Capitolo 18

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Allison non dice una parola, ma so che mi sta giudicando. Sento i suoi occhi puntati sulle mie spalle e se da una parte questo è il giorno migliore in cui guardarmi le spalle, perché le mie sono spalle che andranno ad Hogsmeade con James Potter, non so se mi spiego, d'altra parte vorrei che si rimettesse semplicemente a dormire, lasciandomi il tempo di realizzare la cosa.

- Lizzie.

Per tutta risposta mi lascio andare ad un profondo sospiro, senza guardarla.

- Lizzie, - ripete lei, come se tutto quello che vuole comunicarmi fosse già riassunto nel mio nome. - Lungi da me incoraggiarti a presentarti con mezz'ora di anticipo al tuo appuntamento, ma potresti scendere in Sala Comune o almeno rimetterti a letto? Mi inquieta vederti immobile con la mano sulla maniglia.

- Ho la mano sulla maniglia, - preciso, stringendola ulteriormente a conferma delle mie parole. - Perché sto uscendo.

- Capisco, - inizia lei e il rumore di lenzuola mi avverte che si sta alzando. A tutte le unità, Allison in avvicinamento! Mi sentite? Codice rosso! - È solo che stai uscendo da un tempo considerevole ormai.

- Sto solo pensando a cosa dire, - chiarisco ragionevolmente. -Cose brillanti, sai. Non posso arrivare lì e dirgli 'Ciao, come stai? Dormito bene?'. 

- Non puoi andare e basta?

- Andare e basta ad un appuntamento con James Potter? - abbandono la maniglia per voltarmi verso la mia amica, in modo da esprimere al meglio la mia incredulità. - Santo Godric, Allison, ti senti quando parli? Ho bisogno di un piano.

- Apri la porta, scendi le scale, vai ad Hogsmeade con Potter, - elenca Allison mettendomi le mani sulle spalle. - Questo è il piano.

Sto per far notare ad Allison le immense lacune di tutto ciò, come una mia eventuale caduta dalle scale o i temibili silenzi imbarazzati che si potrebbero creare e che devo sapere come spezzare in modo dignitoso, ma prima che possa farlo, lei abbassa la maniglia al mio posto e mi spinge fuori dalla camera.- Vai.


*

- Prongs.

Dal cumulo di coperte che nasconde il corpo di James proviene un borbottio impastato che suona alle mie orecchie ottimiste come un Moony, ma potrebbe benissimo essere un qualunque verso ancestrale e primitivo privo di significato.

- Sì, sono Moony.

Un altro mormorio più o meno amichevole mi conferma che sotto quell'ammasso di coperte si nasconde un minimo di reattività. 

- Volevo solo informarti che sto per tirare le tende e che il raggio di luce da cui sarai investito a breve non è altro che il sole, che permette la vita su questo pianeta e non è affatto un nostro nemico, e non Sirius che dà fuoco al dormitorio. 

Il viso assonnato di James sbuca finalmente da sotto le lenzuola e si gira persino verso di me, anche se i suoi occhi continuano a rimanere più chiusi che aperti.

- Sirius darà fuoco al dormitorio?

- Non è quello che ho detto.

- Sto dormendo, Moony, - mormora James e non fatico a credergli. - Smetti di parlarmi.

- D'accordo, - stabilisco alzandomi e dirigendomi verso la finestra. Non appena la luce illumina la stanza, dai miei amici iniziano a provenire versi sofferenti, tranne che da Peter, il cui viso è affondato talmente in profondità nel suo cuscino da essere ancora immerso nell'oscurità più totale.

Choose A Star (A Marauders Fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora