Capitolo 31

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«Sirius!»

Come riemergo alla luce della Sala d'Ingresso, lasciandomi l'umidità buia dei sotterranei alle spalle, individuo subito la figura del mio migliore amico a pochi passi da me. Ottimo.

«Ehy, Sirius!» lo richiamo affrettando il passo per raggiungerlo mentre lui si dirige a passo sostenuto verso le scale, lo sguardo fisso davanti a sé.

«Sparisca, Potter.»

È solo quando mi liquida con un gesto secco della mano e una vibrazione furente nella voce che noto la presenza della mia Capocasa, che sta seguendo impettita Sirius a breve distanza.

«Certo, professoressa,» annuisco subito, sistemandomi automaticamente la cravatta.

Sirius e la McGranitt svaniscono al piano superiore ed io resto impalato come un cretino ai piedi delle scale, chiedendomi se ora posso salire o se la McGranitt lo saprà e appellerà la mia spilla da Capitano. Ci sono due Serpeverde vicino al portone che stanno ancora guardando le scale e parlottano tra loro, cospiratori. C'erano Serpeverde bisbiglianti anche per tutti i Sotterranei, ricordo improvvisamente, rivalutando la strana concitazione che sembrava percorrere i corridoi dall'aula di pozioni fino a qui.

I due fenomeni distinti dei sotterranei in fermento e di Sirius scortato dalla McGranitt non tardano a legarsi nella mia mente e subito vorrei che il contratto sociale di Hogwarts mi permettesse di rivolgere la parola ai Serpeverde, così potrei chiedere a quei due cos'è successo a Piton e quanto male gli ha fatto. Non posso naturalmente e così, dopo essere riuscito ad origliare solo qualcosa a proposito di un vetro, mi avvio verso la Torre, ottimista: considerando le sue abilità pari e, a sua detta, ma solo a sua detta, superiori alle mie in Trasfigurazione, sono abbastanza sicuro che la sua punizione sarà identica alla mia e dare ripetizioni ai primini insieme a Sirius si prospetta senz'altro più divertente che dare ripetizioni ai primini senza Sirius. Ottimo.





«Trenta punti in meno e devo archiviare un miliardo di libri insieme ad Evans.»

Sirius alza le spalle nella sua poltroncina di fianco al camino, con un'aria tutt'altro che sconfortata: è in realtà visibilmente appagato dall'azione fatta e più tranquillo di quanto lo sia da un po'. Assegnare Sirius all'archiviazione invece che alla trasfigurazione è pura follia ed è il chiaro frutto del perfido rifiuto della McGranitt di metterci in punizione insieme, cosa che mi cruccia molto. Anche Remus ha un'aria corrucciata.

«Hai fatto passare Piton al di là della vetrata della Sala Comune di Serpeverde facendolo finire nel lago,» ripete lentamente, gli occhi fissi su Sirius.

«Sì.»

«E lo hai fatto perché...»

Il tono e l'espressione di Remus invitano Sirius a concludere la frase al suo posto e lui non se lo fa ripetere.

«Per farlo finire nel lago,» risponde e io sogghigno.

«Era sconvolto,» ricorda Sirius con una luce sognante negli occhi che mi fa rimpiangere di non esserci stato: dev'essere effettivamente un'esperienza sconcertante essere all'interno della propria Sala Comune, al caldo e all'asciutto, e ritrovarsi all'improvviso nelle profondità scure e gelide del Lago Nero, ma poi già essere Piton e basta dev'essere un'esperienza sconcertante. «Continuava a spingere contro il vetro per rientrare invece di nuotare verso l'alto come chiunque dotato di un cervello avrebbe fatto,» continua. «Guardava dentro la Sala e così mi sono tolto il mantello perché la tentazione era troppo forte: ha rischiato di affogare quando mi ha visto,» Riesco perfettamente a immaginare lo shok e la collera sui lineamenti odiosi di Piton e perché non c'ero, dannazione. «Poi si è lanciato un Testa Bolla, ma a quel punto è arrivata la piovra.»

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