si girò e si mise a lavare un bicchiere.
Angel mi prese in disparte.
«Tieni! Portale via. Io non posso». Mi disse con le lacrime agli occhi mentre mi dava un paio di bustine di droga, e cinque pacchi di sigarette.
«ook, ciao a dopo». Le portai subito in camera di Al, persi un pacco di sigarette ed uscii sul balcone.
Me ne accesi una.

All'improvviso arrivò Al.
«Oh, eccoti, ti stavo cercando». Mi disse.
«Scusa, solo che Angel mi ha dato un po' di roba e pensato di approfittarne». Risposi. Mi guardò strano.
«Tranquillo, non è una canna, ne uno spinello, una semplice sigaretta. Ne vuoi una?». Al fece spallucce e poi annuì. «Perchè no». Gli allungai il pacchetto e ne prese una. Con uno schiocco di dita l'accese.
«Cos'è successo con Husk? Avete chiarito?». Chiesi.
«Sì, ho solo avuto una piccola ricaduta con un brutto vizio».
«Al... Lo hai fatto di nuovo?». Chiesi, immaginando il motivo del litigio.
«Dipende cosa intendi...», mi disse.
«Sai di cosa parlo, rispondimi, ti sei tagliato di nuovo o no?». Chiesi spazientito.
Lui esitò.
«Sì, ma... Te lo giuro, non lo farò più, ammeno  che non succeda qualcosa di terribilmente tragico io-».
«Al, non sono arrabbiato». Lessi la preoccupazione nei suoi occhi.
«Ne deluso, è... Normale, almeno per te. Reagisci così, come io reagisco agli eventi negativi drogandomi e bevendo, solo... Cerchiamo di aiutarci l'un l'altro». Sorrise.
Finimmo le sigarette in silenzio.
Mi avvicinai e gli buttai le braccia al collo.
«Ti ho già detto che mi sei mancato?». Chiesi.
«Sì, tipo un milione di volte. E da quanto ho capito, io non solo l'unica cosa che ti è mancata». Disse poggiandomi le mani sulla vita, e buttando un veloce sguardo alla patta dei suoi pantaloni.
«Ma piantala». Dissi arrossendo leggermente.
Poi mi baciò.
Quando ci staccammo mi disse:
«Io... Ti devo dire- Emh, più chiedere, u-una cosa».
«Tutto ok? Sembri impaurito». Dissi.
Prese un respiro profondo e fece qualche passo indietro.
«Lucifero, so che sin da subito non abbiamo avuto un rapporto idilliaco, ma l'ultimo mese passato con te è stato il più bello della mia non-vita. Tu mi hai aiutato quando nessuno te l'ha imposto, e anche se io non te l'avevo chiesto. Con te ho superato cose che in vita non pensavo minimamente di fare, ti ho parlato di cose che prima non riuscivo neanche a dire.
E quando ho rischiato di perderti, quando ho dovuto passare due settimane senza di te mi sono sentito vuoto, perso...»
Il mio cuore saltò un miliardo di battiti tutti insieme.
«Quindi, prima di tutto ti devo grazie, grazie per essere il miglior partner che uno come me possa desiderare. Ti amo, più di quanto abbia mai fatto con nessun'altro. Per questo volevo chiederti...». Iniziò a frugare nella tasca, ed io avevo già le lacrime agli occhi.
«Vuoi restare al mio fianco per il resto delle nostre vite, o come questa roba la vuoi definire».
S'inginocchiò, aprendo una scatoletta con un anello stupendo.
Annuii.
«Sì!! Sì SÌ, CAZZO!». Gli saltai addosso appena si rialzò. Ci baciammo. Un bacio dolce, pieno di passione.
«Sono il demone più fortunato di tutto l'inferno». Disse appena ci staccammo per riprendere fiato
«Tu mi fai sentire così ogni giorno». Gli risposi.
«Sì, ma io me lo sento più del solito».
Ci baciammo di nuovo.
Al chiaro della luna infernale, che mi lasciava intravedere lo splendido volto del mio futuro sposo.
Scesi dalle sue braccia e mi mise l'anello.
Mi avvicinai all' entrata per vederlo meglio.

Mi avvicinai all' entrata per vederlo meglio

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«È stupendo». Dissi guardandolo meglio.
«Ti piace? Mi ci è voluto un po' per sceglierlo». Mi disse Al abbracciandomi da dietro.
«È perfetto... Ora dovremmo dirlo a Charlie, e Vaggie, e tutto l'hotel. E-e TUTTO L'INFERNO».
Dissi eccitato facendo un arco con il braccio a "tutto l'inferno".
Alastor rise.
«Vedo che sei felice». Mi disse.
«Come potrei non esserlo. Sposerò l'overlord più...», mi girai per guardarlo in faccia iniziai a contare con le dita.
«Sexy, bello, dolce, furbo, a volte particolarmente perverso, e muscoloso...». Gli accarezzai il petto.
«Che potessi mai desiderare». Gli buttai le braccia al collo.
«Attento, così mi vizzi». Mi rispose poco prima di baciarmi di nuovo.

🍎📻RADIOAPPLE 📻🍎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora