Pov Henry
"Reflections" the Neighbourdhood
Sono passate due settimane da quando la mia ragazza mi ha rivelato la sua vera identità, e devo dire la verità, all'inizio mi è crollato il mondo davanti.
La verità mi si è spiaccicata addosso, ha riprodotto il suono di uno schiaffo, uno schiaffo, che non è arrivato in faccia, ma dritto al cuore.
Al mio cuore, che le ho donato con tutto me stesso, nonostante lei mi odiasse, perchè avevo dato prova, lo ammetto, di essere un vero e proprio stronzo.
Ma ora so che mi ha mentito, e per quanto possa far male, so che lo ha fatto per proteggersi, non per altro.
La perdono? Certo che si, è la mia ragazza, la luce nel mio mondo di tenebre, se va via lei, non sarei più io.
Mi faccio schifo da solo? Si, non so come ho fatto a non riconoscere mio cugino, quella sera, quando le ha rapite.
Sono grato a mio cugino per averla spinta a dire la verità? No, il suo non era altro che un ricatto.
La odio? No. Non potrei mai odiarla, nonostante non mi abbia rivelato del matrimonio combinato.....Aspettate
Il matrimonio combinato, cazzo!
Tessa compie vent'anni il 18 novembre.
Esattamente tra 3 mesi.
Devo scoprire con chi si dovrà sposare, o non sarà più mia.
E lei deve esserlo. Deve essere mia, solo mia e di nessun altro.
Perchè lo sento, noi due siamo fatti l'uno per l'altra, e niente e nessuno potrà o dovrà separarci.Mi alzo di fretta dal letto, spedito corro giù per le scale, prendo le chiavi della moto, metto il casco perchè se mi fermano i carabinieri sono cazzi, e mi dirigo a casa di mio padre, convinto sul dafarsi.
***
Ho appena parcheggiato la moto nel vialetto, tolgo il casco, lo poggio sulla sella, e mi dirigo all'entrata.
Suono il campanello, e nemmeno due secondi dopo, mi ritrovo davanti una delle tante cameriere a servizio di mia madre nella villa che abbiamo qui, a New York.<<dov'è mia madre?>> chiedo alla signora che mi ha aperto la porta.
<<al momento la signora Jonson non è in casa, signorino Jonson>> mi risponde lei.
Maledizione
<<mio padre, c'è?>> chiedo con un briciolo di speranza.
A quel punto, la povera cameriera probabilmente seccata da tutte le mie domande, prende un'agenda.
Apre il quadernetto dalla copertina blu, con delicatezza, gira le diverse pagine, poi si ferma, fa scorrere il dito molto lentamente sulla pagina, e poi alza il capo e inizia a parlare.<<Si, il signor Jonson è in casa, ma veda di sbrigarsi signorino, tra due ore avrà una riunione molto importante>> poi si gira e riprende a parlare <<prego, mi segua>> e così faccio come dice.
Seguo la cameriera che sembra diretta al piano superiore, penso nell'ufficio di mio padre.
Così la fermo, le dico che può tornare a fare il suo lavoro, perchè so perfettamente dove si trova l'ufficio di mio padre.
Lei annuisce, e scende al piano inferiore.Percorro il corridoio maestoso della villa, fino a quando non arrivo davanti a quella porta.
La porta dell'ufficio di mio padre, si distingue dalle altre, è in legno massiccio, molto scuro, per niente in tinta con il resto della casa, in stile moderno, e sopra alla porta, solcato nel legno, c'è scritto "Ufficio" in caratteri eleganti, probabilmente ispirati alla scrittura perfetta di mia madre o forse di Emma.Faccio due passi avanti, sistemo il giubbotto di Jeans come se fosse una camicia, mio padre tiene molto all'ordine, e poi entro.
Senza bussare, perchè è così che mi hanno insegnato e che ho visto sempre fare da mio padre.<<Henry, non sapevo della tua visita>> mi saluta mio padre.
<<Si, papà, nemmeno io sapevo di dover venire qui in realtà>>
<<Forza, parla non ho molto tempo per le tue questioni, ho cose più importanti da fare>> mi incalza lui.
Certo come sempre, papà.
<<Devi aiutarmi, devo scoprire con chi si terrà il matrimonio combinato di Tessa>> vado dritto al punto.
