Capitolo 16

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'Assurdo' è la prima parola che sento, destandomi. Non si tratta di un risveglio particolarmente malvagio in realtà, se paragonato a quelli che ha visto nel corso degli anni questa stanza. Comprensibile, considerato che la maggior parte di quei risvegli sono opera mia: Remus e Peter non trovano alcuna attrattiva nello svegliare gli altri in modi bizzarri e James, nonostante le apparenze, non è poi così creativo di mattina presto. Fatto sta che è proprio il viso di quest'ultimo che, aprendo gli occhi, ritrovo ad una distanza dal mio decisamente esigua. Continua a ripetere quella parola, tenendo gli occhi piantati su di me, visibilmente corrucciato. Vorrei fargli presente che 'assurdo' è quello che sto pensando anch'io, ma prima che io possa anche solo muovere le labbra, James mi afferra per le spalle e prende a scuotermi senza ritegno e potrei giurare che quello che ha appena sbattuto contro la fronte fosse il mio cervello. Quando le mani di quello che ancora insisto inspiegabilmente a chiamare migliore amico si staccano dalle mie spalle, cerco di fulminarlo con gli occhi, nonostante l'effetto minaccioso sia intaccato dal fatto che ormai, con tutta probabilità, non guardano più nella stessa direzione.- Ora va meglio, – commenta James con un sorrisetto, studiandomi soddisfatto. - Non puoi avere i capelli così in ordine anche appena sveglio. E' innaturale.Sto ancora cercando di elaborare una risposta che esprima a pieno il mio disprezzo, quando, subito dopo che James è uscito saltellando dal dormitorio, stranamente già vestito di tutto punto, una serie di tonfi e gemiti si fanno strada attraverso la porta socchiusa. Remus abbandona i preparativi della sua borsa per sporgersi oltre la soglia, accigliato.- Con chi si è scontrato? – chiedo senza preoccuparmi di trattenere il ghigno che è affiorato sulle mie labbra dalle profondità della mia anima.
- Frank, – sospira Remus, richiudendosi la porta alle spalle. - È sempre Frank.

*

L'odore che mi invade le narici non appena metto piede in Sala Grande è un meraviglioso modo di iniziare la giornata. Sicuramente meglio di quella testata, dannato Frank. Non è tanto l'odore in sé, non è come se potessi trovare veramente piacevole sentire un tale tanfo mentre faccio colazione, ma è quello che rappresenta: l'umiliazione dei Serpeverde. Anche oggi, esattamente come ieri, tengono lo sguardo puntato sul nostro tavolo, ma ogni esultanza è stata sostituita dall'ira. È probabile che il sorriso beato che fa bella mostra di sé sulle mie labbra mentre attraverso la Sala sia l'equivalente di una confessione di colpevolezza, ma è inutile nasconderlo, dal momento che le facce dei miei amici gridano colpa da ogni poro: Remus tiene ostinatamente lo sguardo puntato a terra, non sfiorando neppure per sbaglio il tavolo dei Serpeverde o la sua spilla da Prefetto; Peter continua a lanciare occhiate eccitate ai Serpeverde per poi guardare noi in modo eloquente; Sirius, come se il suo occhio pesto non fosse già abbastanza sospetto, non fa che sbattere contro ogni persona o oggetto presente in Sala, tanta è la foga di non staccare nemmeno per un istante lo sguardo e soprattutto il ghigno dai Serpeverde. Evito accuratamente di guardare verso il tavolo dei professori, in parte perché sono sicuro che la metà di loro ci sta mettendo in punizione con gli occhi, in parte perché ho la vaga sensazione di aver fatto un sogno terrificante sulla McGranitt questa notte. Una parte di me mi suggerisce di non indagare oltre, così lascio perdere, lasciandomi cadere sulla panca ed afferrando subito una brioches dal ricco vassoio di fronte a me. Mentre faccio per dare il primo morso, penso a quanto sia rilassante l'odio che giunge a ventate maleodoranti dall'altra parte della Sala e soprattutto a quanto sia soddisfacente farla franca in questo modo, anche se tutti sanno che siamo stati noi. E poi mi ritrovo ad addentare l'aria.Alzando lo sguardo, non mi sento particolarmente stupito di trovare Evans di fronte a me, anche se il furto della pasta mi ha colto lievemente alla sprovvista.È una fortuna che lei sia una frana a volare, perchè mi ha sottratto la colazione con uno scatto degno di un Cercatore.

*

- Desideri qualcosa, Evans? – mi chiede Potter con quell'irritante tono affettato che assume la maggior parte delle volte in cui si rivolge a me. - Oltre alla mia brioches, s'intende. 

Choose A Star (A Marauders Fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora