«Non lo sapevo. Nessuno di noi lo sapeva e certamente non Remus. Ce lo ha detto la sera stessa cosa aveva fatto, come se fosse una specie di scherzo. Ho corso, ma non sono arrivato in tempo: quando l'ho raggiunto lo aveva già visto.»
Non c'è bisogno che lui dica il nome, perché se è stato solo uno di loro, io lo so già. Perché l'unico pettegolezzo in grado di soppiantare quello di come James Potter avesse salvato la vita a Severus Piton l'anno scorso è stato quello del misterioso litigio tra i Malandrini, che ha visto uno di loro isolato dagli altri per quasi tre mesi, senza che nessuno ne capisse il motivo.
«Black» dico lentamente e Potter non mi guarda.
[Capitolo 27]
Hogwarts, Novembre 1975 - Quinto Anno.
Quando James Potter apre gli occhi, quella mattina, ha la sensazione che sarà un'ottima giornata e che tutto andrà per il verso giusto, dalla partita di Quidditch contro Tassorosso alla luna piena.
Ormai lui e gli altri hanno imparato a controllare le loro trasformazioni alla perfezione e ad ogni plenilunio le loro interazioni col lupo sono sempre più pacifiche, come se lui avesse iniziato a ricordarsi inconsciamente di loro e di volta in volta è necessario sempre meno tempo per guadagnarsi la sua fiducia e calmarlo. Essere in grado di tenere a bada un licantropo trasformato fa camminare lui e Sirius con il mento un po' più in alto del normale e persino Peter passa di fronte ai Serpeverde sghignazzanti con una certa spavalderia. La loro eccitazione è contagiosa e Remus è sul punto di cedere: forse proprio quella sera accetterà per la prima volta di lasciare il branco libero di correre per il parco di Hogwarts e magari anche per la foresta proibita, invece di stare rinchiusi tutta la notte tra quelle quattro pareti di legno buie e polverose. James riesce già a sentire l'erba fresca del parco sotto gli zoccoli e la luna alta sopra di lui: vincerà la partita e festeggerà correndo con i Malandrini sotto la luna piena e scoprendo nuovi passaggi da tracciare sulla mappa e chissà, forse Evans sceglierà proprio quel giorno per cedere al suo fascino. James Potter quella mattina ha davvero un ottimo presentimento e si alza dal letto con un sorriso entusiasta, impaziente di iniziare la giornata.
Per il resto della sua permanenza ad Hogwarts, James Potter eviterà accuratamente di dare il benché minimo ascolto alle sue sensazioni mattutine.
Infermeria.
Madama Chips è stupita di vederlo lì così presto, quando solitamente Remus non si presenta alla sua porta se non prima di pomeriggio inoltrato. Nota il suo colorito pallido e le mani scosse dai tremiti e lo fa stendere immediatamente sul lettino più isolato, in un angolo dell'ampia stanza comunque vuota: Remus si chiede distrattamente se l'infermiera cacci appositamente gli studenti indisposti durante ogni luna piena, poi un'altra fitta potente gli attraversa le tempie e lui smette di pensare a qualunque cosa. Un panno umido gli viene premuto sulla fronte e le goccioline fredde che gli scivolano ai lati del viso bollente si mischiano a quelle del suo stesso sudore. Sbatte ripetutamente gli occhi nel tentativo di snebbiarsi la vista e scorge di sfuggita le espressioni atterrite di James e Peter, fermi in piedi ai lati del letto: non è la prima volta che gli capita di iniziare a soffrire già di prima mattina, ma per i suoi amici è come se lo fosse sempre, una secchiata gelida che li angoscia puntualmente. James indossa già la divisa da Quidditch e la sua scopa è abbandonata sul lettino accanto a quello di Remus, perché la partita inizierà a minuti e Grifondoro rischia di cominciarla senza il neo-Capitano. Ci mette un po' Remus a convincerlo ad andarsene, che starà bene, e l'operazione è resa più difficile dal suo respiro affannoso e pesante che non sembra collaborare, poi Madama Chips torna con la pozione Sonnifera ed è lei stessa a cacciare i suoi amici, "che il suo paziente ha bisogno di riposo e non di smancerie".
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Choose A Star (A Marauders Fanfiction)
FanfictionE lui poteva appendermi a testa in giù tutte le volte che ne aveva voglia, ma questo non sarebbe mai cambiato. Perché Lily sorrideva a me e non a lui. ~ Severus Piton [...] "Attenta, Evans. Volevi cavarmi un occhio?" "Non negherò che mi arrecherebb...