<<Beh, dovresti chiedere a lei, no?>> consiglia.
<<Se non te lo dirà, allora vieni qui>> continua deciso.
Avrei voluto controbattere, ma mi tiro indietro, so quanto mio padre sia impegnato e conosciuto nel mondo mafioso.
<<Va bene, papà, se lo dici tu...>> faccio per andarmene, ma mio padre mi richiama, e mi fermo.
<<Henry>> mi giro <<non chiamarmi Papà, preferisco qualcosa di più formale>>
<<Va bene, allora.... arrivederci Signor Richard>> dico io con il cuore che inizia a rompersi in frammenti.Sono suo figlio, e mi chiede di chiamarlo in modo più formale...non lo capirò mai.
Non capisce che in questo modo mi spezza il cuore?<<Arrivederci figliolo>> e poi chiudo la porta, speranzoso che almeno lei mi capisca.
***
Sono appena rientrato nella casa che condivido con gli altri e noto uno strano silenzio.
Salgo le scale e mi dirigo nella camera che divido con Tessa.
Mi fa veramente strano chiamarla in questo modo, l'ho chiamata per quasi un anno "Jessica" e ora vengo a scoprire che il suo nome è un altro....
La trovo di spalle davanti al letto, probabilmente intenta a piegare qualche maglia.
Mi schiarisco la voce, e lei si gira.
<<Henry>> mi salta addosso.
<<dove sei stato?>> continua.
<<sono andato da mio padre a sbrigare delle faccende>>
<<faccende di che tipo?>>
<<come mai tutta questa curiosità?>>
<<Rispondi alla mia domanda>>
<<come vuole lei, mi dormigliona>> e dopo aver pronunciato quelle parole mi fulmina con lo sguardo.
<<vuoi rimanere ancora in vita, Henry?>> mi chiede con tono scherzoso
<<ma certo, solo se la mia dormigliona vuole però>> continuo a stuzzicarla, fino a quando non mi viene in mente il matrimonio combinato.Così mi fermo e lei mi guarda, come per aspettare la mia prossima mossa.
<<che c'è?>> chiede vedendomi fermo.
<<vieni qui>> dico iniziando a dirigermi verso il letto.
Mi siedo e sbatto la mano sul materasso, come per dirle di sedersi lì.Il suo sguardo inizia a farsi preoccupato, così inizio a parlare.
<<Tranquilla, non è niente di così preoccupante>>
<<non è niente di preoccupante? Hai una faccia che non fai mai, Henry>> dice lei cercando di capire cosa nascondo, per poi sedersi.
<<vedi.... questa mattina, quando tu stavi dormendo, sono andato da mio padre perchè dovevo chiedergli un favore>> faccio una pausa e poi continuo <<sono andato lì per chiedergli di scoprire con chi si terrà il tuo matrimonio combinato>>
<<tu... tu cosa?>> chiede lei
<<sono preoccupato, e anche tanto Tes, non voglio che tu ti sposa con un uomo che non sono io>>
<<potevi chiedere, non c'era bisogno di agire alle mie spalle>>
<<beh però tu lo hai fatto o no?>> dico io.
Mi sto iniziando a scaldare.
<<l'ho fatto per proteggermi Henry, mi sembrava lo avessi capito>> detto ciò fa per alzarsi, ma io la blocco dal polso, lei si gira ed ecco che si aziona la magia.Incontro i suoi occhi verdi come gli alberi dei boschi, ma non dei boschi e basta, sono dei boschi fatati che mi fanno bene all'anima.
<<Lo senti?>> le chiedo
<<cosa?>>
<<il mio cuore che batte per il tuo>> le prendo la mano e la posiziono, appunto, sul mio cuore.
<<Henry, io...>>
Non continua.
<<tu cosa?>> la incalzo.
<<io....io lo sento, e non potrei essere più felice di sentirlo>>.
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Amore è la risposta - Lethal
Romance"Amore è la risposta" è il primo libro della trilogia:"lethal". "Sei il mio pensiero più bello, il pensiero che riempie la mia mente e il mio cuore". Jessica e Henry sono due ragazzi che sono completamente l'opposto. Lei va all'ultimo anno di liceo...