Capitolo 8

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Pov Jessica

"Dangerous Woman" Ariana Grande

Ci eravamo baciati di nuovo, ero stata assieme a lui, ma lo avevo fatto perchè volevo o per gioco? Era stata solo una penitenza dopo tutto, ma io lo amavo o lo odiavo ancora? E lui cosa provava? Io gli piaccio? E lui mi piace?
Troppe domande, nessuna risposta.

Se mi piace è un problema o va bene? E se è un problema che farò?  Ok, ora basta. Basta farsi domande. Non troverò mai una risposta se non chiederò a lui. Dopo quella mattina mi arrivò una telefonata che, come se mi rapisse, mi portò a casa mia, da mia madre, mio fratello e mio padre preoccupati su dove avessi passato la notte. Risposi loro che ero andata a casa di Jasmine e avevo passato la notte lì. Loro non aggiunsero altro e mi lasciarono libera dal loro interrogatorio. E così salii in camera mia e ora eccomi qui, a farmi domande e a pensare. Pensare e farmi domande senza trovare risposte.

Così mi decisi e andai da Jasmine che come se sapesse già tutto mi fece accomodare in casa e trovai sul tavolo dei biscotti al cioccolato e due tazze di the. Ora capisco perchè è lei la mia migliore amica! Lei mi capisce, ci conosciamo da sempre e niente e nessuno ci ha mai separato e mai lo farà. Siamo come delle calamite, siamo sempre appiccicate, io la capisco e lei mi capisce.

Le raccontai di tutto quello che fino a prova contraria era successo a causa sua, ma che in fin dei conti non mi infastidì, anzi.
<<oh mio dio Jess, devi parlare con lui, te l'ho già spiegato mille volte da quando sei arrivata, ti ha fermato quando ti è arrivata la chiamata dei tuoi?>>
<<beh....se ti dicessi che non me ne sono resa conto?>>
<<Jess, impossibile, pensa>>
<<ok, beh diciamo che forse potrebbe essere successo>>
<<beh se ti ricordi bene, io direi che ci tiene a te e che non ti spezzerebbe il cuore come ha fatto in primo superiore quel tipo....come si chiamava..... ah si....Caleb>> appena pronunciò quel nome mi vennero in mente tutti i brutti ricordi che mi fece passare quel tipo.
Io in primo superiore lui al quarto anno. Ora che ci ripenso direi alla me del passato di non posare proprio gli occhi su uno come Caleb, specie quando mi viene in mente quella volta che l'ho invitato a casa mia per studiare, seppur cose differenti, ma alla fine non abbiamo studiato e mi ha violentata, ma non è riuscito a farmi nulla se non baciarmi e cercare di spogliarmi, senza risultati.
Lasciai alle spalle i brutti ricordi e continuai ad ascoltare Jasmine.
<<Non penso Henry sia come Caleb Jess. Quando Henry ti ha baciata, hai provato lo stesso schifo che hai provato quando ti ha baciata Caleb?>>
<<no, Jasmine, mi è sembrato più dolce, più tranquillo quel bacio rispetto a quello di Caleb>>
<<ok, allora va' da lui e digli tutte queste cose senza pensare a quale possa essere la sua risposta perchè bella o brutta che sia, avrai quello che desideri, avrai una risposta, finalmente>>
<<ok Jasmine, hai ragione, hai perfettamente ragione, sai cosa ti dico? Io ci vado>>
<<vai Jess è così che ti voglio, questa è la Jessica che conosco>> disse con una voce un po' troppo da camionista la mia migliore amica.
Mi misi in macchina e pensai solo a cosa dire a Henry per non fare una brutta figura, se la facessi andrei a cercare il buco più profondo di tutta Edimburgo e mi ci tufferei dentro.
Arrivai a casa sua e bussai alla porta, non in modo insistente, sarei sembrata una ex un po' troppo arrabbiata.
Ad aprirmi la porta non fu Henry, come mi aspettavo, o meglio dire come volevo, ma fu una donna dai capelli biondi e gli occhi nocciola. Dai lineamenti sul volto capii perfettamente che era la madre di Henry, così la salutai e mi presentai.
<<Salve, io sono Jessica, un'amica di Henry>>
<<oh ciao Jessica, io sono Agnese, la madre di Henry, accomodati pure>>

Dopo aver pronunciato queste parole, la madre di Henry mi fece accomodare dentro e in men che non si dica suo figlio mi prese per mano e mi trascinò in camera sua, scusandosi con sua madre

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Dopo aver pronunciato queste parole, la madre di Henry mi fece accomodare dentro e in men che non si dica suo figlio mi prese per mano e mi trascinò in camera sua, scusandosi con sua madre.
<<cosa cavolo ci fai qui?>>
<< io volevo parlarti...>>
<< Se te lo stessi chiedendo, no, non sono arrabbiato con te, non potrei essere più felice di vederti, anche se dal mio tono non dà proprio la stessa idea, e me ne rendo conto>>
<<ok, non preoccuparti....volevo chiederti....ecco....volevo chiederti se....se quello che era successo la scorsa sera per te ha significato qualcosa>>
<<Se ha significato qualcosa? Scherzi? Per me la scorsa notte si è letteralmente aperto un mondo davanti, ovvio che per me ha significato qualcosa>> alle sue parole il mio sorriso a trentadue denti si fece largo e subito dopo abbracciai Henry come se prima o poi potessero portarmelo via, come se potesse scappare. Penso abbia capito il mio intento nell'abbracciarlo così forte che a un certo punto sentii un <<stringimi a te quanto vuoi, tanto non vado da nessuna parte, o almeno non vado da nessuna parte senza di te>> a quelle parole lo baciai con tutta la felicità del mondo. Lui per me ormai era tutto, tutto il mio mondo, ora anche lui mi aveva dato accesso al suo cuore e sentivo che lui stava tenendo sotto custodia il mio già da prima di quel momento, e io sentivo di star facendo la stessa cosa.

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