Capitolo 30

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Nell'istante stesso in cui Philips finisce di parlare, io so, in quanto Prefetto e amico e unica persona in grado di reggere decentemente l'alcool in questa stanza, di dover fare qualcosa.

Il silenzio assoluto e improvviso che si è abbattuto sulla Sala avvolge in modo quasi asfissiante ogni scambio di occhiate all'interno del cerchio.

C'è lo sguardo castano di Philips proprio davanti a me, intriso di sfida e trionfo, così ostentatamente determinato da risultare in realtà abbastanza insicuro, mentre non si stacca dalla mia destra, da James.

Ci sono gli occhi verdi di Lily aggrottati dalla confusione, che cercano una risposta accanto a lei e, ignorati, seguono la traiettoria di quelli del suo ragazzo fino a quel punto alla mia destra, di nuovo.

C'è lo sguardo teso di Frank, che ha sfiorato James solo per un secondo prima di spostarsi da tutt'altra parte, impassibile.

Peter si è riscosso dal suo stordimento quel tanto che basta per afferrare la situazione, ma non abbastanza da non tenere insistentemente gli occhi spalancati e lucidi fissi su James.

Sono due tuttavia gli sguardi che colgo con la coda dell'occhio e che attirano la mia attenzione, andando a posizionarsi come tasselli di un puzzle da qualche parte nella mia mente: quello sconvolto e indignato di Lizzie, che si è voltata di scatto verso la sua amica di fianco a lei, e quello colpevole di Allison, che fissa a disagio un punto indefinito di fronte a sé.

Sono l'unico a farci caso e dura tutto pochi secondi durante i quali le occhiate interrogative di Alice, Mary e tutti gli altri rimbalzano esitanti da Philips a James.

Il fatto è, nessuno sta guardando Sirius, che dopo un momento di congelamento ha fatto il gesto di alzarsi ed è per questo motivo che Peter non potrà avercela con me per quello che ho fatto. Lui non regge molto bene l'alcool e ha già bevuto parecchio, voglio dire, probabilmente ad un certo punto sarebbe successo comunque; solo che la mia bacchetta si è mossa impercettibilmente verso di lui e allora quel momento è stato adesso. James è ancora congelato e la pozza di vomito che si allarga sul pavimento in mezzo al cerchio, dritta dallo stomaco di Peter, non pare avere alcuna rilevanza per lui, ma tutti gli altri iniziano ad emettere versi disgustati e ad alzarsi di scatto, allontanandosi.

- Sirius, aiutami, - dico mentre afferro Peter per un braccio e cerco di tirarlo su, allontanandolo dalla sua cena di oggi. - Sirius.

C'è ancora questo interminabile momento in cui gli occhi grigi del mio amico indugiano su Philips con una calma glaciale, poi io lo chiamo di nuovo, Peter emette un mugugno dolorante e Sirius si avvicina a noi con un sospiro, afferrandolo per l'altro braccio.

E questo è come Remus Lupin ha salvato la situazione.

Probabilmente non c'è scritto nel manuale del perfetto Prefetto che far rimettere colazione, pranzo e cena ad un amico è il modo appropriato di scongiurare situazioni ancora più inappropriate, ma la verità è che era l'unica mossa possibile ed è stata, indipendentemente dalle apparenze e dall'odore disgustoso, una mossa molto astuta, perché ora Sirius non ha fatto niente di stupido e soprattutto ora gli occhi di tutti non sono più incollati su James nell'unico momento della sua vita in cui non desidera, in effetti, essere guardato.


*

Remus è convinto di aver salvato la situazione, glielo leggo negli occhi.

È teso e controllato, mentre sistemiamo Peter su una panca contro il muro fresco, ma è anche palesemente soddisfatto di se stesso.

È stato effettivamente molto astuto e sottile, glielo concedo, nel suo costringermi a non fare quello che ero sul punto di fare senza nemmeno dovermi dire esplicitamente di non farlo.

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